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Over 65 : nel 2050 18 milioni di anziani. “recuperare risorse e produrre salute”

Il presidente Giuseppe Napoli e i consiglieri nazionali di FEDERSANITA ANCI FVG

14 giugno 2007

“Sono stati presentati dati molto interessanti sull’invecchiamento della popolazione che meritano adeguata attenzione da parte degli amministratori. Tra le proposte emerse dell'Osservatorio del Terza età: un ticket solidale e un uso più capillare dei vaccini. Il ministro Ferrero nell’occasione ha invitato a " Restituire loro un ruolo sociale" e ha lanciato l'idea di un servizio civile. Inoltre, nei qualificati interventi è stato chiesto al Governo un segnale forte per la non autosufficienza. Al riguardo il ministro Ferrero ha dichiarato che serviranno almeno 2 miliardi di euro che potrebbero essere attinti dall’extragettito (“tesoretto”).

Da www.repubblica.it di FEDERICO PACE

14 giugno 2007 ROMA - Saremo sempre più anziani. Saremo sempre più vecchi. Da qui al 2050 gli over 65 in Italia saranno quasi 18 milioni (un terzo del totale) e rappresenteranno una componente della società a cui le autorità politiche dovranno cominciare a dare al più presto servizi e risposte. Oggi, già molto numerose, le persone in età avanzata sono 11 milioni (14%).

Ma se l'evoluzione demografica è inesorabile, non è altrettanto scontata la capacità delle elite politiche di gestirla nel mondo migliore. Anzi. Ben venga allora la descrizione dettagliata del fenomeno e le sollecitazioni di idee e proposte contenute nel " Rapporto Nazionale sulla condizione il pensiero degli anziani" di Ageing Society - Osservatorio sulla Terza età, presentato oggi a Roma alla presenza del ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero. Un poderoso volume di quasi duemila pagine che offre uno spaccato quanto più preciso possibile. Dal rapporto che cittadini " maturi" hanno con i consumi a quello con la mobilità. Dal tipo di uso che fanno delle nuove tecnologie al problematico rapporto con la salute.

La trasformazione della società. Da qui a pochi anni sono destinate a mutare radicalmente le città, i paesi, le relazioni tra le persone, le attività produttive e le intere organizzazioni sociali. E molte lo stanno già facendo a un ritmo ancora più veloce di quanto si creda. " Le società sono sempre state formate da coloro che lavorano e coloro che procreano - ha detto Emilio Mortilla, presidente di Ageing Society - Osservatorio sulla Terza età -. Ora la società è composta per lo più da persone che non procreano e non lavorano. Davanti a questo processo così complesso si devono trovare comportamenti e soluzioni adeguate. Ma le autorità che ci guidano sono pronte?"

La sfiducia. Non sembra che la politica sia all'altezza dell'impresa. Basti pensare al disagio sociale che sempre di più sembra coinvolgere il segmento degli over 65. La fiducia nelle capacità della pubblica amministrazione, anche tra gli over 65, è ai minimi. Forse anche perché quando parlano del tema dell'invecchiamento, i politici, sembrano fare quasi sempre riferimento ai costi che questo fenomeno comporta. Meno si parla delle difficoltà che i cittadini " maturi" devono affrontare.

Le spese e i servizi. Prima di tutto c'è il problema di come pagare le spese necessarie. Il 17,3 per cento delle famiglie con un capofamiglia anziano vive in affitto. E se è vero che l'11 per cento delle famiglie italiane vive in condizioni di povertà, quando in una famiglia c'è un anziano la percentuale sale al 13,2 per cento. Ma non solo. Gli anziani hanno difficoltà ad accedere ai servizi primari. Uno su dieci incontra ostacoli per essere ricoverato. Molti di loro, quando terminano la degenza rifiutano di uscire perché non hanno modo di ricevere gli stessi servizi sul territorio. Questo fenomeno si deduce anche dal fatto che il 66,7 per cento dei ricoveri impropri riguarda proprio gli over 65 che sono costretti a questa scelta perché non hanno risorse o perché non trovano sul territorio le risposte ai loro bisogni. Il numero di famiglie che negli ultimi dieci anni sostiene a fatica le spese mediche è cresciuto del 35 per cento.

L'assistenza domiciliare che non c'è. Il fabbisogno di assistenza sul territorio, secondo le stime rese note da Ageing Society, è almeno pari a 15 miliardi di euro. Purtroppo però se ne impegnano meno della metà. La spesa per l'assistenza domiciliare copre in Italia solo il 3-4 per cento contro il 20 per cento dei paesi del Nord Europa e il 18 per cento del Regno Unito. Nel complesso le spese per la salute non sono sufficienti. In valore assoluto ci pare di destinare risorse importanti, ma in realtà, dicono gli autori della ricerca, " rispetto al Pil la spesa pubblica per questa voce non cresce mentre la spesa privata negli ultimi due anni è in flessione". Questo vuol dire che quando non ci sono i soldi si taglia anche sulla salute.

Le disparità regionali. Desta preoccupazione constatare ancora un volta che " in Italia i cittadini non sono uguali - ha detto Mortilla - e che la loro fortuna dipende dalla regione in cui nascono. In tredici regioni non si paga il ticket. Nelle altre sì. Due giorni fa la Regione Basilicata ha fatto partire la vaccinazione gratuita contro il tumore al collo dell'utero. Un'iniziativa annunciata a livello nazionale ma che ancora non è stata avviata. Non si possono introdurre differenze territoriali su temi così importanti."

Recuperare più risorse. Se mancano i finanziamenti, se è necessario assicurare una sostenibilità economica alla nuova società si deve cominciare a cercare nuove risorse. Ageing Society ha suggerito alcune ipotesi. Innanzitutto un inasprimento delle pene per quei medici, farmacisti e industrie farmaceutiche che sono stati trovati colpevoli di comparaggio e che gli illeciti profitti siano assegnati a un fondo. Ageing Society suggerisce anche di applicare un ticket alle persone solventi per le spese alberghiere per le degenze ordinarie e in day hospital, rispettivamente di 5 e 3 euro. Così, dicono gli autori dell'indagine, si possono recuperare fino a 150 milioni di euro. Si deve inoltre inasprire la battaglia all'evasione fiscale.

Produrre salute. Ma non solo. Secondo l'Osservatorio si possono recuperare all'economia italiana fino a 600 milioni di euro con un uso più capillare dei vaccini. In Italia solo il 2 per cento della spesa totale sanitaria è destinato ai vaccini e si vaccinano solo gli anziani e i bambini. " Nella fascia lavorativa 20-60 anni si sono influenzati 5 milioni di persone con un costo complessivo per l'economia italiana pari a 3 miliardi di euro - ha spiegato Mortilla - Se noi vaccinassimo un milione di persone possiamo arrivare a recuperare un miliardo di euro. Per questo lanceremo un progetto di studio in tre regioni che si dovrebbe chiudere verso aprile-maggio del 2008". Mortilla ha anche suggerito una formula di obbligatorietà o una via incentivata all'uso del vaccino.

Il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero, che è intervenuto dopo Emilio Mortilla, si è detto d'accordo con l'uso dei denari del malaffare per il " Fondo per le Non Autosufficienze", il fondo per le prestazioni essenziali da assicurare agli anziani sul territorio nazionale e che in Finanziaria 2007 ha ricevuto solo 100 milioni di euro. Quanto all'uso dei vaccini, Ferrero si è detto favorevole a una maggiore diffusione ma fermamente " contrario a qualsiasi forma di obbligatorietà". Anche " sulla questione del pagamento della retta negli ospedali - ha detto il ministro - non ritengo opportuno intervenire finché non sia completata la lotta all'evasione fiscale".

Le relazioni sociali e il servizio di volontariato civile. Più in generale per il ministro Ferrero è l'idea di invecchiamento attivo che va valorizzata. Non come proseguimento del periodo di produzione di ricchezza, quanto come un tempo in cui ci si dedica a produrre quelle " relazioni sociali tra generazioni e sul territorio che tanto mancano nella nostra società". In questo modo si romperebbe anche l'isolamento a cui gli lover 65 sono sempre più costretti. " Gli anziani questo lo fanno già - ha proseguito il ministro - ma c'è uno scarso riconoscimento sociale di questo volontariato." Proprio per questo Ferrero ha annunciato un prossimo disegno di legge " che riprenda questi ragionamenti e ponga un punto simbolico: la costituzione di un servizio civile per gli anziani. Un servizio che non si sostituisca alle mille pratiche di oggi, ma che le metta in rete. In modo che la terza età non sia solo un costo ma che abbia anche un ruolo sociale riconosciuto." 

Aggiornata il 16 maggio 2013