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Iii comm: parere positivo regolamento reddito cittadinanza

12 luglio 2007

(ACON) Trieste, 12 lug - ET - Parere favorevole a maggioranza al regolamento di disciplina del reddito di base di cittadinanza della III Commissione - presidente Nevio Alzetta (DS)- con le sole astensioni di UDC e AN e nessun voto contrario.

I consiglieri sono entrati nel merito del provvedimento proponendo ulteriori correzioni.

Per primo è intervenuto Roberto Molinaro (UDC), che ha espresso preoccupazione per la capacità dei servizi sul territorio di applicare quanto previsto dal regolamento, chiedendo che vengano previsti percorsi formativi per gli operatori.

Il presidente Alzetta ha preannunciato che Intesa Democratica chiederà, in sede di assestamento di bilancio, di far concorrere economicamente la Regione nella formazione delle figure professionali necessarie all'attuazione del regolamento.

Carlo Monai (Citt) ha proposto correzioni che anticipano l'entrata in vigore di articoli della norma e la possibilità di ripartire il reddito in caso di conflitti familiari.

Paolo Ciani (AN) ha sottolineato come il reddito di cittadinanza non andrà a risolvere quei casi in cui i soggetti sono restii a essere reinseriti nella società, e ha chiesto di verificare se anche la popolazione carceraria potrebbe averne diritto.

Per Sergio Lupieri (Margh) la legge 6 è all'avanguardia in ambito nazionale e sopperisce alle mancanze del governo centrale, anche nell'ambito di tutela dei lavoratori precari. Il reddito diventa dunque una nuova forma di ammortizzatore sociale. Concorde anche il capogruppo Cristiano Degano.

Bruna Zorzini dei Comunisti italiani ha messo in luce l'intervento integrato che la norma prevede tra i vari servizi, chiedendo di attivare anche percorsi di prevenzione che aiutino i cittadini prima dell'insorgenza dello stato di indigenza.

Per Pio De Angelis (PRC-SE) si risponde, seppure temporaneamente, al bisogno dei pensionati in stato di difficoltà. È comunque un atto di coraggio politico che andrà migliorato in itinere.

Giudizio globalmente positivo per l'intera azione nel campo del welfare da parte di ID della consigliera Annamaria Menosso (DS). Punti forti del regolamento: l'immediatezza, il programma personalizzato e l'istituto, unico e innovativo, della capacità economica equivalente.

L'assessore Beltrame ne ha sottolineato la ratio: mettere al centro dell'azione le persone evitando gli automatismi. La creazione del percorso di recupero personale è un atto che comprende una forte presa di responsabilità da parte del richiedente e dell'operatore sociale. Anche se ci dovesse essere solo l'erogazione di un aiuto finanziario, sarebbe il risultato di un'analisi puntuale della situazione. L'assessore ha poi rimarcato il momento innovativo che porterà molti servizi a lavorare in modo integrato, evitando sprechi di tempi e risorse e portando i cittadini a conoscenza di tutti gli aiuti ai quali possono accedere.

Sono stati infine accolti alcuni suggerimenti della Commissione. Su proposta di Molinaro è stata ampliata la punta superiore della forbice di aiuto ai nuclei con gestanti, portata dal 30 al 50%, oltre alla possibilità di prolungare l'erogazione del reddito alle famiglie con bambini, legandolo alla funzione educativa di queste. Anticipata, su suggerimento di Monai, l'entrata in vigore di parte del regolamento dal giorno stesso della pubblicazione (quella che compete la stipula delle convenzioni tra la Regione e chi dovrà certificare la capacità economica equivalente del richiedente) e prevista la possibilità di ripartire il reddito tra famigliari in conflitto. Il monitoraggio e la valutazione della sperimentazione avranno anche delle verifiche annuali.

FI: reddito cittadinanza anche per coppie omosessuali

12 Luglio 2007, ore 15:49

(ACON) Trieste, 12 lug - COM/AB - " Nel regolamento che istituisce il reddito di cittadinanza, il concetto di famiglia a cui si fa riferimento è quello di famiglia anagrafica e cioè di un insieme di persone legate da vincoli affettivi. Ciò significa che il provvedimento è concesso, ad esempio, anche alle coppie omosessuali. Per questo motivo presenterò un'interrogazione alla Giunta regionale per sapere se la con la locuzione famiglia anagrafica si intendano anche le coppie omosessuali conviventi".

Lo afferma, in una nota, Massimo Blasoni, consigliere regionale di Forza Italia e vicepresidente della III Commissione, argomentando la sua contrarietà al provvedimento presentato dalla Giunta:

" Il concetto di famiglia anagrafica - chiarisce Blasoni - è stato alla base, alcuni mesi fa, dell'istituzione del registro delle coppie conviventi al Comune di Padova. Un'istituzione che aveva destato scalpore proprio perché aveva aperto la strada al riconoscimento di effetti giuridici alle convivenze gay".

" Questo regolamento porta con sé tutta una serie di paradossi - spiega Blasoni. Seguendo le norme presentate in Commissione, infatti, otteniamo che un nucleo familiare di tre persone il cui reddito equivalente sia pari a 9.000 euro avrà diritto, sulla base del modello matematico, a 100 euro mensili. Un'inezia per far fronte al fabbisogno familiare".

" Per converso - prosegue Blasoni - due studenti coabitanti e che si dichiarassero uniti da vincoli affettivi, dunque famiglia anagrafica ai sensi del regolamento, e si dichiarassero anche privi di reddito percepirebbero 654,16 euro mensili. Lo stesso discorso vale, secondo quanto stabilito dal concetto di famiglia anagrafica, per le famiglie omosessuali. Una palese ingiustizia rispetto alla famiglia dell'esempio precedente".

" Oltretutto, il regolamento non prevede, come annunciato a più riprese dalla Giunta, l'obbligo per i beneficiari di accettare un'offerta di lavoro. Il beneficio viene, infatti, revocato solo nel caso in cui il lavoro offerto risponda a determinati requisiti. I requisiti richiamati, però, ci sembrano inaccettabili".

" L'offerta di lavoro - spiega il vicepresidente della III commissione - è ritenuta congrua soltanto quando riferita a una qualifica corrispondente al profilo professionale del soggetto e, nel caso di soggetti disoccupati, la proposta deve altresì prevedere una retribuzione pari almeno al novanta per cento di quella percepita anteriormente all'acquisizione dello stato di disoccupazione. Noi chiediamo che chi percepisce il reddito minimo garantito da questa Regione sia obbligato ad accettare qualsiasi tipo di lavoro, con il solo requisito che sia dignitoso".

" Non è serio che qualcuno possa rifiutare un'occupazione, continuando a percepire denari pubblici, solo perché non corrispondenti al reddito precedentemente percepito. Questo rischia di diventare, come più volte da noi denunciato, una sovvenzione a chi non ha nessuna intenzione di lavorare. Per questo motivo - conclude Blasoni - esprimiamo la nostra assoluta contrarietà a questo tipo di provvedimento

 

 

Aggiornata il 16 maggio 2013