L’Alzheimer galoppa: casi doppi ogni 20 anni e costi stellari. Il Report in vista della Giornata mondiale
3 settembre 2015
E’ una piaga che dilaga ovunque, sempre più nei Paesi a basso e medio reddito. Tanto che si stenta a valutarne l’impatto, come accade per un fiume di lava inarrestabile. La fotografia che arriva dal Rapporto mondiale Alzheimer 2015 - presentato dalla Federazione Alzheimer Italia in rappresentanza di Alzheimer’s Disease International (Adi) in vista della Giornata dedicata alla malattia il 21 settembre - è drammatica. Se oggi sono 4,8 milioni le persone affette da una forma di demenza (la malattia di Alzheimer rappresenta il 50-60% delle demenze), in capo a 20 anni questa cifra è destinata a raddoppiare, fino a raggiungere 74,7 milioni di persone nel 2030 e 131,5 milioni nel 2050. Il ritmo è impressionante: un nuovo caso ogni 3,2 secondi, pari a 9,9 milioni l’anno.
L’impatto dei costi appare ancora più rilevante se si guarda all’edizione 2010 del Report: ammontavano a 604 miliardi di dollari 5 anni fa, ora sono cresciuti del 35% fino a raggiungere 818 miliardi, che toccheranno i 100 miliardi nei prossimi tre anni.
Le stime aggiornate si basano su una nuova ricerca condotta dal prof. Martin Prince del King's College di Londra per il Global Observatory for Ageing and Dementia Care. Queste nuove scoperte tengono in considerazione sia il crescente numero di persone anziane (invecchiamento della popolazione), sia le nuove e più aggiornate evidenze sul numero dei malati con demenza e i costi ai quali vanno incontro. Secondo Prince «Ora possiamo dire di avere sottostimato la portata dell'epidemia odierna e futura di circa il 12-13% rispetto al Rapporto Mondiale 2009 e con un andamento dei costi che cresce più rapidamente del numero di persone malate».
Alla luce di questi risultati, il Rapporto chiede che il lavoro globale di tutti gli stakeholders sia incentrato in particolare verso i Paesi a basso e medio reddito - dove i casi e i costi si concentreranno per il 68% nel 2050 - al fine di creare programmi che possano far crescere la consapevolezza e aumentino le possibilità di accesso a diagnosi tempestiva e assistenza. ADI chiede che la classe politica di tutto il mondo affronti questo problema con una visione e una partecipazione più ampia, in particolar modo delle nazioni che fanno parte del G20. Il Rapporto indica come priorità l'esigenza di maggiori fondi alla ricerca per la cura, assistenza e prevenzione della malattia.
Marc Wortmann, direttore esecutivo di Adi, commenta: «La crescita globale dei costi della demenza rappresenta una sfida per tutti i sistemi mondiali di welfare. Questi risultati dimostrano una necessità urgente di implementare strategie e legislazioni atte a permettere una migliore qualità di vita per le persone che convivono con la demenza, sia oggi sia in futuro». Glenn Rees, presidente di Adi, sottolinea le priorità della sua organizzazione: “Dobbiamo utilizzare queste nuove evidenze per spingere a livello internazionale un movimento che possa combattere lo stigma causato dalla demenza e che permetta la nascita e la crescita di Dementia friendly communities. Sono necessarie, inoltre, azioni mirate ad aumentare la possibilità di accesso a diagnosi tempestiva, supporto post-diagnostico e migliore accesso all'assistenza, soprattutto in Paesi a basso e medio reddito».
Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia, commenta: «Secondo il Rapporto ci sono attualmente in Italia 1.241.000 persone con demenza, che diventeranno 1.609.000 nel 2030 e 2.272.000 nel 2050. I nuovi casi nel 2015 sono 269.000 e i costi ammontano a 37.6 miliardi di euro. Alla luce di questi nuovi dati, chiediamo al nostro Governo di mettere in atto il Piano nazionale demenze assegnandogli i finanziamenti adeguati per supportare concretamente i malati e le loro famiglie».
Aggiornata il 4 settembre 2015