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Salute: giunta approva progetto piano sanitario

11 dicembre 2005

La Giunta regionale ha approvato oggi il progetto di Piano sanitario e sociosanitario regionale 2006-2008. Il precedente piano era stato approvato nel 2001 e definiva la programmazione regionale fino al 2002. E’ stato colmato così un vuoto programmatorio che durava da tre anni anche se, nel frattempo, questa Giunta ha emanato il Piano regionale della riabilitazione ed il Progetto obiettivo materno infantile che hanno anticipato alcune norme programmatorie.

 

Il Piano, ha sottolineato l’ assessore regionale alla Salute e Protezione sociale Ezio Beltrame, è inserito nel percorso di realizzazione del programma per quanto riguarda le politiche del welfare comunitario ed è coordinato con le strategie regionali in tema di assistenza sociale, di famiglia, di abitazione.

 

La fase di preparazione, ha detto Beltrame, è stata lunga come c’ era da aspettarsi in considerazione della complessità degli argomenti affrontati (nel settembre 2004 sono stati discussi i primi indirizzi) ed ha visto la partecipazione di diversi attori: il gruppo ristretto della Maggioranza della terza commissione consiliare, il gruppo tecnico nominato dalla Conferenza permanente per la programmazione sanitaria, sociale e sociosanitaria regionale, i Direttori generali delle aziende sanitarie, i Commissari degli IRCCS e le Università. Con le Organizzazioni sindacali è stato sperimentato il metodo della concertazione secondo quanto previsto nell’ accordo del maggio 2004.

 

Il progetto di Piano inizia ora l’ iter delle ulteriori consultazioni (III Commissione del Consiglio regionale, Conferenza permanente per la programmazione sanitaria, sociale e sociosanitaria regionale, Ministero della salute) per essere poi approvato definitivamente dalla Giunta regionale.

 

L’ assessore alla Salute e Protezione sociale, Ezio Beltrame, ha così sintetizzato le previsioni contenute nel Piano adottato oggi dalla Giunta:

 

Più prevenzione e promozione della salute: vaccinazioni, prevenzione delle malattie cardiovascolari, screening oncologici (collo dell’ utero, mammella, colon retto), infortuni sul lavoro, incidenti stradali, incidenti domestici, obesità e diabete.

 

Più soddisfazione per gli utenti e per gli operatori: tempi di attesa, erogazione diretta dei farmaci, meccanismi di partecipazione dei cittadini, audit civico, comunicazione, accesso per via informatica, clima interno, valutazione, formazione, sistema informativo.

 

Più assistenza territoriale: ruolo chiave del distretto e dei medici di medicina generale, e pediatri di libera scelta, programmazione integrata sociosanitaria, incremento di risorse, di attività e di offerta (come per esempio per l’ assistenza infermieristica e riabilitativa domiciliare, qualificazione della Unità di valutazione distrettuale), contrasto alla istituzionalizzazione (in particolare per gli anziani), promozione della domiciliarità (orientamento proattivo dei servizi, coordinatore dei casi, progetto personalizzato, punto unico di accesso); per disabilità, salute mentale e dipendenze si prevedono interventi di promozione della salute, di valutazione multidimensionale, di integrazione sociosanitaria, di incremento della riabilitazione e di reinserimento lavorativo. Tutte queste azioni sono orientate allo sviluppo di comunità.

 

Più programmazione decentrata (per area vasta): intesa come luogo per realizzare la strategia regionale con 3 aree vaste (Giuliano-Isontina, Udinese, Pordenonese), 3 aziende territoriali coordinatrici ASS1, ASS4, ASS6 (prime tra pari), Conferenza dei direttori generali, Comitato di area vasta e definizione di aree di intervento prioritarie (garantire la continuità assistenziale, analizzare la mobilità sanitaria, definire relazioni tra i nodi della rete ospedaliera organizzata per funzioni).

 

Realizzazione di una rete ospedaliera regionale organizzata per area vasta e per funzione: mantenimento delle funzioni di riferimento regionale di IRCCS, Aziende ospedaliere e Università, individuazione di 3 poli ospedalieri integrati tra loro (TS, UD, PN), piena operatività delle aziende ospedaliero universitarie di Trieste e di Udine, integrazione del Burlo e del CRO di Aviano con le Aziende ospedaliere di Trieste e di Pordenone, relazioni tra i nodi della rete improntate non alla gerarchia ma al perseguimento dell’ eccellenza in ogni nodo della rete (anche negli ospedali inseriti nelle Aziende per i servizi sanitari) e mantenimento delle funzioni per acuti negli ospedali di Cividale, Gemona, Maniago e Sacile.

 

Attuazione di interventi di qualificazione e razionalizzazione: individuati interventi vincolanti per le aziende per le funzioni di anatomia patologica, microbiologia, laboratorio analisi, medicina trasfusionale e definiti indirizzi di area vasta per garantire equiaccessibilità, omogeneità ed elevati standard assistenziali per cardiologia, oncologia, emergenza ed ortopedia. Per gli ospedali è prevista una crescita limitata solo a pochi e specifici segmenti.

 

La realizzazione di importanti opere edilizie programmate fino al 2010 in quasi tutte le sedi ospedaliere e territoriali.

 

Un tasso di crescita del sistema in termini economici del 4% annuo grazie anche alle importanti economie di spesa previste per effetto dell’ attività del Centro servizi condivisi.

 

In conclusione, ha detto Beltrame, il Piano è un Piano di sviluppo (specie per l’ assistenza territoriale e la prevenzione), prevede manovre di razionalizzazione dell’ area ospedaliera, prevede modifiche organizzative e programmatorie (distretto, area vasta, rete ospedaliera) ed attua politiche di integrazione sociosanitaria, di inclusione sociale e di sviluppo della Comunità. Si tratta quindi di investimenti che incrementano il benessere nell’ area sociosanitaria e ciò contribuisce allo sviluppo economico del sistema e migliora la qualità della vita.

 

ARC/COM/GB

 

 

Aggiornata il 16 maggio 2013