III Commissione : misure per contrastare la povertà, udienze conoscitive
25 febbraio 2015
(ACON) Trieste, 25 feb - MPB - Giornata interamente dedicata alle udienze conoscitive per la III Commissione del Consiglio regionale - presidente Franco Rotelli (Pd) - sul tema dell'adozione di nuove misure per contrastare la povertà con numerosi soggetti in rappresentanza sia di istituzioni che della società civile, compresi istituti di ricerca e mondo del volontariato.
Iniziativa definita opportuna da molti degli intervenuti, proprio in quanto attuata non su un testo già elaborato ma in vista di nuove norme. Per altri l'udienza è stata l'occasione per portare come contributo la visione della situazione derivante dalla specifica esperienza operativa.
Ad aprire gli interventi Federsanità-ANCI che ha sottolineato l'importanza sul piano gestionale di mettere in rete tutte le agenzie che si occupano a diversi livelli di povertà e di puntare a misure di sostegno a favore dell'inserimento lavorativo e dell'inclusione sociale.
Le famiglie con presenze di disabilità corrono maggiori rischi di scivolare nella povertà (21-25% contro il 14-18%): la sottolineatura è venuta dalla Consulta regionale delle associazioni dei disabili, che ha chiesto che nella definizione dei criteri di valutazione e nella declinazione dei provvedimenti si tenga conto che la disabilità è generatrice di povertà.
Un invito a tener presente nella definizione delle politiche del lavoro e del welfare che in FVG il 10% della popolazione totale è a rischio povertà ed esclusione sociale è venuto dal mondo sindacale. Diverse le sigle intervenute con le segreterie regionali (Cisl, Uil, Cgil, sindacati autonomi, Capla) che hanno evidenziato l'importanza di dare definizione della povertà - assoluta, relativa, materiale, conseguente a basse possibilità di lavoro e di relazioni sociali - riconoscendo che a correre i maggiori rischi sono donne, stranieri, persone sole, specie se con figli e se con problemi di salute. La Regione dovrebbe puntare di più sui servizi che all'erogazione di denaro e adottare una rigorosa valutazione di impatto; e poi, porre attenzione agli anziani; ma anche mappare la situazione delle povertà, degli interventi, di tutto ciò che ha a che fare con l'area sociosanitaria. Importante è anche un'attenzione graduata e progressiva per evitare esiti discriminatori, tra chi beneficia degli interventi e chi magari per poco rimane escluso.
Conferma che i rischi di povertà si aggravino nei casi di solitudine - famiglie unicellulari, e di anzianità avanzata - è venuta anche dalla voce dei coordinatori sociosanitari di Aziende per l'assistenza sanitaria (in particolare della ASS 1-TS) con la sottolineatura delle diseguaglianze socioeconomiche presenti nella salute pubblica.
Dagli ambiti distrettuali - rappresentati da quello di Sacile - un'ampia analisi della situazione e alcuni spunti propositivi: parte dal lavoro quotidiano è teso a evitare che le situazioni si deteriorino e si cronicizzino, ma occorre evitare che gli interventi siano frammentati, settoriali e dispersivi. Per recuperare efficienza e andare incontro al cittadino bisogna ristrutturare l'offerta, mettere in campo con i Comuni una strategia di contrasto alla poverttà e all'impoverimento, dove utile è anche la classificazione dei poveri-quasi poveri, poveri che entrano ed escono nel quadro di povertà, poveri lo sono ma non lo percepiscono, o si sentano tali senza esserlo. La policy di contrasto va rivolta al fattore umano e alla capacità delle persone di affrontare i profili di rischio, poichè le persone hanno capacità diverse di convertire reddito in benessere. Così, è opportuno puntare anche alla alfabetizzazione finanziaria, alle regole del bilancio familiare, dei mutui, dei prestiti, dei piani pensionistici.
Per la presidente della Commissione regionale pari opportunità Annamaria Poggioli le donne sono più svantaggiate per la maggiore percentuale di contratti precari e part-time e di differenze salariali. Donne più discriminate e più povere. Esperienze di povertà diverse tra uomini e donne e per le donne sole, le madri con figli, le pensionate e le disoccupate senza prospettive di rientro, le disabili e in disagio psichico. Per contrastare la crisi vanno potenziati i servizi, ma - ha aggiunto - alla Regione chiediamo anche di contrastare il lavoro nero, ovvero grigio regolato cioè solo a metà, puntando a inclusione e partecipazione, incardinando le politiche sociali su quelle dell'occupazione, sostenendo l'imprenditoria femminile.
Dal Garante dei diritti dei minori, Fabia Mellina Bares, la preoccupazione per le diseguaglianze che toccano i minori nello stesso territorio, spesso nel medesimo quartiere. Ciò che ci preoccupa è la povertà in termini economici e quanto essa generi povertà educativa e quindi produca diseguaglianza formativa e di istruzione che sono aspetti che influenzano il futuro delle persone. Sulla povertà educativa insiste anche Giuseppe Roveredo, con funzioni di garanzia per le persone private della libertà personale, che ha parlato della situazione carceraria e di significative esperienze di formazione lavorativa attuate in alcuni istituti di pena (esempio Padova) in grado di produrre un guadagno pratico. Da Walter Chitti, garante dei diritti delle persone a rischio discriminazione, un richiamo a far sì che il reddito di garanzia sia una misura di accompagnamento, a mettere in rete i servizi, a potenziare i centri per l'impiego della regione, dove carenze e precarietà riguardano anche chi vi lavora, e troppo dell'attività è ancora assorbito dalla gestione burocratica dei servizi e molto poco rimane sul lato della intermediazione.
Nel pomeriggio spazio appunto alle osservazioni e alle testimonianze della società, dalle Acli alle Caritas diocesane, dal Forum del terzo settore, a Cittadinanzattiva, da Lega Coopsociali a Federconsumatori, dal Banco Alimentare alla San Vincenzo, fino a IRES (Istituto ricerche economiche e sociali FVG, e IRSSES (Istituto regionale per gli studi di servizio sociale).
(immagini tv)
Aggiornata il 27 febbraio 2015