Sanità digitale, a Trieste, Serracchiani “svolta digitale per riqualificare la spesa”, Telesca “fondamentale migliorare interconnessione e comunicazione tra tutti i soggetti”.
20 giugno 2014
Anche i presidenti di Federsanità ANCI FVG, Giuseppe Napoli e ANCI FVG, Mario Pezzetta, sono intervenuti insieme a numerosi direttori generali delle aziende sanitarie, ospedaliere e IRCCS della Regione al convegno “Sanità digitale” organizzato il 20 giugno a Trieste, da Motore Sanità, insieme alla Regione Friuli Venezia Giulia, Agenzia per l'Italia digitale (Presidenza del Consiglio dei ministri), Conferenza delle Regioni, Federsanità ANCI e Federanziani.
Nell'occasione, davanti ad un pubblico molto qualificato di dirigenti ed esperti del sistema sanitario regionale e nazionale, di informatizzazione e ICT, la presidente della Regione, Debora Serracchiani, in apertura dei lavori, ha evidenziato che «La riforma della nostra sanità è un tema molto importante da cui deriva l’impegno, per noi, ad intervenire, non per tagliare come molto spesso si sente dire, ma per riqualificare la spesa e gli interventi di informatizzazione e di digitalizzazione vanno verso questa direzione. Come regione – ha aggiunto Serracchiani - abbiamo utilizzato il sistema dell’informatizzazione come sistema di riqualificazione della spesa. In ambito digitale sulla ricetta elettronica, ad esempio, in Friuli Venezia Giulia meno dell’1% delle ricette viene fatto in formato elettronico. Questo significa che abbiamo un sistema sanitario di eccellenza certo, ma abbiamo ancora molta strada da percorrere per riuscire, da una parte, a riqualificare la spesa e, dall’altra, a rendere al cittadino accessibile il proprio sistema della salute e della protezione sociale. Stiamo lavorando per questo, lo stiamo facendo con l’azienda Insiel, ma ci rendiamo conto che dobbiamo guardare ad altri modelli ed ad altre realtà per imparare. A volte basta copiare bene il lavoro fatto da altri per riuscire a recuperare tutte le buone prassi e metterle insieme nel nostro sistema sanitario».
Sulla situazione in Friuli Venezia Giulia è, quindi, intervenuto Adriano Marcolongo, direttore centrale della direzione centrale salute, integrazione sociosanitaria, politiche sociali e famiglia: «Il sistema del Fascicolo Sanitario regionale ha un cospicuo gruppo di persone che vi lavorano, è il frutto di un lavoro di squadra ed è un modello che si basa su una piattaforma che già integra tutte le aziende, essendo un sistema informativo regionale unico di lunga tradizione e questo aspetto è la forza del nostro sistema. I progetti stanno procedendo per andare incontro alle esigenze di salute e di cura dei nostri pazienti».
A conclusione dei lavori l'assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca, ha ricordato che "La Regione da molti anni ha imboccato la via dell’informatizzazione spinta del sistema sanitario, ricavandone indubbi vantaggi, ma impattando anche in vari difficili problemi. In Friuli Venezia Giulia sono decine e decine i software che vengono usati in sanità. «L’elenco completo sarebbe lungo – ha precisato l'assessore - ma solo per citarne alcuni ricordiamo gli applicativi che operano negli ospedali per la compilazione delle schede di ricovero e per la gestione delle attività clinico specialistiche (le cartelle informatizzate dell’ oncologia, della cardiologia, dell’ anatomia patologica, del pronto soccorso e del 118, della dialisi e della diabetologia, eccetera)». E non solo.«A fronte di questo quadro la sfida del futuro per la nostra Regione si articola sinteticamente su due fronti principali – ha spiegato l’assessore -: far circolare le informazioni fra le strutture che prendono in cura il paziente in maniera veloce e adeguata per poterlo curare meglio; garantire che questo avvenga senza ledere il diritto alla riservatezza sul proprio stato di salute, che ciascuno di noi può esigere». Infine, auspicando di vedere quanto prima i referti online anche nelle strutture pubbliche, Telesca ha posto l'accento su quanto sia fondamentale fare rete, migliorando interconnessione e comunicazione tra i soggetti coinvolti a livello regionale.
«L’enorme mole di informazioni e dati raccolti può essere sfruttata anche a fini di studio scientifico», ha dichiarato Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Fabrizio Oleari (già vicepresidente Federsanità ANCI FVG), che si è, quindi, soffermato sul valore aggiunto recato dai processi di e-Health a favore del sistema sanitario e dei pazienti stessi. In sintesi, i vantaggi sono rappresentati dal miglioramento dell’efficienza allocativa dei sistemi di presa in carico e la qualità/sicurezza delle cure erogate; maggiore tutela del paziente e migliore qualità di vita, infine, il costante sviluppo e diffusione di nuovi servizi di per sé genera benefici per l’economia. I servizi di e-Health – ha aggiunto Fabrizio Oleari - poggiano essenzialmente su due pilastri fondamentali (infrastrutture di ICT ed infostrutture dedicate) che sono anche i pilastri delle cosiddette infrastrutture europee per la ricerca, promosse dall’UE per rendere più competitiva la ricerca europea e nazionale. L’Italia e l’ISS, in particolare, stanno partecipando attivamente alla costruzione di queste infrastrutture che stanno entrando in una fase di rapido sviluppo. Sarebbe quanto mai opportuno, allora – ha concluso Oleari - riflettere su come mettere meglio in sinergia le due diverse iniziative.
Il presidente nazionale di Federsanità ANCI FVG, Angelo Lino Del Favero (direttore dell’ISS), ha approfondito, tra gli altri, il tema della gestione della cronicità (che oggi assorbe circa il 70% della spesa sanitaria): «Bisogna investire in reti di patologie, ossia impiegare l’ICT a supporto dei nuovi modelli assistenziali territorio-ospedale».
«L’alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) e l’implementazione della ricetta dematerializzata (RDM) rappresentano per il servizio sanitario nazionale una grande opportunità e, al contempo, per le aziende sanitarie un grosso impegno».
E ancora «In un momento di scarsa disponibilità di risorse finanziarie sarebbe interessante investire in reti di patologie che possono avere un effetto diretto sulla spesa e la sostenibilità del sistema, ossia impiegare l’ICT a supporto dei nuovi modelli assistenziali territorio-ospedale e nella condivisione delle informazioni tra i diversi operatori».
“Oggi la tecnologia rappresenta, in particolare nell’ambito sanitario, un vero e proprio ausilio per il medico e il personale sanitario tanto da esserne diventata una leva strategica. Una delle azioni di Insiel Spa riguarda la capacità di saper governare la tecnologia e di accompagnarne l’evoluzione con servizi integrati in grado di supportarne la piena utilizzabilità», ha dichiarato il presidente e amministratore delegato di Insiel S.p.A., Lorenzo Pozza.
«Quest’ultimo decennio – ha spiegato nel suo intervento (“Evoluzione ICT e normative: 2 temi 2 velocità”) – è stato caratterizzato da un forte sviluppo tecnologico che ha avuto impatto globale sui cittadini, sulla società tutta, cambiandone comportamenti ed esigenze, e da un ricco quadro normativo italiano (protezione dei dati personali,conservazione a norma, Codice dell’amministrazione digitale, FSE, Dematerializzazione, Agenda digitale Italiana, eccetera). Da un lato – ha proseguito Pozza -attraverso la graduale virtualizzazione dei sistemi reso possibile grazie alla sempre maggiore diffusione della banda larga, la tecnologia è passata da un’architettura client-server ai servizi distribuiti via web, dall’altro lato, il mondo mobile ha visto l’evoluzione dei primi cellulari fino ai complessi smartphone e tablet odierni. La normativa, tuttavia, non sempre ha seguito di pari passo lo sviluppo del mondo ICT. Basti pensare al “Decreto Pisanu”, del 2005, che sanciva l’obbligo di identificazione di tutti gli utenti che si connettevano a internet, che è stato poi abolito definitivamente nel 2013, liberalizzando e dando impulso di fatto a tutto il settore».
Sull’attuazione delle normative in materia di privacy in regione Antonella Bulfone, della direzione centrale salute ha illustrato : «Attualmente nel campo della sanità digitalizzata il 97% dei consensi raccolti nel Friuli Venezia Giulia è risultato positivo per quanto riguarda il trattamento dei dati, il Fascicolo Sanitario Elettronico e il dossier. E’ un buon risultato- ha commentato la Bulfone- se riusciamo a dare vita ad un sistema che sia in grado di gestire le informazioni raccolte dal mondo sanitario sarà più facile arrivare a digitalizzare il mondo sanitario per migliorare il percorso di cura e della programmazione. E’ importante però dire che affinché parta la digitalizzazione del mondo sanitario dobbiamo dare sicurezza sia ai pazienti che agli operatori del mondo sanitario.
Esperienze avanzate, percorsi di cura interconnessi e riforme in regione
«Tra i cambiamenti più importanti apportati nella Sanità svedese e danese – ha evidenziato Hakan Nordgren, physician executive and senior advisor di InterSystems Sweden e massimo esperto di Fascicolo Sanitario Elettronico, – c’è la possibilità di condividere le informazioni relative ai pazienti tra i vari operatori sanitari e garantire in questo modo i migliori risultati all’interno di un percorso di cure interconnesso (Connected Care Model). A differenza del passato - quando pochi operatori sanitari erano coinvolti nel processo di cura del paziente - la complessità della sanità odierna ha creato numerose lacune e miriadi di informazioni difficili da gestire».
Prendendo come esempio un paziente-tipo affetto da malattie croniche, assistito da differenti operatori sanitari, appartenenti a organizzazioni diverse e con diversi sistemi EMR (Electronic Medical Record) che non possono condividere i dati il rischio per il paziente diventa elevato a causa della dispersione dei dati. «Oltre al rischio dovuto dalla mancanza di comunicazione tra i diversi attori che prendono parte nel percorso di cure, il paziente – ha concluso Nordgren - è costretto a farsi carico dei costi dovuti ai ripetuti test ed esami cui deve sottoporsi. Per questa ragione la sanità di oggi e di domani necessita di un supporto IT (Information Technology)».
Inoltre, l’esperto svedese ha richiamato l’importanza del ruolo dei Comuni nella digitalizzazione complessiva per le comunità locali ed è stato proprio questo il tema rilanciato da Giuseppe Napoli, presidente di Federsanità ANCI FVG che ha auspicato un adeguato coordinamento tra le riforme regionali della sanità, del sociale e delle Autonomie, insieme alle innovazioni previste dall’attuazione dell’Agenda digitale sanitaria. “Dobbiamo recuperare ritardi e aver il coraggio di cogliere un’occasione storica per la nostra regione per dare vita e attuare, insieme, una riforma della sanità strutturale e seria. E’ questa una straordinaria opportunità per i nostri territori per rilanciare un ruolo pilota a livello nazionale e al pari con i più avanzati Paesi europei. Napoli ha, quindi, apprezzato gli aggiornamenti forniti con realismo dal direttore centrale, Adriano Marcolongo, che aveva illustrato i risultati conseguiti e i prossimi impegni per realizzare un linguaggio comune a livello informatico, tra i diversi soggetti che interagiscono tramite i sistemi sanitario, sociosanitario e delle autonomie locali. Napoli ha, infine, precisato: per la riforma del SSR non ci appassionano i contenitori (numero delle aziende), bensì i contenuti e i servizi per i cittadini, anche tramite il rafforzamento della continuità territorio-ospedale–territorio, mantenendo e valorizzando gli attuali centri di eccellenza ospedaliera. Ne consegue anche l’invito a tutti gli amministratori locali a fare responsabilmente la loro parte e, quindi, non difendere le strutture tout court, bensì chiedere garanzie per la reale offerta dei servizi oggi necessari sulla base delle mutate esigenze di salute ( più cronicità che acuzie). Dopo vent’anni – ha concluso Napoli- è arrivato il momento per integrare veramente i diversi sistemi e per realizzare buone riforme insieme con i diversi territori della regione, pertanto, risultano fondamentali ascolto, pazienza e decisione, nonché recuoerare l’entusiasmo e le competenze presenti. Infine, sulla sanità digitale Napoli ha ricordato che Federsanità, già nel 2011 ha attivato uno specifico gruppo di lavoro che oggi segue da vicino l’attuazione dell’Agenda digitale sanitaria e monitora, ormai da un triennio (ricerca fondata sull’autovalutazione delle direzioni strategiche) lo sviluppo dell’informatizzazione nelle aziende sanitarie e IRCCS del FVG. Il gruppo di lavoro è coordinato dal direttore generale Paolo Bordon e la ricerca e monitoraggio sono curati da Gilberto Bragonzi, già direttore generale Azienda ospedaliero universitaria, di Udine, attualmente docente di questi temi presso Università Statale di Milano.
In precedenza il presidente di ANCI FVG, Mario Pezzetta, richiamando il recente tema della maturità ispirato dalle riflessioni dell’architetto, Renzo Piano sul “ruolo delle periferie che saranno le città del futuro“ (“Il rammendo delle periferie”, articolo de “Il Sole 24 ore”, 26 gennaio 2014), ha sintetizzato il contributo di ANCI FVG per cambiare la governance dei territori. Questo percorso – a suo avviso - dovrebbe avvenire con un approccio nuovo e originale del tipo “smart land”, fondato sulle “interconnessioni a più livelli” (sussidiarietà orizzontale e verticale) tra gli Ambiti territoriali dei servizi tradizionali (pianificazione, edilizia, etc.) con quelli dello sviluppo sostenibile (ICT, energia, etc.) e con quella dei servizi sanitari e sociosanitari (FSE, Agenda digitale sanitaria, etc.). Al riguardo Pezzetta ha particolarmente apprezzato le esperienze presentate da Luciano Flor, direttore generale dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari della Provincia Autonoma di Trento (“TreC, la cartella clinica del cittadino della Provincia Autonoma di Trento: connessione a 360 gradi del paziente con il sistema sanitario e suoi servizi”) e da Antonio Barone responsabile program management della direzione socio sanitaria e Crs-Siss di Lombardia informatica (Il modello Lombardia «Nuove strategie per allargare e potenziare il sistema digitale di cura»). A suo avviso il risultato fondamentale è moltiplicare le relazioni tra cittadini e sistemi sanitari sociosanitari e autonomie locali. In sintesi, anche prendendo spunto dalle migliori pratiche presentate a Trieste – ha concluso Pezzetta- è possibile reingegnerizzate i servizi e digitalizzarli, anche tramite la collaborazione pubblico privato, amplificando le possibilità di dialogo e comunicazione tra cittadini e istituzioni.
Aggiornata il 10 luglio 2014