Assemblea Oms: salute globale sempre più iniqua
13 giugno 2014
di Manuela Perrone
Venticinque risoluzioni approvate, quasi 3.500 delegati provenienti da 194 Paesi, sei giorni di lavori: sono questi i numeri della 67esima assemblea dell'Organizzazione mondiale della sanità, che si è svolta a Ginevra dal 19 al 24 maggio. Un appuntamento centrale che ha fatto il punto sull'agenda della salute globale e sulle sfide emergenti, dalle disuguaglianze all'accesso ai farmaci, dalla disabilità all'autismo, passando per il "post 2015", quando bisognerà verificare e ridiscutere gli Obiettivi di sviluppo del millennio.
L'accesso ai farmaci e il ruolo dei Brics
Come nota l'Osservatorio italiano sulla salute globale presieduto da Nicoletta Dentico, quest'anno l'assemblea ha aperto con un'iniziativa dal sapore simbolico: i Paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) - che concentrano il 43% della popolazione mondiale e il 21% del Pil globale - hanno organizzato il loro primo evento pubblico congiunto su un tema cruciale, quello dell'accesso ai farmaci essenziali. Lasciando intendere la volontà di unire le forze su obiettivi comuni e persino di giocare un ruolo di leadership sullo scacchiere della sanità internazionale, nella direzione di colmare gli squilibri.
Sulla questione dell'accesso ai farmaci alcuni dei Brics hanno esperienza da vendere. Si pensi soltanto alle battaglie del Sudafrica per i malati di Aids e la riforma della proprietà intellettuale o all'impegno dell'India, che produce il 90% dei generici prodotti nel mondo, sull'equità. La vera barriera - segnala l'Oisg - resta il costo dei farmaci. Per questo Cina e Russia stanno lavorando per sostenere le capacità produttive locali.
La risoluzione sull'accesso ai medicinali approvata dall'assemblea Oms invita i Paesi membri a sfruttare a pieno le previsioni contenute nei Trips (l'Accordo sugli aspetti commerciali dei diritti sulla proprietà intellettuale), inclusa la flessibilità riconosciuta dalla Dichiarazione di Doha su Trips e salute pubblica. E affida all'Organizzazione mondiale della sanità il compito di diffondere le buone pratiche e sostenere le politiche nazionali virtuose.
L'agenda dello sviluppo post-2015
La scadenza fissata per gli Obiettivi di sviluppo del millennio è vicinissima e la discussione sulla futura tabella di marcia, che coinvolge l'Onu e il mondo della cooperazione, è aperta. L'assemblea Oms ha varato una risoluzione ad hoc sollecitando i Paesi membri a partecipare attivamente al dibattito e ad assicurare che il tema della salute sia centrale nell'agenda post-2015. Per centrare i target su salute riproduttiva e materno-infantile, alimentazione, Hiv/Aid, tubercolosi e malaria, ma anche per includere la questione delle malattie non trasmissibili e per promuovere la copertura sanitaria universale.
Hta strumento di equità
Un'altra risoluzione approvata suggerisce ai Paesi Oms di mettere a punto sistemi nazionali di «health intervention and technology assessment» a sostegno della copertura universale e contro gli sprechi. L'intento è quello di rafforzare il nesso tra Hta, regolazione e management, nonché di promuovere interventi e politiche evidence-based.
Disabilità, via libera al piano 2014-2012
La 67esima assemblea Oms ha adottato ufficialmente il piano globale sulla disabilità 2014-2021, basato sulle raccomandazioni della stessa Organizzazione e della Banca mondiale e in linea con i diritti delle persone con disabilità. Tre gli obiettivi del piano: rimuovere le barriere e potenziare l'accesso ai servizi sanitari; rafforzare e aumentare la riabilitazione e l'assistenza di supporto, anche grazie alle tecnologie; potenziare la raccolta di dati a livello internazionale. Lo scopo ultimo è quello di migliorare la qualità della vita del miliardo di persone disabili nel mondo.
Più sforzi per gli autistici
Una risoluzione ad hoc è dedicata ai disturbi dello spettro autistico che, secondo le ultime stime riportate dall'Oms, colpiscono in media nel mondo un bambino ogni 160. I Paesi - si legge nel documento - devono riconoscere in modo appropriato gli specifici bisogni di queste persone nelle politiche e nei programmi dedicati alla salute nella prima infanzia e nell'adolescenza. E devono attrezzarsi con risorse adeguate, umane e finanziarie, anche per supportare le famiglie, troppo spesso abbandonate a se stesse.
Sistemi sanitari anti-violenza
È tornato a risuonare a Ginevra l'allarme sulla violenza contro donne e bambine. Il documento approvato dall'assemblea impegna gli Stati membri a rafforzare il ruolo dei sistemi sanitari nella prevenzione e nell'assistenza alle vittime, lavorando a braccetto con gli altri settori coinvolti (scuola, giustizia, servizi sociali, servizi per l'infanzia) e contribuendo a promuovere l'impegno di ragazze e ragazzi come "agenti del cambiamento", portatori di uguaglianza e di empowerment. Al direttore generale l'assemblea ha chiesto di mettere a punto con la piena partecipazione degli Stati membri un piano d'azione globale proprio per potenziare il ruolo dei servizi sanitari all'interno di una risposta multisettoriale alla violenza.
La governance della salute globale
Nel suo discorso all'assemblea, il direttore generale dell'Oms, Margaret Chan, ha ripercorso le ultime emergenze (la recrudescenza della polio, i danni dell'inquinamento, l'epidemia di Ebola in Guinea, la diffusione del virus della Mers, il dilagare delle malattie non infettive) e ha poi posto una domanda: «La crescita economica sarà accompagnata da un aumento proporzionale della spesa per la salute? I Paesi metteranno in atto politiche in grado di assicurare che i benefìci della crescita siano condivisi? Se non accadrà il mondo assisterà a un aumento progressivo di Paesi ricchi pieni di persone povere».
L'impennata delle disuguaglianze tra Stati e all'interno di ogni Stato definisce «il lavoro tremendo che la salute pubblica si trova davanti» e plasma le aspettative che il mondo nutre nei confronti dell'Oms. Chan ha citato come esempi positivi di intervento le partnership che hanno caratterizzato l'azione dell'Organizzazione in questi ultimi anni, dal Global Fun a Gavi Alliance. Ma ha anche riconosciuto che «la migliore evidenza scientifica può avere meno potere persuasivo delle lobby». «Abbiamo imparato - ha però precisato - che i mercati non riescono a vendere qualcosa che le persone non possono pagare», ha detto il direttore generale. «E abbiamo anche imparato che le politiche contano quanto il denaro»: quelle che si prefissano l'equità come obiettivo esplicito fanno la differenza.
Aggiornata il 16 giugno 2014