Meno ospedali, ma sul territorio cala il pubblico e sale il privato. Si riduce anche il numero di medici di famiglia, pediatri e guardie mediche, ma cresce l’assistenza domiciliare integrata.
18 settembre 2019
In cinque anni, dal 2012 al 2017, il Servizio sanitario nazionale ha perso 91 strutture di ricovero (60 pubbliche e 31 private), 401 strutture di specialistica ambulatoriale (299 nel pubblico e 102 nel privato).
Nel settore dell’assistenza territoriale residenziale le strutture pubbliche si sono ridotte di 216 unità, mentre quelle private sono aumentate di 1062; per l’assistenza territoriale semiresidenziale si registra -31 nel pubblico e +330 nel privato; per l’altra assistenza territoriale -122 pubbliche e +96 private; per l’assistenza riabilitativa -1 pubblica e + 96 private.
In sostanza il pubblico ha perso il 6,39% di strutture e il privato ne ha guadagnato l'8,84. In valori assoluti il pubblico conta in tutto 11.412 strutture sanitarie e il privato 15.621.
I dati sono quelli dell’ultimo annuario statistico del Servizio sanitario nazionale 2017 e il confronto di Quotidiano Sanità è con la stessa pubblicazione di cinque anni prima.
Ma l’emorragia del Ssn non si ferma qui. Sempre in cinque anni mancano all’appello 1706 medici di medicina generale che nel 2017 sono 43.731 contro i 45.437 del 2012, si registrano -66 pediatri di libera scelta (sono 7-590 nel 2017, erano 7.656 nel 2012), 339 medici di guardia medica in meno.
Si registra poi un calo anche nelle prescrizioni farmaceutiche con 14,8 milioni di ricette in meno (-0,4 procapite) per un valore ridotto di 1,4 miliardi e la riduzione di costo di circa 2 euro per ricetta.
Aumenta invece il ricorso all’assistenza domiciliare integrata con 381mila casi trattati in più (+615 per 100mila abitanti), di cui lo 0,1% in più di anziani e il -0,3% di pazienti terminali (che significa più riscorso agli hospice).
Idati 2017
Le struttures sanitarie (ospedale e territorio)
Secondo il nuovo annuario nel Servizio sanitario nazionale nel 2017 c’erano 1.000 strutture di assistenza ospedaliera, 8.867 per l’assistenza specialistica ambulatoriale, 7.372 per l’assistenza territoriale residenziale, 3.086 per l’assistenza territoriale semiresidenziale, 5.586 per l’altra assistenza territoriale e 1.122 per l’assistenza riabilitativa.
Le strutture che erogano assistenza ospedaliera e quelle che forniscono altra assistenza territoriale restano in maggioranza pubbliche (rispettivamente, 51,8% e 87,0%).
Sono invece in maggioranza private accreditate le strutture di assistenza territoriale residenziale (82,3%) e semiresidenziale (68,6%) e le strutture che forniscono assistenza riabilitativa (77,9%).
Il ministero confronta i dati del periodo 2014-2017 e mette in evidenza la riduzione degli ospedali motivandola con gli interventi di razionalizzazione delle reti ospedaliere che determinano la riconversione e l’accorpamento di molte strutture: il numero delle strutture pubbliche diminuisce del 2,0%, quello delle strutture private accreditate si riduce dell'1,7 per cento.
Diminuzione costante anche per le strutture di ambulatori e laboratori (1,7%) e più lieve per le strutture private accreditate (0,2%).
E anche il ministero mette in evidenza l’allargamento della forbice tra erogatori pubblici e privati accreditati per l’assistenza territoriale residenziale (-3,6% per il pubblico, +2,9% per il privato accreditato nel 2017 rispetto al 2014).
Per l’assistenza territoriale semiresidenziale l’incremento delle strutture è principalmente riconducibile agli erogatori privati accreditati per i quali, nel periodo temporale in esame, si registra un incremento del 2,5 per cento.
Anche nell’assistenza riabilitativa c’è nei tre anni considerati da ministro un incremento delle strutture private accreditate (1,8%).
Infine, per l’assistenza erogata da altre strutture territoriali, si rileva una diminuzione dello 0,6% per le strutture pubbliche e un aumento del 1,4% per le strutture private accreditate.
L'assistenza distrettuale
In media, a livello nazionale ogni medico di base ha un carico potenziale di 1.211 adulti residenti.
A livello regionale esistono notevoli differenze:
- per le Regioni del Nord, salvo alcune eccezioni, gli scostamenti dal valore medio nazionale sono positivi. In particolare il ministero evidenzia la Provincia Autonoma di Bolzano con 1.613 residenti adulti per medico di base (nella Provincia Autonoma il contratto di convenzione con il Ssn dei medici di base stabilisce quale massimale di scelte 2.000 assistiti);
- in tutte le Regioni del Sud, a eccezione della Sardegna, il carico potenziale dei medici di medicina generale è inferiore al valore medio nazionale; la Basilicata, in particolare, registra il valore minimo di 1.037 residenti adulti per medico.
Il carico medio potenziale per pediatra è a livello nazionale di 989 bambini, con un’ampia variabilità territoriale (da un valore di 862 bambini per pediatra in Sicilia a 1.236 bambini per pediatra nella Provincia Autonoma di Bolzano). Tutte le Regioni sono comunque caratterizzate da una carenza più o meno accentuata di pediatri in convenzione con il Ssn.
A fronte del carico potenziale dei medici di base (di medicina generale e pediatri), è possibile valutare il carico assistenziale effettivo, dato dal numero degli iscritti al Ssn (coloro che hanno scelto presso la Asl di competenza il proprio medico di base) per ciascun medico.
Nel 2017 sono stati rilevati in Italia 3.063 punti di guardia medica; con 11.688 medici titolari: 19 medici ogni 100.000 abitanti.
A livello territoriale si registrano situazioni estremamente diversificate sia per quanto riguarda la densità dei punti di guardia medica sia per quanto concerne il numero dei medici titolari per ogni 100.000 abitanti.
In Italia nel 2017 sono state prescritte 578.843.225 ricette con un importo di circa 9 miliardi di euro, con un costo medio per ricetta di 15,42 euro. Il costo medio per ricetta risulta molto variabile sul territorio, registrando il valore minimo in Toscana (12,73 euro) e quello massimo (20,13 euro) in Lombardia.
Nel 2017 sono stati assistiti a domicilio 1.014.626 pazienti; di questi, l’83,7% è rappresentato da assistibili di età maggiore o uguale a 65 anni e l’8,8% è rappresentato da pazienti terminali.
Le strutture di ricovero e cura
Il Ssn dispone, nel 2017, di circa 191mila posti letto per degenza ordinaria, 13.050 posti per day hospital, e 8.515 posti per day surgery.
A livello nazionale sono disponibili 3,6 posti letto ogni 1.000 abitanti; in particolare, i posti letto dedicati all’attività per acuti sono 3,0 ogni 1.000 abitanti.
La presenza di apparecchiature tecnico-biomediche (nelle strutture ospedaliere e territoriali) è in aumento nel pubblico, ma la disponibilità è molto variabile a livello regionale. Ci sono circa 96,9 mammografi ogni 1.000.000 di abitanti, con valori oltre 150 in due Regioni (Valle d’Aosta, Umbria).
Il ministero nella sua analisi sottolinea in particolare l’area dell’emergenza: il 55,0% degli ospedali pubblici è dotato di un dipartimento di emergenza e oltre la metà del totale degli istituti (65,4%) di un centro di rianimazione. Il pronto soccorso è presente nel 79,9% degli ospedali. Il pronto soccorso pediatrico è presente nel 17,4% degli ospedali.
Aggiornata il 19 settembre 2019