La dialisi può essere evitata attraverso la donazione. Dibattito ieri in sala Ajace «Ma la burocrazia soffoca la generosità dei donatori». «Servono normative diverse»
27 novembre 2016
Il consiglio di Federsanita’ : "Bisogna favorire le comunità solidali e investire in prevenzione e informazione per essere all’avanguardia"
di Giulia Zanello Il Friuli Venezia Giulia svetta per il numero di trapianti nella classifica nazionale. Nel primo semestre del 2016 sono stati effettuati 57 trapianti di cui 32 di rene, 12 di cuore e 13 di fegato. Lo scorso anno erano 42 e nonostante i numeri siano ben lontani da altre regioni virtuose quali Lombardia e Veneto, considerate le dimensioni del Fvg, il risultato è più che lodevole. Ma non solo. I pazienti con insufficienza renale cronica, non ancora in dialisi, possono essere trapiantati utilizzando il rene di un donatore deceduto e la nuova opportunità è già diventata realtà lo scorso giugno nel Centro trapianti renali di Udine, con il trapianto preemptive. Un’opzione che, come sottolineato ieri nel corso del convegno «Programmi di sviluppo del trapianto renale in Friuli Venezia Giulia: focus sul trapianto preemptive» – organizzato in sala Ajace dal direttore della struttura operativa complessa di Nefrologia dialisi e trapianto renale dell’Azienda sanitaria universitaria integrata Domenico Montanaro, in collaborazione con l’associazione emodializzati-dialisi e trapiantati del Fvg (Aned) – rappresenta un vantaggio per le persone affette da insufficienza renale cronica avanzata, ma necessita ancora di un’adeguata informazione e conoscenza. «Migliorare le condizioni di vita dei pazienti anche guardando alla modalità di trapianto di rene prima di iniziare la dialisi attraverso donatori deceduti rappresenta un’importante prospettiva per il futuro – ha affermato l’assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca –». Se però la regione rappresenta una realtà felice dal punto di vista della cultura del dono, la burocrazia rischia di “soffocare” la generosità. È il pensiero di Giuseppe Napoli di Federsanità, intervenuto alla tavola rotonda «Il trapianto renale in Fvg: strategie di intervento per aumentare e migliorare l’offerta e i risultati», moderata dal caporedattore del Messaggero Veneto, Paolo Mosanghini. «L’informatizzazione regionale non è al passo e se Regione e sistema sanitario non dialogano si vanifica la generosità dei cittadini. Bisogna favorire le comunità solidali – ha aggiunto Napoli – e investire in prevenzione e informazione per essere all’avanguardia». A portare la posizione di Aned Antonio Gobetti il quale, dopo aver sottolineato gli importanti risultati raggiunti dal Centro trapianti, non ha tuttavia esitato a rilevare l’esigenza di una normativa sul prelievo di organi a cuore fermo, che consentirebbe a molti malati un risparmio di sofferenza evitando la dialisi, ridurrebbe i costi e migliorerebbe il sistema sanitario. Sollecitato dalle domande di Mosanghini, Amato De Monte (Ado), pur sottolineando l’impegno delle associazioni, ne ha però rilevato un talvolta accentuato protagonismo, richiamandole a una maggiore promozione della cultura del dono mantenendo viva la sensibilità e veicolando il messaggio non solo in occasione di eventi. Prima del dibattito con i responsabili delle strutture nefrologiche della regione, è stato Franco Citterio a illustrare aspetti chirurgici, clinici e terapeutici del trapianto preemptive: «È semplice, sicuro e l’operazione prima della dialisi non solo allunga la vita ma ne migliora la qualità. Per questo il paziente informato sceglie il trapianto, non la dialisi».
Aggiornata il 29 novembre 2016