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I ministri Turco, Bindi e Ferrero plaudono alla nuova confederazione con priorità per l’’integrazione sociosanitaria e il fondo per la non autosufficienza

14 ottobre 2006

Famiglia, integrazione sociosanitaria, contributo di solidarietà, autonomia delle Regioni e dei direttori generali all’interno della proprie aziende. Sono, questi, solo alcuni dei temi trattati dai ministri Livia Turco, Rosy Bindi, Paolo Ferrero alla tavola rotonda che si è svolta nell’ambito del primo Congresso nazionale di Federsanità Anci.

“Il Patto per la Salute siglato con le Regioni – esordisce l’on. Turco - coinvolge direttamente gli  Enti locali  e, quindi, i cittadini e avrà bisogno per la sua attuazione di un notevole impegno per  la valutazione della qualità dei servizi e dei costi delle prestazioni  più appropriate e, in sintesi, un azione di governo concertata con Enti locali associazioni, i cittadini, le forze sociali e tutti i soggetti professionali coinvolti per un percorso di condivisione”. Il ministro per la Salute ha quindi evidenziato gli aspetti più innovativi sia nella programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociosanitari, con grande attenzione per l’integrazione tra Sanità e Assistenza, la promozione della salute e la continuità assistenziale. “Il cuore della Finanziaria 2007 – ha dichiarato la Turco -  pone  al centro il sostegno ai ceti più deboli, alle famiglie e alle politiche sociali con un sensibile incremento dei fondi per la sanità che sono complessivamente 99 miliardi”. Le fa eco la ministra Bindi che ha evidenziato come in dieci anni in Italia la spesa per la sanità sia più che raddoppiata. L’on Bindi, inoltre, sul tema della non autosufficienza e dell’assistenza domiciliare, che riguarda un terzo della popolazione, ha detto, che risulta fondamentale il ruolo della famiglia che bisogna sostenere alla luce dei mutamenti sociali.

Per parte sua il neo presidente di Federsanità Anci, Pier Natale  Mengozzi, ha posto ai ministri  tre riflessioni e raccomandazioni importanti. Dopo aver ribadito che gli amministratori locali non  intendono più occuparsi di gestione, che spetta ai direttori generali delle aziende sanitarie, bensì essere coinvolti nelle programmazione regionale, per favorire l’integrazione sociosanitaria, come confederazione nazionale riteniamo avere titolo, per la rappresentatività raggiunta in questi anni, per capire e discutere insieme ai ministeri deputati, i temi e le problematiche di salute e welfare. “Possiamo contare di più – ha detto Mengozzi -  per rappresentare tutti i cittadini attraverso gli enti locali e le aziende sanitarie, con la volontà di interloquire a pieno titolo nei meccanismi di concertazione”.

“Unica strada per garantire l’attivazione “stabile” di un fondo per la non autosufficienza, che vada al di là di questo primo stanziamento di 50 milioni, è quella del contributo di solidarietà –ha dichiarato il ministro per le politiche sociali Paolo Ferrero -. Pertanto è importante stabilire percorsi chiari di individuazione di punti di accesso sul territorio caratterizzati dalla sinergia tra i diversi servizi impegnati nel sociosanitario”.

Da parte di tutti i ministri presenti è stato quindi riconosciuto il ruolo propositivo della Confederazione sia a livello nazionale sia regionale.

Ha avuto, infine, grande eco, la proposta lanciata sul tavolo dal neopresidente, di costituirsi come agenzia  per una validazione e una qualificazione delle competenze dei direttori generali per offrire una certificazione nella formazione, competenza ed esperienza, nella conduzione delle aziende sanitarie locali. La proposta ha trovato la condivisione dei ministri presenti nelle rispettive competenze in materia di programmazione, gestione e controllo, dove il direttore generale è il punto di snodo della politica e della gestione del territorio.

Aggiornata il 16 maggio 2013