Emergenza urgenza. Le manovre di primo soccorso si imparano a scuola. Presentato il progetto del Miur, Salute e Sis 118
7 novembre 2017
Il progetto coinvolgerà 4.500 alunni di tredici province delle scuole dall’infanzia alla secondaria di II grado. In linea con la legge sulla “Buona Scuola”, partirà in via sperimentale il prossimo febbraio. Fedeli: “Nozioni di primo soccorso fondamentali per cittadine e cittadini attivi e consapevoli”. Lorenzin: “Insegnare tecniche primo soccorso nelle scuole fa la differenza per ridurre drasticamente eventi drammatici”
07 NOV - Imparare a riconoscere le situazioni di pericolo e le circostanze che richiedono l’intervento di un adulto o dell’ambulanza, apprendere il funzionamento e l’utilizzo di un defibrillatore e imparare manovre di primo soccorso come il massaggio cardiaco, la disostruzione delle vie aeree e di primo soccorso nel trauma.
Sono le principali nozioni che alunne e alunni, studentesse e studenti delle scuole italiane, dall’infanzia alla secondaria di II grado, acquisiranno partecipando al percorso formativo “Primo soccorso a scuola”, realizzato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dal Ministero della Salute, in collaborazione con il SIS 118 (Società italiana sistema 118). Il progetto, che attua il comma 10 dell’articolo 1della legge 107 del 2015, la “Buona Scuola”, partirà in via sperimentale il prossimo febbraio.
Il progetto è stato presentato oggi al Miur dalla Ministra Valeria Fedeli, insieme a Mario Balzanelli, presidente della SIS 118 (Società italiana sistema 118), Francesco Fedele, presidente della Federazione italiana di cardiologia, Paolo Sciascia, dirigente dell’Ufficio III della direzione generale per lo studente del Miur, Andrea Urbani, Direttore generale della Programmazione sanitaria del Ministero della Salute. La Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, non potendo essere presente ha inviato un messaggio.
Il progetto “Primo soccorso a scuola” coinvolgerà le scuole di tredici province: Trieste, Padova, Sondrio, Savona, Macerata, Perugia, Pistoia, Latina, Campobasso, Salerno, Taranto, Vibo Valentia, Sassari. Per ciascuna provincia saranno selezionate 14 classi (1 classe della scuola dell’infanzia; 1 classe seconda e 2 classi quinte della scuola primaria; 2 classi prime e 2 classi seconde della scuola secondaria di primo grado; 2 classi seconde, 2 classi quarte e 2 classi quinte della scuola secondaria di secondo grado), per un totale di circa 4.500 studentesse e studenti, che saranno coinvolti in due mesi di corsi teorici e pratici.
Gli operatori del 118, delle società scientifiche e del volontariato realizzeranno i percorsi formativi nelle scuole insieme alle e agli insegnanti e ai dirigenti scolastici che potranno trovare tutte le informazioni utili, i materiali didattici, la presentazione della sperimentazione e uno spazio dedicato alle varie esperienze formative in un portale ad hoc che sarà on line a gennaio. Una cabina di regia nazionale sarà costituita con il compito di supervisionare e curare i materiali che saranno inseriti nel portale, per la compilazione dei quali saranno consultati esperti delle società scientifiche, del volontariato e dell’editoria di settore. Al termine della sperimentazione, prevista per la metà del mese di marzo 2018, e dopo la presentazione dei report territoriali ai componenti della cabina di regia, verrà definito il programma formativo per l’avvio del progetto nell’anno scolastico 2018/2019.
“Con il progetto ‘Primo soccorso a scuola’ – ha dichiarato Fedeli – diamo attuazione a un comma fondamentale della Legge 107 che rivolge un’attenzione specifica alle tecniche di primo soccorso, affinché vengano insegnate in tutte le nostre scuole. Partiamo quest’anno con una sperimentazione, per poi portare il progetto in tutte le istituzioni scolastiche italiane a partire dall’anno scolastico 2018/2019. Imparare a riconoscere le situazioni di emergenza e di pericolo, saper assistere una persona in difficoltà nell’attesa che arrivino i soccorsi è fondamentale. Anche questi sono strumenti per una cittadinanza attiva e consapevole, per rafforzare nelle nostre giovani e nei nostri giovani la capacità e la volontà di partecipare alla costruzione e al miglioramento di una società più attiva e solidale”.
“La conoscenza delle tecniche di Primo Soccorso può salvare innumerevoli vite – ha ricordato Beatrice Lorenzin nel messaggio inviato alla Ministra Fedeli e ai partecipanti alla conferenza stampa – portare questa conoscenza all’interno degli istituti scolastici significa sviluppare tra i giovani una cultura del primo soccorso per renderli consapevoli che le proprie capacità ed i propri comportamenti possono fare la differenza. In tal modo sarà possibile incrementare sensibilmente la cultura della sicurezza e l’efficacia degli interventi in emergenza: rappresenta una maniera concreta affinché il rischio che si verifichino eventi drammatici, facilmente evitabili, si riduca drasticamente”.
“È essenziale è che qualcuno prima che dell’arrivo del 118 sappia fare manovre di primo intervento che possono salvare la vita ossigenando cervello e cuore – ha detto Mario Balzanelli, presidente della SIS 118 – lo strumento più rivoluzionario di cui disponiamo sono le mani. Ci preoccupiamo tanto delle risorse da allocare e di come organizzare i servizi, ma dimentichiamo che le mani sono lo strumento più idoneo per contrastare la tempo dipendenza della morte. Il massaggio cardiaco si fa con le mani, la defibrillazione precoce con un dito della mano, le manovre di disostruzione delle vie aeree e le manovre di compressione delle emorragie esterne si fanno sempre con le mani, e a costo zero. La scuola è il primo luogo dove si insegna il primo soccorso per dare ai ragazzi la consapevolezza della partecipazione a una società più solidale”.
Aggiornata il 8 novembre 2017