Salute: III Commissione audizioni impatto Covid-19 su residenze anziani Fvg
10 settembre 2020
L'utilità di un'analisi supportata da dati numerici costantemente aggiornati, un confronto concreto e attivo con le parti sociali, la formazione continua per gli operatori di Case di riposo e di Unità speciali di continuità assistenziale (Usca). Ma anche i contatti diretti tra familiari e ospiti delle residenze protette, i problemi legati alle necessità dei trattamenti medici non legati strettamente al Covid-19, il potenziamento delle strutture territoriali e una strategia comune tra aziende sanitarie per definire con chiarezza il ruolo delle singole realtà.
Questi alcuni dei temi trattati oggi a Trieste durante i lavori della III Commissione consiliare, riunita in Aula e chiamata a elaborare i contenuti di una serie di audizioni in videoconferenza dedicate alla gestione delle residenze per anziani nella fase di emergenza da Coronavirus.
Suddivisi in blocchi tematici secondo il criterio della competenza specifica, i professionisti intervenuti hanno posto all'evidenza di Giunta Fvg e consiglieri regionali anche approfondimenti legati a cifre su tamponi e screening, protocolli passati, presenti e futuri, studi in fase di completamento e nuove opzioni scientifiche e tecnologiche per affrontare in maniera concreta e sempre più specialistica (anche sotto il profilo umano e sociale) l'evoluzione di quella che è stata definita come un autentico tsunami e, in seconda battuta, una bomba esplosa improvvisamente tra le mani di tutti i Paesi del mondo. Un'emergenza che nessun esperto, è stato aggiunto, era in grado di affrontare e che ha reso per forza di cose inefficaci i precedenti regolamenti.
La seduta nell'emiciclo di piazza Oberdan è stata aperta dal documento che il segretario generale del Sindacato pensionati italiani (Spi) Cgil Fvg ha presentato anche in rappresentanza dei colleghi della Federazione nazionale pensionati (Fnp) Cisl e della Uil Pensionati.
La nota, chiedendo un'integrazione dei dati analitici relativi alla situazione delle case di riposo del Friuli Venezia Giulia, sottolineava anche l'importanza della formazione riguardo le modalità di prevenzione degli operatori diretti e indiretti delle strutture per anziani, la necessità di dispositivi specifici e controlli adeguati, nonché della ripresa dei rapporti tra assistiti e familiari. L'auspicio è stato quello di giungere a un piano strategico di rafforzamento dei servizi territoriali e domiciliari con aumento del personale che passi anche attraverso un reclutamento di nuovi medici di famiglia.
La Giunta regionale ha replicato ricordando le numerose occasioni di confronto organizzate negli ultimi mesi e l'ampio numero di risposte fornite. Non ultime quelle già regolarmente espresse sotto forma numerica e che oggi hanno aggiunto come, a fronte di un rapporto tra tamponi e popolazione che a livello nazionale si assesta a quota 3,7 pc, in Friuli Venezia Giulia sia invece stato del 6,8 pc per poi salire fino al 97 pc nelle case di riposo. Apprezzamenti sono giunti anche da parte dell'Istituto superiore di sanità, mentre i casi di positività nelle residenze protette di Trieste sono stati del 31,1 pc a fronte di un 58,4 pc nazionale. Un nuovo regolamento sulle Case di riposo, inoltre, è stato preannunciato entro fine anno.
Il direttore generale dell'Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina (Asugi) ha evidenziato il piano organico elaborato e in grado di affrontare gli scenari ipotizzabili, mentre il direttore dei servizi sociosanitari dell'Azienda sanitaria Friuli Occidentale (Asfo) ha sottolineato come la sanità territoriale costituisca un incrocio tra competenze cliniche, sociali e assistenziali, auspicando un percorso traversale basato sulla flessibilità per poi intervenire con una task force specifica.
Grande importanza è stata attribuita all'apporto dei medici di Medicina generale e alla formazione emotiva degli addetti. Il direttore della clinica Malattie infettive dell'Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale (Asufc) ha evidenziato il valore dell'elasticità e della capacità di fare tesoro dell'esperienza acquisita sul campo. Alle richieste da parte dei consiglieri di esplicite analisi e di protocolli legati alle evoluzioni future, i professionisti hanno ricordato come il 100 per cento degli screening degli ospiti e del personale delle case di riposo sia stato effettuato già a fine aprile e come attualmente si stia completando il quinto giro con un numero massimo di tamponi eseguibili che, ben presto, potranno salire a 3.500 nell'arco di 24 ore. ACON/red
Aggiornata il 10 settembre 2020