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Salute DDL 173, auditi in III Commisisone, legge necessaria, salvare i consorzi

4 ottobre 2022

La disabilità è un pugno nello stomaco che colpisce una famiglia nel momento più bello della vita, la nascita di un figlio. Per questo motivo c'è bisogno del sostegno, anzi quasi dell'abbraccio, delle istituzioni.

Le parole di Carlo Grilli, assessore a Trieste e rappresentante di Federsanità Anci, ben fotografano l'importanza del ddl 173 oggi al centro di una lunga serie di audizioni in III Commissione, sotto la presidenza del leghista Ivo Moras.

Il disegno di legge presentato dalla Giunta è destinato a prendere il posto di una legge 41 ormai anacronistica anche sotto il profilo culturale e terminologico, nella quale - come ha ricordato il presidente della Consulta regionale delle associazioni, Mario Brancati - si parla ancora di handicappati. E ha riscontrato in generale l'apprezzamento dei portatori di interesse nel corso degli interventi della prima parte della mattinata.

È stato proprio Brancati, in rappresentanza della Consulta che riunisce 80 diverse associazioni impegnate sul tema della disabilità, a sottolineare per primo un aspetto richiamato poi da molti altri interventi: l'obiettivo di garantire livelli omogenei di risposta a tutti i cittadini del Friuli Venezia Giulia, sia che abitino in città sia che abitino nei paesi o nelle aree interne. La Consulta dà un giudizio positivo del testo di legge, ma attende - ha sottolineato ancora il suo presidente - "le ricadute concrete del ddl, in quanto si tratta di una legge-quadro".

Prima valutazione positiva anche da parte del Cal, il Consiglio delle autonomie locali. "Stiamo parlando di un settore caratterizzato da bisogni in aumento - ha osservato la presidente Francesca Papais, sindaco di Zoppola - a dispetto del trend demografico in discesa. Era quindi necessario fotografare i nuovi bisogni del mondo della disabilità. Abbiamo apprezzato anche le norme transitorie che garantiscono continuità ai servizi".

Sul medesimo tema si è soffermato Francesco Martines, in qualità di vicepresidente dell'Anci Fvg. "I princìpi della legge sono ampiamente condivisi - ha detto il vicesindaco di Palmanova - ma raccomandiamo la massima attenzione verso i Comuni, che sono un po' il front-office delle istituzioni, e verso i Consorzi Campp e Cisi che hanno una lunga esperienza, da valorizzare".

Concetti ribaditi da Linda Tomasinsig, rappresentante del Consorzio isontino servizi integrati e sindaco di Gradisca d'Isonzo: "Accogliamo con favore la revisione della legge 41, ma attenzione a non spostare il baricentro degli interventi sulla componente sanitaria. Vanno valorizzate infatti le esperienze socio-educative, che devono rimanere di competenza dei Comuni. Sono i municipi che hanno voluto il Cisi, oggi punto di riferimento per tanti cittadini".

La dialettica tra gestione sanitaria e risposte socio-educative si è presto imposta come tema centrale degli interventi. Con Fabio Ramani, direttore dei servizi socio-sanitari di Asugi, che ha voluto rassicurare i Comuni sulla continuità della collaborazione storica tra Comuni, "cha anzi sarà rafforzata".

Mentre Carlo Francescutti, direttore dei servizi socio-sanitari di Asfo, ha sottolineato che "la grande maggioranza degli utenti dei servizi di residenzialità ha disturbi di neuro-sviluppo e, quindi, problematiche di tipo sanitario. Il tema dunque - ha concluso - non è la sanitarizzazione, ma l'esigenza di mettere le persone con questo tipo di disabilità nelle mani di equipe adeguate".

Denis Caporale, direttore generale di Asufc, dal canto suo ha voluto ribadire l'importanza del ruolo del Campp nel territorio di sua competenza. Inoltre, ha messo in luce l'importanza di "arrivare finalmente all'applicazione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), assicurando modelli uniformi sul piano gestionale e superando le attuali frammentazioni".

Mentre Walter Zalukar (Gruppo Misto) ha espresso un sintetico giudizio positivo sul ddl, i consiglieri Mariagrazia Santoro (Pd) e Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) sono tornati sul tema-Consorzi. "L'articolo 17 del ddl toglie titolarità ai Comuni - ha detto la consigliera dem - e le dà alle Aziende sanitarie: questo è uno snodo importante, perché in Fvg le Aziende sono soltanto sanitarie e non sociosanitarie, in quanto spetta ai Comuni decidere a chi affidare i servizi". "Il tema è proprio quello della partecipazione alle scelte - ha osservato Honsell - in quanto l'Azienda sanitaria non ha espliciti strumenti in questo senso". Anche Mauro Di Bert, capogruppo di Progetto Fvg/Ar, nell'apprezzare la generale condivisione del testo di legge, ha auspicato "che non vengano disperse esperienze come quella del Campp".

La preoccupazione, ha ribadito Martines per l'Anci, è che non basti la Conferenza dei sindaci dell'Asufc per controllare in modo puntuale quel tipo di attività. "Proprio per risolvere questo problema e dissolvere i legittimi timori di Campp e Cisi - è intervenuta Papais per il Cal - è stato istituito un tavolo di confronto, e su questo è arrivata un'apertura dal vicepresidente Riccardo Riccardi".

Chiamato in causa, il vicegovernatore con delega alla Salute ha osservato che "il tema dei Comuni è importante, ma molti anelli di questa catena rispondono a criteri di sanitarizzazione, come ha detto efficacemente Francescutti. Dunque, la componente sanitaria non è marginale. E attenzione: gli amministratori dei Comuni devono definire gli standard e farli rispettare, ma non possono assegnarsi compiti di gestione".

Aggiornata il 5 ottobre 2022