OMS Europa. Età media record 76 anni, ma la salute è minacciata dalla crisi economica
15 marzo 2013
Pubblicato il rapporto sullo stato di salute dei 900 milioni di europei che vivono nei 53 paesi della regione europea dell'Oms. Il livello di salute è in netto miglioramento ma una minaccia incombe: " Se crisi economica e tagli alla sanità si misceleranno scenderà la speranza di vita e dovremo fare i conti con nuove pandemie".
Il livello generale di salute dei 900 milioni di europei che vivono nei 53 Paesi della Regione europea dell'Oms migliora costantemente. Anche se restano molte diseguaglianze tra un Paese e l'altro e all'interno dei singoli Paesi. Ma la vera minaccia sta nella crisi economica e sociale che sta investendo il continente. " Se alla crisi economica si accompagneranno tagli alla sanità - si legge nel rapporto - saranno messi a rischio i successi sanitari sin qui ottenuti. Nella speranza di vita, ma anche nella tutela dell'ambiente, con la possibilità di vedere in atto nuove o riemergenti malattie infettive ad alta patogenicità e potenziale pandemico".
Insomma un rapporto che non si tira indietro di fronte ai dilemmi che le economie di tutta Europa stanno attraversano in materia di welfare e sanità pubblica e sul come far conciliare penuria di risorse con il mantenimento di livelli accettabili di protezione socio-sanitaria alla popolazione.
Un allarme che l'Oms rivolge ai Governi dei 53 Paesi membri affinché valutino a cosa si potrebbe andare incontro con tagli drastici alla sanità. Ma vediamo i primncipali indicatori segnalati nel rapporto.
L'aspettativa di vita è in aumento in tutta la Regione ed è aumentata di 5 anni a partire dal 1980 per raggiungere i 76 anni nel 2010. Questo grazie soprattutto alla riduzione di alcune cause di morte e degli sforzi per affrontare i fattori di rischio, ma anche per il miglioramento delle condizioni socio-economiche.
Le persone di oltre 65 anni di età si prevede che costituiranno più del 25% della popolazione totale della regione entro il 2050. Tuttavia, esistono forti disuguaglianze nella speranza di vita, sia tra uomini e donne che tra i paesi e tra i gruppi di popolazione. Ad esempio, l'aspettativa di vita per le donne ha raggiunto una media di 80 anni nel 2010, mentre quella per gli uomini è di 72,5 anni. Stile di vita e differenze professionali - sottolinea l'Oms - possono in gran parte spiegare questo divario.
Il rapporto delinea anche un continuo calo della mortalità complessiva, anche se i tassi variano notevolmente in tutta la Regione. Essi sono più elevati nella parte orientale della Regione europea, mentre i più bassi si registrano nei paesi occidentali. Le malattie croniche rappresentano la percentuale più elevata di morti: circa l'80%. Poi si rilevano le malattie del sistema circolatorio (cardiopatia ischemica, ictus, ecc) che rappresentano quasi il 50% di tutti i decessi, seguite dal cancro, che causa circa il 20% dei decessi.
Le malattie trasmissibili, sono meno frequenti in Europa che nel resto del mondo, ma rimangono una preoccupazione, in particolare la tubercolosi (TB), l'HIV e le altre malattie sessualmente trasmissibili. L'incidenza dell'AIDS è in diminuzione, tuttavia, è da sottolineare l'importanza di un trattamento efficace, mentre i morti per tubercolosi sono scesi del 30% tra il 1990 e il 2010.
I principali fattori di rischio per la salute per i cittadini europei oggi includono il tabacco (fuma il 27% degli europei in età superiore ai 15 anni) e l'uso nocivo di alcol, responsabile del 6,5% di tutte le morti.
" La Regione Europea sta subendo importanti cambiamenti che stanno plasmando nuove priorità per la salute, per la prevenzione delle malattie e per l'assistenza del futuro. Le tendenze individuate nella presente relazione ci aiutano ad anticipare alcune delle sfide che l'Europa sta affrontando e che dovremo affrontare in futuro ", ha detto Zsuzsanna Jakab, Direttore Regionale OMS per l'Europa. " Ma ci sono disuguaglianze persistenti e diffuse in materia di salute in tutta la regione e in alcuni casi si registra un deterioramento che dobbiamo affrontare prioritariamente per migliorare la situazione"
L'Europa della salute in 7 flash
* L'Europa ha il più basso tasso di mortalità infantile al mondo (7.9 per 1000 nati vivi), a seguito di una riduzione del 54% della mortalità infantile tra il 1990 e il 2010, anche se i tassi variano da un paese all'altro in maniera sconvolgente.
* La mortalità materna è diminuita del 50% dopo il 1990, ad un tasso di mortalità di 13,3 morti materne ogni 100 000 nati vivi nel 2010.
* Le morti per incidenti stradali sono diminuite del 50% dopo il 1990, grazie ad una diminuzione degli incidenti stradali, in particolare quelli causati dall'alcol.
* Il tasso di suicidio è diminuito del 24-40% in tutte le parti d'Europa rispetto agli anni ‘90. La diminuzione ha recentemente rallentato, tuttavia, dal 2088 in coincidenza con la crisi economica.
* L'aumento della percentuale di popolazione che vive in aree urbane ha raggiunto il 70% nel 2010 e si prevede che superi l'80% entro il 2045.
* Il cancro ha sostituito le malattie cardiovascolari come la principale causa di morte prematura (prima dei 65 anni) in 28 dei 53 paesi della regione.
* I migranti che vivono in Europa si stimano che in 73 milioni (il 52% dei quali sono donne) pari a circa l'8% della popolazione totale. I migranti sono in genere più giovani, meno abbienti, con più probabilità di ammalarsi e hanno meno accesso ai servizi sanitari rispetto alla popolazione generale.
Concentrarsi sul benessere
Il Rapporto sulla salute europea 2012 si concentra in particolare sul benessere, che costituisce parte integrante della nuova strategia europea per la salute, 2020 Salute, approvata dai 53 Stati membri dell'Unione europea nel mese di settembre 2012. Per la prima volta in oltre 60 anni, l'Oms Europa mira a fornire chiarezza nella definizione del benessere, definendo i metodi per misurarlo e svilupparlo come obiettivo regionale, impegnandosi a mettere a punto appositi indicatori entro la fine del 2013.
Il Rapporto sottolinea che il benessere e la salute sono concetti interattivi e multidimensionali, con alcuni determinanti comuni, come il sistema sanitario. Garantire una buona vita non è esclusiva di un solo settore o di un servizio, ma un concetto multidimensionale con più determinanti. Per questo l'Oms richiede un approccio che coinvolga tutte le componenti dei Governi e della società.
" Tutte le società e le culture apprezzano il benessere e la salute quasi nella stessa misura. Il benessere fa parte definizione Oms di salute dall'inizio della vita dell'Organizzazione oltre 60 anni fa ed è giunto il momento che noi e i nostri partner e le parti interessate inizino a monitorare l'avanzamento del benessere, che è così indissolubilmente legato alla salute ", sottolinea Claudia Stein, direttore della Divisione informazioni, evidenze, ricerca e innovazione dell' Oms Europa e responsabile del Rapporto 2012.
Aggiornata il 13 giugno 2013