Medici in sciopero contro la manovra 2009
18 luglio 2008
Il Sole 24 ore (www.sanita.ilsole24ore.com)
Incalza Giulio Tremonti: la sanità non ha subito alcun taglio e comunque ben venga «l'azione moralizzatrice della magistratura» nelle gestioni delle Asl e degli ospedali. Aggiunge il superministro del Welfare, Maurizio Sacconi: «Nella aree inefficienti deve finire la ricreazione» nella gestione dei denari per la salute pubblica. Il Governo fa la voce grossa ma apre i cordoni della borsa e mette sul piatto 400 milioni (1,2 miliardi in 3 anni) di tasca propria per rimborsare a metà la soppressione del superticket da 10 euro sulla specialistica fin dal 2009.
Però incassa ancora una volta il «no» delle Regioni che lamentano tagli miliardari. E accanto ai governatori con i quali peraltro hanno da sempre rapporti poco idilliaci questa volta scendono in campo anche i medici: con la manovra si colpisce al cuore la categoria e il Ssn, attaccano le principali sigle sindacali. Che annunciano: tre giorni di sciopero a ottobre con manifestazione romana. «Dichiariamo aperta una stagione di mobilitazione», fanno sapere i camici d'Italia a Berlusconi, Tremonti e Sacconi.
Ancora una giornata di (parziali) schiarite e di nuove tempeste, quella di ieri, per i destini del Ssn. Nel maxi emendamento del Governo su cui lunedì la Camera voterà la fiducia, è infatti risalita da 50 a 400 milioni, come anticipato, la quota che il Governo si assume per la parziale copertura dell'azzeramento del superticket. Una somma che varrà anche per il 2010 e per il 2011. Ma l'apertura continua a non bastare alle Regioni, che reclamano il rispetto di precedenti impegni: il Governo, affermano, deve pagare tutto.
Mentre Tremonti, sostenuto in pieno da Sacconi e da Raffaele Fitto, dice che invece già per il 2009 la dotazione del Fondo sanitario è stata incrementata di 526 milioni (comprensivi dei 126 milioni per il rinnovo delle convenzioni). Non è vero, ribattono i governatori: mancheranno all'appello tra 7 e 9 miliardi di euro. E fanno sapere: il Governo vuole mettere i ticket.
In questa guerra di cifre, destinata ad andare avanti a lungo, ci sono intanto alcuni punti " fermi" e un orizzonte lungo il quale le parti si preparano a giocare il resto della partita. Il punto fermo è che fino al 30 giugno del 2009 contando sulla dote di 400 milioni del Governo da parte delle Regioni non dovrebbero esserci nuovi ticket. L'orizzonte è invece tracciato dal nuovo «Patto per la salute» che il decreto legge 112 impone di siglare entro il prossimo 31 ottobre, e che comunque, se non si arrivasse alla formalizzazione, il Governo anticiperà autonomamente.
La speranza dei governatori è di siglare un «Patto» che in qualche modo eviti loro di dover trovare i finanziamenti necessari per coprire la parte del superticket sulla specialistica (in tutto 834 milioni) ora scoperta. Servono altri 434 milioni: ma 7 milioni (per il 2009) sono previsti dai tagli di stipendi ai manager e altri 70 dalle cesoie da applicare agli «organismi politici» e agli «apparati amministrativi». Sulle spalle delle Regioni, insomma, resta un finanziamento da coprire per l'addio al superticket di 357 milioni. Che dovranno trovare con interventi di razionalizzazione o con i ticket. Prendere o lasciare.
Un cammino strettissimo, anche perché è il futuro «Patto» il vero guanto di sfida lanciato dal Governo. Alle Regioni e a tutto l'universo del Ssn, personale compreso. La ricetta della manovra triennale non ammette dubbi: taglio dei posti letto negli ospedali e riconversione al day hospital, riduzione del personale e dimagrimento dei fondi per la contrattazione integrativa, parametri standard per le strutture. E una raffica di ticket «automatici» durante l'anno non appena emergono rischi di splafonamento. La strada è tracciata.
Regioni e medici, per una volta apparentemente a braccetto, sono pronti alle barricate. Poi i conti si faranno col federalismo fiscale.
Aggiornata il 16 maggio 2013