Medici di guerra in Friuli l'unico ateneo - domani convegno sul ruolo dell'Università Castrense fra 1916 e 1917
20 ottobre 2011
Al tramonto dell'anno che ha segnato il 150° anniversario dall'Unità d'Italia, è doveroso ricordare quello che è stato senz'altro fra gli eventi più significativi della storia friulana durante primo conflitto mondiale fra il 1916 e il '17, un fenomeno che rimane ancora poco conosciuto eppure estremamente importante: a San Giorgio di Nogaro, all'epoca sede dell'ospedale militare più grande d'Italia, venne istituita l'Università Castrense, unico esempio di formazione medica in area bellica, ovvero una Facoltà di Medicina nella prima Università friulana nella quale si laurearono 467 studenti. « Nessun pezzo anatomico, arti mutilati o segmenti di cadavere aventi lesioni prodotte da armi e da traumi di guerra vada perduto. Si manderanno i pezzi in un ospedale viciniore e da qui verranno inviati all'Istituto di anatomia patologica della scuola medica di San Giorgio di Nogaro». Erano queste le disposizioni di una circolare militare del febbraio 1916 inviata ai direttori degli ospedali da campo. Circolare che introduce efficacemente il ruolo che durante la Grande Guerra rivestì l'Università Castrense, un'esperienza breve la cui azione però segnò la storia della medicina italiana, grazie a una generazione di medici formati nelle sue aule e nelle corsie improvvisate fra rombi di cannone ed esplosioni di granate. Nel 1916 San Giorgio di Nogaro era diventato l'arsenale della Terza Armata con depositi di munizioni, cannoni, accampamenti di truppe e ospedali. In pochissimo tempo il cuore del paese fu trasformato nel più grande ospedale da guerra d'Italia con ben 3.500 posti letto. A seguito delle prime quattro battaglie dell'Isonzo, che dissolsero da subito l'illusione di una " facile vittoria", la Sanità militare e la Croce Rossa colassarono con conseguente carenza di personale sanitario a tutti i livelli. Per far fronte alla contingenza il 9 gennaio 1916 vennero istituiti i " Corsi accelerati di medicina e chirurgia": si trattò quasi di un colpo di mano extra-parlamentare in quanto il decreto, in un primo momento respinto dal Senato, venne firmato dal Luogotenente Tomaso di Savoia, a Parlamento chiuso per le vacanze natalizie. In pochissimi giorni si costruirono baracche per le aule, presero forma le mense e i dormitori di quella che fu definita " Università Castrense", dal latino castrum, accampamento. Gli studenti di medicina e chirurgia che avevano interrotto gli studi perché chiamati alle armi vennero inviati qui per diventare medici sul campo, studiando ed esercitando grazie anche alla drammatica disponibilità di " arti mutilati e segmenti di cadavere" necessari per lo studio di anatomia, in quantità inimmaginabile in nessun altra facoltà italiana. Molti studenti dell'Università Castrense sarebbero diventati poi figure di spicco del mondo universitario e della ricerca medica italiana. Tuttavia, l'esperienza che rappresentò un unicum a livello mondiale fu trascurata dalla storia. Centocinquanta degli studenti-soldato dell'Università Castrense moriranno nel corso del conflitto. Alcuni genitori, assieme al diploma di laurea, ricevettero l'annuncio della morte del figlio. Francesca Artico
DOMANI
Un'esperienza unica al mondo: testimonianze a confronto
" L'Università Castrense a San Giorgio di Nogaro, 1916-1917: l'unico esempio italiano di formazione medica in area bellica", questo è il titolo del convegno che si terrà domani all'auditorium del palazzo della Regione dalle 14 alle 18: un approfondimento sull'esperienza storica che rappresentò un unicum a livello mondiale, una " Facoltà di medicina di guerra" in quella che fu la prima Università friulana. L'evento è organizzato congiuntamente dall'Aou Santa Maria della Misericordia attraverso Antonio Maria Miotti direttore della Soc Maxillo-facciale, e dall'Ass 5 Bassa Friulana, con il patrocinio della Regione, del Comune di San Giorgio di Nogaro, dell'Università degli studi di Udine, dell'Ordine dei medici della Provincia di Udine, della Cri, dell'Ordine di Malta e di Federsanità Anci. L'evento formativo si riferisce a un episodio fin qui poco conosciuto della Grande Guerra: la breve e intensa vicenda di una vera se pur effimera " Università nazionale italiana", che ebbe sede a San Giorgio di Nogaro tra il 1916 e il 1917, ma la cui azione segnò la storia della medicina italiana, anche con una straordinaria generazione di medici formate nelle sue aule e corsie improvvisate sotto i bombardamenti: è importante ricordare questo esempio, nell'anno in cui ricorre il 150° anniversario dell'Unità d'Italia, con la partecipazione delle istituzioni militari, sanitarie e accademiche all'epoca coinvolte. Euro Ponte, docente di Storia della medicina e direttore di Corso infermieristico della Cri, illustrerà la Storia della medicina militare italiana e dell'Università Castrense. Paolo Vanni, docente di Chimica medica e storico della Cri, descriverà l'apporto assistenziale della Croce Rossa e dell'Ordine di Malta nella 1^ Guerra Mondiale, sia lungo le linee del fronte che nelle retrovie, o negli ospedali nazionali. Gli attuali aspetti della moderna Sanità militare italiana, saranno evidenziati dal generale Federico Marmo. L'intervento di rappresentanti dell'attuale sistema formativo sanitario, sia del Servizio sanitario nazionale che universitario ma anche militare fornisce spunti per un'ottimizzazione dei diversi Percorsi formative, e per proposte per il futuro: a questo scopo è programmata una tavola rotonda, moderata dal direttore sanitario Fabrizio Fontana, con i presidi delle Facoltà di Medicina e Chirurgia di Padova, Trieste e Udine, il generale Marmo ed il presidente dell'Associazione nazionale primari ospedalieri Perrone Donnorso. La conclusione dei lavori è affidata ai direttori generali delle due aziende, Carlo Favaretti e Paolo Bordon. (f. a.)
Aggiornata il 16 maggio 2013