Medici di famiglia via alla rivoluzione
26 luglio 2016
È partita la "rivoluzione" dei medici di famiglia. Entro pochi mesi il nuovo assetto dell’assistenza e delle cure mediche sul territorio cambierà completamente volto. Con lo scorso 30 giugno infatti si è chiuso il primo passaggio per l’adesione e la costituzione da parte dei "camici bianchi" delle Aggregazioni funzionali territoriali (le Aft, un acronimo con cui i cittadini-pazienti dovranno inevitabilmente cominciare a prendere confidenza) previste dalla riforma sanitaria regionale. Tutti i 210 medici di medicina generale - i vecchio medico di famiglia - hanno dato la loro disponibilità all’Azienda 5 per aderire alla costituzione e all’avvio delle nuove strutture: i dottori, pur rimanendo nei loro studi, opereranno in pool e garantiranno nei territori di competenza una copertura maggiore del servizio. L’obiettivo è quello di garantire il servizio di assistenza medica almeno dodici ore al giorno, cinque giorni la settimana e anche il sabato mattina. Un sicuro vantaggio per i pazienti che dovranno abituarsi però anche ad avere a che fare - nelle situazioni di emergenza e fuori dagli orari "canonici" - con altri medici quando il "proprio" non sarà di servizio.
Uno degli altri obiettivi principali della riforma - ma questo diventerà realtà più gradualmente, probabilmente a partire dal 2017 - è quello di monitorare continuamente i pazienti più anziani e colpiti da malattie croniche, come ad esempio cardiopatie o diabete. Per questi malati che soffrono di patologie croniche scatterà la cosiddetta "medicina di iniziativa": ci sarà periodicamente la chiamata da parte degli operatori sanitari del paziente che non dovrà più essere lui a presentarsi dal dottore quando ha bisogno. Sarà, inoltre, sviluppata l’assistenza nelle case di riposo, la prevenzione e la riabilitazione e strategie per sconfiggere il "cronico" problema delle liste d’attesa nelle visite specialistiche. «La nuova organizzazione della medicina di famiglia sul territorio - sottolinea Guido Lucchini, presidente dell’Ordine provinciale del medici e odontoiatri - ha l’obiettivo di rispondere meglio ai nuovi bisogni dei pazienti. Soprattutto le persone anziane e con patologie croniche. Si pensi - sottolinea il presidente dei medici - che un settantenne ha in media cinque malattie e assume, sempre in media, dai 5 ai 6 farmaci al giorno. Sono queste le necessità nuove cui dovremo sempre più rispondere come operatori sanitari». Gli attuali gruppi di medici dovranno gradualmente - entro il 2018 la riforma sarà a regime - trasformarsi e rendere operative le Aggregazioni: il prossimo passaggio è previsto per il 31 dicembre di quest’anno in cui dovranno essere già operative.
«La situazione nel territorio provinciale - fa sapere Giorgio Simon, direttore generale dell’Aas5 - è molto a buon punto. Tutti gli spazi necessari alle aggregazioni dei medici che opereranno in pool sono stati individuati nei vari Comuni. L’Azienda ha anche già messo a disposizione delle Aggregazioni il personale infermieristico che servirà di supporto sul territorio. Finora - ha aggiunto il direttore - si è fatto un buon lavoro con la collaborazione di tutti. Se non ci saranno inghippi credo che le Aft sul territorio pordenonese potranno essere operative anche prima della data ultima, la fine del 2016, fissata dalla normativa regionale».
Aggiornata il 26 luglio 2016