III Commissione Consiglio regionale : Serracchiani e Telesca su riordino Servizio sanitario
17 aprile 2014
(ACON) Trieste, 17 apr - ET - Non un aggiustamento estetico o lieve ritocco, ma una riforma sanitaria completa, a 360 gradi, coraggiosa, con al centro la persona e i suoi bisogni e la piena integrazione sociosanitaria.
Questa, in sintesi, la ratio del percorso di riforma sanitaria presentato alla III Commissione consiliare (presidente Franco Rotelli, PD) dalla presidente della Regione Debora Serracchiani e dall'assessore competente Maria Sandra Telesca.
È stata Telesca a fare il punto nave della situazione, per introdurre poi i temi sui quali si intende agire in linea con un cronoprogramma ben preciso e con un apposito disegno di legge, che verrà presentato al Consiglio il prossimo 10 luglio.
All'inizio del proprio mandato la Giunta ha fatto una ricognizione dalla quale sono emersi diversi punti critici e ritardi. Si tratta di tutta una serie di azioni che sono mancate negli anni e che - come nel caso del mancato avvio dell'accreditamento definitivo delle strutture sanitarie e socio sanitarie e della quasi nulla diffusione della ricetta elettronica (solo 1%) - sono propedeutiche all'avvio di qualsiasi riforma. Agendo su queste, ha spiegato Telesca, si è lavorato per recuperare il terreno perso prima di riscrivere un sistema nuovo, per una sanità che comunque è e resta buona.
Per partire con il piede giusto si è voluto svolgere un'analisi epidemiologica, dalla quale è risultato un quadro diverso da quello considerato finora. L'incremento dell'età media, la forte presenza di una popolazione anziana e la bassa natalità fanno in modo che la domanda sanitaria sia caratterizzata dall'incidenza di malattie croniche e polipatologie. 'Dobbiamo cambiare l'offerta sanitaria - ha spiegato l'assessore - perché non risponde più alla richiesta. Facendo ciò libereremo anche risorse, con le quali migliorare ulteriormente la qualità della nostra offerta'.
Concorrono alla formulazione della riforma anche 10 gruppi tecnici tematici con 80 tra professionisti nei vari campi sanitari, medici e scientifici.
Telesca ha poi evidenziato come la legge regionale, varata lo scorso novembre, sulle finalità e principi per il riordino dell'assetto istituzionale e organizzativo del Servizio sanitario regionale, contenesse già il concetto principe della futura riforma: il cittadino al centro. Si tratta di un cittadino che dovrà essere informato, anche attraverso un portale dove verificare le informazioni sulle specifiche offerte dei singoli presidi ospedalieri e i risultati degli stessi. 'L'idea è che non ci si curi per forza vicino a casa, ma ci si curi bene', ha spiegato l'assessore, ribadendo comunque che alcuni servizi debbano rimanere di prossimità. Importantissimo in questo assetto il ruolo del medico di medicina generale, figura centrale per la buona riuscita della riforma. All'utente va anche evitato il peso burocratico e amministrativo derivante dall'eccessiva frammentazione e disomogeneità delle regole tra le varie Aziende sanitarie. Da garantire, anche e soprattutto, la reale possibilità di avere cure a livelli omogenei per tutti, recuperando il senso del servizio sanitario comune a tutti, fuori dalle logiche particolaristiche.
Diventa quindi centrale il tema della revisione dell'assetto istituzionale del Servizio sanitario regionale. Alle attuali 11 Aziende presenti in varie forme, si sostituiranno gli 5 Enti per l'Assistenza Sanitaria, che integreranno i vari aspetti delle Aziende, siano essi territoriali che ospedalieri, anche quelli ospedaliero universitari.
Ecco lo schema di integrazione proposto e i rispettivi bacini d'utenza.
EAS1 Triestina - 240.000 abitanti, fusione tra ASS1 e Azienda ospedaliero Universitaria Triestina. EAS2 Isontina e Bassa Friulana - 255.000 abitanti, fusione tra ASS2 e ASS5. EAS3 Friuli montano collinare - 175.000 abitanti, fusione tra ASS3 con territori degli ambiti di San Daniele (compreso ospedale) e Tarcento EAS4 Medio Friuli - 250.000 abitanti, fusione tra Azienda ospedaliero Universitaria Udinese con l'ASS4 (compreso l'ospedale di Gervasutta, esclusi San Daniele e Tarcento) EAS5 Pordenonese - 315.000 abitanti, fusione tra ASS6 e Azienda Ospedaliera Pordenonese Gli IRCCS Burlo Garofolo (TS) e CRO di Aviano (PN) si integreranno con le EAS.
In questa architettura gioca un ruolo importantissimo la nascita di un'Agenzia per i servizi centralizzati, con autonomia giuridica, per la gestione centrale delle funzioni tecnico amministrative per l'acquisto di beni e servizi, la logistica di magazzino, la gestione amministrativa del personale e lo svolgimento di stazione appaltante per le 5 EAS, nonché il supporto per la programmazione. Secondo l'assessore, ciò non comporterà aumenti di costi del personale, ma la loro riallocazione.
La presidente Serracchiani ha evidenziato come la volontà sia di 'liberare gli EAS dalle carte perché possano occuparsi meglio dei cittadini'.
In coerenza, verrà rivista anche la rete ospedaliera. Nella riforma saranno descritti in dettaglio compiti e funzioni della rete e dell'assistenza primaria, con la revisione dei doppioni e il vaglio della casistica. L'assegnazione dei posti letto dovrà tenere necessariamente conto delle previsioni nazionali, 3 posti letto per acuti, 0,7 riabilitativi su 1000 abitanti. Dalle analisi svolte, risulta anche la necessità di costituire presto una rete rete regionale per patologie tempo dipendenti (infarto, ictus e trauma), percorso avviato con la costituzione della centrale operativa 118 unica regionale. Da riorganizzare anche i pronto soccorso e i punti nascita, dove non si raggiungono i numeri sufficienti di accessi per garantire i livelli di sicurezza minimi. Simile il discorso per le pediatrie. Grazie all'evoluzione tecnologica e per evidenti economie di scala è all'orizzonte un centro unico di analisi, mentre i punti di prelievo sul territorio potrebbero aumentare. Decisa anche la posizione nei confronti dell'eliminazione dei doppioni.
La presidente Serracchiani ha poi evidenziato gli obiettivi della strategia delle riorganizzazioni, che sono rappresentati dai diritti del cittadino durante il ricovero, dal modello organizzativo di 'hub and spoke' strutturale e funzionale, dalla riprogrammazione posti letto da norma nazionale e riduzione di posti letto nelle aree chirurgiche, materno infantile, potenziando quelle mediche e riabilitative, dall'individuazione di 3 livelli di ospedale per bacino di utenza e con scheda specifica per funzioni previste. Inoltre, ci saranno presidi ospedalieri unici, anche se con due sedi e mandati diversi, riconversione a assistenza primaria dei restanti presidi, meno punti nascita (scelti in base a criteri di sicurezza, ma anche di caratteristiche territoriali), meno pediatrie, chirurgie generali e ortopedie. Si ridurranno anche i pronto soccorso, trasformandosi alcuni in punti di pronto intervento aperti per 12 ore diurne che continueranno a far parte della rete dei servizi d'emergenza. Sarà rivisto il modello organizzativo dei laboratori d'analisi, si supereranno i doppioni nelle Aziende ospedaliero universitarie, l'organizzazione interna degli ospedali avverrà in base all'intensità di cure e con aree pluridisciplinari, saranno create reti funzionali di 'presa in cura' per patologia, si sviluperanno ulteriormente le attività di day hospital e day surgery, saranno definiti i numeri dei posti letto per aree funzionali. Tutti gli ospedali si dovranno integrare e coordinare con la rete della gestione del paziente cronico. L'ospedalità privata è ritenuta risorsa complementare e integrativa, che partecipa all'evoluzione della programmazione sanitaria.
Ecco il cronoprogramma illustrato dalla presidente.
Entro il 15 maggio ci saranno le relazioni conclusive dei primi gruppi tecnici; entro la fine di maggio saranno riorganizzati i punti nascita e le pediatrie; entro il 15 giugno arriveranno le schede ospedaliere con le funzioni riviste e l'eliminazione dei doppioni. Entro il 10 luglio al Consiglio verrà proposto un disegno di legge.
'Si tratta di uno schema di riforma ambiziosa, approfondita, che tocca temi rimasti fermi da troppo tempo. Partiamo dai bisogni del cittadino per creare un percorso importante, che è alla portata', ha detto Serracchiani evidenziando i primi risultati avuti con la sola riqualificazione della spesa in alcune realtà regionali. 'La riqualificazione non toglie servizi, ma permette di liberare risorse da utilizzare poi sul territorio'.
Dalle opposizioni, oltre a domande specifiche e alcune perplessità sull'unificazione degli ospedali e dei servizi sul territorio, un atteggiamento costruttivo e una manifesta disponibilità ad entrare nel vivo di quella che è stata definita la madre delle riforme. Il percorso è stato accolto con favore dalla maggioranza, con qualche punta di preoccupazione per la sua complessità e specifiche richieste di garanzie per i servizi sul territorio.
Aggiornata il 18 aprile 2014