Federsanità ANCI FVG
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Federsanita’ anci protagonista delle riforme conferenza permanente strumento fondamentale per il coinvolgimento degli amministratori nella programmazione e valutazione.

23 giugno 2005

’ Il Friuli Venezia Giulia è ancora un modello, il suo sistema sanitario è da considerarsi avanzato. In questa regione è stata ben intesa la volontà riformatrice che stava alla base del decreto 229/99 e dalla legge 328/2000, il cui obiettivo era la creazione di un sistema di politiche sociali integrato. La legge adottata dalla Regione va ancora oltre, perché ha avuto il coraggio di inserirsi nei meccanismi di potere, cercando un rapporto di collaborazione tra Regione, enti locali e aziende sanitarie’. Lo ha rilevato l’ onorevole Rosy Bindi, già ministro della Salute, intervenendo al convegno organizzato a Villa Manin dall’Assessorato regionale alla Salute e protezione sociale della Regione e da FEDERSANITA’ ANCI FVG, aggiungendo che ’ nelle regioni dove, pur anche a macchia di leopardo, si è realizzata la 328 grazie alla sinergia di comuni e aziende sanitarie, esiste un terreno fertile, che si può perfezionare’. In apertura del convegno nel portare i saluti del Comune ospite il sindaco, Vittorino Boem, presidente della “Conferenza permanente per la programmazione sanitaria, sociale e socio sanitaria regionale”, ha ricordato che tale organismo che attraverso i sindaci si propone di “fare sintesi” delle istanze delle comunità locali è “figlio” del decreto 229 e ha evidenziato l’opportunità del convegno che giunge proprio nella fase di attuazione dei “Piani di zona”. Nella sua introduzione il presidente di FEDERSANITA’ ANCI FVG, Giuseppe Napoli, ha richiamato le tappe fondamentali dell’Associazione fondata nel 1995 a livello nazionale e nel 1997 in Regione, con gli obiettivi prioritari di avviare una collaborazione propositiva tra amministratori locali e direttori delle Aziende sanitarie e ospedaliere, promuovere l’integrazione socio-sanitaria e il coinvolgimento degli amministratori locali nella programmazione e valutazione dei risultati di salute. “Temi comuni alle battaglie portate avanti con la Riforma Bindi” della quale, come ha puntualmente illustrato il vicepresidente nazionale, Pier Natale Mengozzi, l’Associazione è stata uno degli attori principali. Napoli si è, poi, soffermato sull’attività della Conferenza permanente (L. R.8/ 2001 e L. R. 23/2004), una delle sette in Italia (ndr. quasi totale la “coincidenza” con le Regioni in cui FEDERSANITA’ ANCI è presente) la cui istituzione è stata fortemente sostenuta da FEDERSANITA’ che collabora attivamente su tutti i temi oggetto di valutazione. “In Friuli Venezia Giulia – ha dichiarato - la Conferenza è “un organismo qualificato” che sta svolgendo il non facile compito di“superare i localismi” per “partecipare responsabilmente e con equilibrio alla programmazione regionale”.

Tra le altre sinergie attivate il presidente ha ricordato le iniziative più recenti, quali gli accordi con le Organizzazioni sindacali dei pensionati e con la Consulta regionale delle Associazione dei Disabili, i corsi realizzati con l’Istituto Regionale per gli Studi di Servizio sociale (IRSSES) sui Piani Attuativi Territoriali (PAT) e i Piani di zona (PDZ) e i prossimi con il Tutore pubblico dei Minori, nonché gli incontri con il Centro regionale servizi del volontariato.

Infine, Napoli ha lanciato un appello all’assessore Beltrame affinché prosegua con coraggio il percorso di riforme e riorganizzazione avviato attraverso il confronto propositivo e il lavoro comune con le Amministrazioni locali nello spirito dell’integrazione e del rafforzamento dei servizi sul territorio. “Se adeguatamente coinvolta –ha concluso- FEDERSANITA’ condividerà tale percorso “a tutela della salute dei cittadini” e si impegnerà per la sua attuazione sul territorio”.

Particolarmente interessante anche l’intervento del Presidente di FEDERSANITA’ ANCI Liguria, Paolo Veardo, assessore alla Città solidale del Comune di Genova, che ha riportato l’esperienza del “Piano regolatore sociale” e si è soffermato sul ruolo dei Comuni per affrontare le nuove emergenze, quali l’invecchiamento della popolazione e i servizi per gli ultrasessantacinquenni, nonchè le politiche per l’immigrazione, la casa e l’ occupazione. Forte poi l’ apprezzamento alla Regione FVG per l’attivazione della Conferenza permanente (“tenetevela stretta”ha dichiarato), un esempio che la Liguria intende seguire.

Un plauso ai provvedimenti della Regione Friuli Venezia Giulia è venuto anche dal vicepresidente nazionale Mengozzi, che ha inoltre ricordato l’impegno dell’Associazione per la definizione dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e dei LIVEAS (Livelli Essenziali di Assistenza Sociale) che – ha precisato – non riguardano le prestazioni, ma il diritto stesso all’assistenza, costituzionalmente riconosciuto. (ndr. Dopo Mengozzi è intervenuta l’on. Rosy Bindi della quale riportiamo a lato l’intervento integrale).

Da parte sua il consigliere regionale Isidoro Gottardo, capo delegazione italiana nel Comitato delle Regioni d’Europa ha concordato sul carattere prioritario del diritto alla salute anche per la politica europea, precisando che le politiche di coesione debbono incidere anche sui diritti delle persone, come peraltro espresso in uno specifico parere, bypartisan, dello stesso Comitato alla Commissione dell’UE. Gottardo si è poi soffermato su quelle che ha definito “le anomalie tipicamente italiane”, in primis il rapporto pubblico- privato nel settore dei servizi alla persona, per il quale ha, tra l’altro, auspicato un maggiore coinvolgimento dei rappresentanti degli utenti.

 

BELTRAME RILANCIA IL PATTO CON I SINDACI

 

ENTRO L’ANNO IL PIANO INTEGRATO SOCIO –SANITARIO E LA RIFORMA DEL WELFARE.

 

Nell’intervento conclusivo della mattinata l’assessore Ezio Beltrame ha ribadito come in Friuli Venezia Giulia, in attuazione della Legge 328/2000, sia stato avviato il percorso per un sistema integrato di interventi e servizi sociali che sta coinvolgendo attivamente i Comuni, operatori, mondo del volontariato, organizzazioni sindacali, nella definizione dei Piani attuativi territoriali, dei Piani di zona, mentre la Regione è impegnata nella costruzione di un unico Piano integrato socio-sanitario’ regionale. “Occorre rinnovare il patto con i sindaci per rispondere ai bisogni di salute che oggi sono drammaticamente cambiati”, ha dichiarato l’assessore. Nella Conferenza dei sindaci abbiamo deciso di fare un istruttoria comune per i provvedimenti socio- sanitari. C’è già un gruppo regionale designato congiuntamente dalla Direzione regionale della Salute e dalla Conferenza permanente per la programmazione sanitaria, sociale e socio sanitaria che farà così sinergia. Ritengo che questa costituisca una grande novità anche a livello nazionale”. Beltrame ha rilanciato dal palco del convegno l’ importanza della collaborazione tra istituzioni e ha tracciato il bilancio delle riforme in atto per il comparto sanitario e il welfare. “Nonostante la riduzione delle risorse, la nostra Regione tiene molto bene- ha dichiarato- il Piano socio-sanitario è pronto e in maggioranza abbiamo cominciato a discutere la legge di riforma della rete integrata di servizi. Spero che entro l’ anno si possano approvare entrambi i provvedimenti e destinare anche i possibili risparmi a grandi scelte di sviluppo del sistema sanitario della nostra regione’. A margine del convegno l’assessore è intervenuto anche sulla proposta di reintroduzione della tassa sulla salute, proporzionale al costo del servizio e non al reddito delle persone, che dovrebbe prevedere una sorta di fondo di solidarietà per facilitazioni ai redditi più bassi. ’ La proposta è seria - ha detto Beltrame. Il problema è trovare un giusto equilibrio tra le esigenze del welfare e l’ attività delle imprese. Se riusciamo ad utilizzare una parte delle risorse dalla fiscalità generale per potenziare il welfare senza pesare sulle attività produttive credo sia un’ operazione ottimale per i cittadini, le famiglie, le imprese’. Per esempio, ha commentato Beltrame, ’ investire sulla non autosufficienza è produttivo. Il fondo per la non autosufficienza può essere un investimento essenziale non solo per la dignità della persona e dell’ assistenza ma anche per il benessere e l’ equilibrio economico e sociale della nostra regione’.

 

DALLE ESPERIENZE DI FRIULI V. G., VENETO ED EMILIA ROMAGNA EMERGE L’ESIGENZA DI UNA PIANIFICAZIONE SEMPRE PIU’ INTERSETTORIALE E CONDIVISA CON LE COMUNITA’ LOCALI.

 

DALLA SALUTE AL WELFARE: MODELLI REGIONALI A CONFRONTO

 

Nel pomeriggio particolare interesse ha suscitato la tavola rotonda “ MODELLI REGIONALI A CONFRONTO“ che ha posto in luce i temi della sussidiarietà e dell’integrazione. “Dopo i Decr. Lgs. 229/1999 e della L.328/2000 ”oggi l’attenzione si sta spostando sempre più dai servizi sanitari tout court al sistema complessivo del welfare, attraverso una pianificazione intersettoriale fondata su modalità condivise che coinvolgono gli stessi LEA e LIVEAS”ha sintetizzato il vicepresidente di FEDERSANITA’ANCI FVG, Fabrizio Oleari. Per il Ministero della Salute Maria Giuseppina La Falce, dirigente della programmazione sanitaria, ha riportato i principali provvedimenti e le indicazioni del Ministero sulle riforme in discussione, nonché utili aggiornamenti sulle novità introdotte con la riforma del Titolo V° e i temi oggetto di confronto e accordi in sede di Conferenza Stato – Regioni. La Falce ha, inoltre, dato notizia che il Ministero ha avviato il processo per la definizione del nuovo Piano sanitario, un percorso complesso per il quale ha invitato le Regioni a fornire il loro contributo, ricordando che il Piano 2003 –2005 è stato il primo Piano “federale”.

Tra i temi al centro dell’intervento di Gino Tosolini, direttore dell’Agenzia Regionale della Sanità FVG dell’attenzione l’elevata incidenza dei fattori socio-economici sui “risultati di salute”, nonchè la necessità di agire su questi tramite politiche intersettoriali coordinate e coinvolgere adeguamente i soggetti destinatari dei provvedimenti legislativi, puntando su un “welfare di comunità”, anche attraverso sperimentazioni a livello locale, come nel caso del progetto WIN. Sull’esperienza della Regione Veneto Gian Pietro Rupolo, Dirigente Direzione Piani e Programmi socio sanitari, ha fornito un puntuale contributo sulla complessità dell’integrazione per i “servizi alla persona”. Franco Rossi, Direttore generale Sanità e Politiche sociali Regione Emilia Romagna ha posto in luce l’importanza dell’integrazione finanziaria già realizzata in quella Regione a livello di Distretti a partire dal “Fondo per la non autosufficienza” fino a tutte le risorse complessivamente disponibili. Sono, quindi, intervenuti i consiglieri regionali Roberto Molinaro e Sergio Lupieri, vicepresidente della III Commissione consiliare permanente, che hanno illustrato le proposte regionali per un sistema di welfare. Quest’ultimo ha evidenziato che la legge di riordino attualmente in discussione“avrà le caratteristiche di un solido albero. Un albero che avrà le sue radici nelle indicazioni della Costituzione, nell’intervento dello Stato sulla definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni, nella L 328/2000, nelle buone leggi regionali; e dal punto di vista tecnico-scientifico nell’efficacia degli interventi e nelle buone prassi che questa Regione ha dimostrato di saper produrre. I rami di quest’albero saranno i provvedimenti legislativi ed amministrativi settoriali come ad esempio la LR 10/1998 (anziani) o la LR 41/1996 (disabili), la 5/2005 (cittadini immigrati), i prossimi provvedimenti sull’infanzia e quelli sulla famiglia”.

 

A conclusione del convegno il vicepresidente nazionale, Pier Natale Mengozzi, nel richiamare i principi ispiratori della Riforma Bindi, in primis la dignità della persona, l’ universalità e il ruolo dei Comuni a garanzia della salute dei cittadini, anche alla luce delle nuove emergenze quali l’invecchiamento della popolazione e i problemi socio economici, ha ribadito l’impegno dell’Associazione a proseguire il proprio commino per l’attuazione della Sussidiarietà e dell’Integrazione. Un percorso da realizzare nello spirito della collaborazione con i direttori generali e le Regioni, in particolare quelle che come il Friuli Venezia Giulia hanno dimostrato con azioni concrete di voler attuare il nuovo welfare e una reale integrazione socio- sanitaria.

PARTECIPAZIONE E INTERESSE

 

Circa centosessanta i partecipanti al convegno, tra i presenti i consiglieri regionali, Cristiano Degano, Giancarlo Tonutti, Enrico Gherghetta, Tamara Blazina, Paolo Menis, Anna Maria Menosso, numerosi sindaci, i componenti dei Direttivi di Anci e di Federsanità ANCI FVG, i direttori delle Aziende sanitarie N. 2 Isontina, Manuela Baccarin, N.3 Alto Friuli, Paolo Basaglia, N.4 Medio Friuli, Roberto Ferri e N. 5 Bassa friulana, Piero Pullini, e dell’Ospedale S. M. A., di Pordenone, Paolo Saltari, il preside della Facoltà di Medicina dell’Università di Udine, Franco Quadrifoglio, i presidenti degli Ordini dei Medici della Provincia di Udine, Luigi Conte e dei Farmacisti, Damiano De Grassi, della Consulta regionale delle Associazioni dei disabili, Vladimiro Kosic, dell’Associazione nazionale Traumatizzati cranici, Paolo Fogar, il Tutore pubblico dei minori, Francesco Milanese, numerosi operatori sanitari e socio-sanitari, presidenti di Case di riposo, rappresentanti di organizzazioni sindacali e associazioni e realtà del no profit.

 

Aggiornata il 16 maggio 2013