Domotica e disabilità: venerdì un convegno sulle opportunità future.
6 novembre 2018
di Laura Pigani
Promuovere la domotica nei territori e nei servizi socio-assistenziali per realizzare gli obiettivi di "Europa 2020" e del programma Interreg V-A Italia - Slovenia 2014-2020, per affrontare le sfide della longevità, delle disabilità, delle cronicità e delle fragilità dei cittadini usando tutto quanto la rivoluzione tecnologica, l'intelligenza artificiale e le energie rinnovabili mettono a disposizione. Sono gli obiettivi del convegno nazionale "Oltre la domotica 2018 - 2030. Quali nuove opportunità per la disabilita evitabile e per una vita senza barriere?" che si terrà venerdì (ingresso libero), dalle 9 alle 18, nell'auditorium della Regione di via Sabbadini.L'iniziativa, patrocinata dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, è promossa, tra gli altri, da Federsanità Anci Fvg, Regione, Università, Comune e Ordine dei medici. Interverranno l'assessore Elisa Battaglia, il Direttore generale di Asuiud Mauro Delendi, il presidente di Federsanità Anci Fvg Giuseppe Napoli, il vicepresidente del Fvg Riccardo Riccardi e del viceministro alla Famiglia e Disabilità Vincenzo Zoccano. Parteciperanno Luigi Bertinato dell'Istituto Superiore di Sanità; Dorjan Marusic, già ministro della Sanità della Slovenia; il sindaco di San Vito al Tagliamento Antonio Di Bisceglie; il direttore centrale Salute Gianni Cortiula; la responsabile del Centro collaboratore italiano dell'Oms Lucilla Frattura, il referente dell'Associazione Italiana ingegneri clinici, Maurizio Rizzetto; il presidente dell'Ordine dei medici Maurizio Rocco; Michele Franz del Criba Fvg; Andrea di Lenarda, progetto europeo "Smart care"; Fabio Bonetta, direttore generale Asp Itis Trieste, Vincenzo Della Mea dell'Università di Udine, Moreno Lirutti, vicesindaco di Tavagnacco; Luigi Canciani, direttore del Distretto di Udine; Gilberto Bragonzi, esperto di organizzazione sanitaria; Pier Franco Maffè, assessore all'Istruzione di Monza; Massimo Giupponi, presidente di Federsanità Anci Lombardia; Agostino Zampa per il Gervasutta di Udine; Simona Ganassi Agger, architetto e urbanista e Mario Pezzetta, presidente Anci Fvg.
Quando la tecnologia è capace di integrare pazienti e ambiente. Ricerca e scienza al servizio della sanità: tanti i progetti dell'Università di Udine
Sensori - indossabili o da appoggiare sul comodino - che segnalano i movimenti di pazienti o anziani alla badante o a chi si occupa di loro, braccialetti in grado di misurare parametri vitali, ma anche dispositivi collegati per esempio all'armadietto che contiene i medicinali che si attivano per ricordare quale farmaco va somministrato. Sono tanti i modi in cui ricerca, scienza e domotica si possono mettere al servizio di pazienti, disabili e, più in generale, della sanità.L'Università di Udine sta lavorando su progetti che puntano a migliorare la vita delle persone. «Stiamo facendo ricerche sull'uso della tecnologia di comunicazione Lorawan - spiega Vincenzo Della Mea, professore associato di informatica medica dell'ateneo friulano -: a basso consumo, utilizzabile in piccoli dispositivi e con una copertura di circa un chilometro». Un sensore di movimento indossato da un paziente non del tutto autosufficiente (o un sensore di presenza, appoggiato sul comodino o vicino al letto) collegato alla stanza della badante (o di chi lo assiste) può essere utile a segnalare quando si alza dal letto, magari nel cuore della notte. Ancora, un allarme di caduta, collegato a casa di un familiare, può per esempio suonare quando il parente anziano o malato finisce a terra. «Questa tecnologia - continua Della Mea - può essere applicata su braccialetti, in grado di misurare funzioni vitali come battito cardiaco e pressione sanguigna. Non solo, ma il sensore indossato da una persona potrebbe "comunicare" con altri applicati in casi, all'armadio dei medicinali, per informare quando dover prendere un certo farmaco». Tra l'altro, i dati raccolti dai sensori e dai braccialetti «potrebbero poi confluire nel fascicolo sanitario elettronico delle persone, assieme a tutti gli altri esami e alle visite effettuate. In questo modo il medico può contare su una visione a 360 gradi del proprio paziente». Il passaggio dalla ricerca alla pratica, però, è lungo. «C'è bisogno della sperimentazione - conclude il professore - per garantire l'efficacia degli strumenti e riuscire, nel caso, a risolvere le criticità. Nel medio termine potrebbero essere servizi forniti o consigliati dal sistema sanitario nazionale. Dal punto di vista economico, i costi di Lorawan non sono alti». --L.P.
Aggiornata il 6 novembre 2018