Approvato piano sociosanitario 2010-12
13 marzo 2010
Trieste, 11 marzo 2010 - Al termine di un percorso iniziato lo scorso mese di novembre con l'approvazione preliminare e caratterizzato da un ampio dibattito, su proposta dell'assessore Vladimir Kosic la Giunta regionale ha oggi definitivamente dato il via libera al Piano sanitario e sociosanitario per il triennio 2010-2012.
Il documento si articola in quattro direttrici strategiche: riorganizzazione dell'offerta della rete ospedaliera, istituzione di un'unica centrale operativa dell'emergenza, presa in carico integrata delle persone con malattie croniche e disabilità, ricerca di una maggiore efficienza complessiva del sistema sanitario e sociale attraverso l'adozione di criteri di gestione che consentano di eliminare inutili sovrapposizioni e favoriscano sinergie operative tra le aziende.
Rispetto alla bozza iniziale, l'approfondito confronto di questi mesi ha permesso di introdurre diverse integrazioni.
In particolare, ricorda lo stesso assessore, sono stati accolti i suggerimenti del ministero della Salute di prevedere sia una continuità con la precedente pianificazione che successivi provvedimenti di dettaglio. Parallelamente sono state recepite le osservazioni delle Università di Trieste e Udine sul modello organizzativo dipartimentale, sulle peculiarità delle Aziende ospedaliero-universitarie, sul mantenimento dei requisiti previsti per l'accreditamento istituzionale, sulle esigenze della didattica e della ricerca. E sono state accolte - sottolinea ancora Kosic - tutte le modifiche proposte dalla III Commissione del Consiglio regionale.
Più nel dettaglio, una delle integrazioni è connessa alle funzioni coordinate delle Aziende ospedaliere: l'assetto organizzativo e di erogazioni dovrà essere definito d'intesa tra le Aziende di area vasta ed i privati accreditati, sotto la regia della direzione regionale della Salute. E in ogni caso, in mancanza di un accordo la scelta finale sarà della Regione. Analogo modello organizzativo avranno gli Irccs, Burlo e Cro. Per quanto riguarda l'Ospedale di Gemona sarà perseguita la continuità dell'integrazione anche per pazienti acuti come polo unico con l'Ospedale di Tolmezzo.
Maggiore ruolo avranno i medici di famiglia, con il passaggio da una medicina di attesa a una di iniziativa anche grazie a tipologie organizzative diverse, tra cui aggregazioni funzionali di più medici, unità complesse per le cure primarie, equipe territoriali. Dovranno anche essere potenziate l'autonomia e l'operatività dei Distretti, per favorire la continuità dell'assistenza.
In prospettiva poi, come indicato in Commissione consiliare, nelle Linee guida per la gestione del servizio sociosanitario del 2011 sarà previsto il coordinamento delle funzioni per la cura delle malattie croniche - il diabete in particolare - per favorire la più ampia accessibilità ai servizi su tutto il territorio.
Dall'1 gennaio 2011 nell'ambito dell'Area vasta pordenonese, sulla base di uno studio di fattibilità che sarà curato dall'Azienda ospedaliera e da quella sanitaria con il coordinamento della Regione, sentita la Conferenza dei sindaci, le funzioni dei nosocomi ex articolo 21 (Maniago e Sacile) faranno capo all'Azienda ospedaliera di Pordenone ma manterranno inalterate le funzioni previste dalla programmazione regionale.
" Posto che in Friuli Venezia Giulia, come evidenziato anche nel corso del confronto avviato con il Libro Verde, non mancano né disomogeneità né criticità, e considerato l'obbligo di garantire sostenibilità economica, l'unica strada possibile era quella di guardare ad un miglioramento complessivo del sistema sociosanitario", precisa Kosic. " Il documento approvato oggi guarda consapevolmente al futuro, per rispondere ai bisogni in evoluzione della società".
L'assessore non manca infine di ringraziare tutti per i preziosi contributi offerti. " Ho apprezzato in particolare l'affermazione del sindaco Vittorino Boem, presidente della Conferenza permanente, che ha ammesso che mai prima d'ora erano state date tante informazioni su un Piano: questo rientra pienamente nel metodo dell'ascolto, adottato dalla Giunta Tondo e richiamato fin dalle Linee di indirizzo già nel 2008. Un metodo partecipativo che ci ha permesso di realizzare un ottimo Piano sociosanitario, che avvia l'iter del miglioramento del servizio in regione".
ARC/PPD
Aggiornata il 16 maggio 2013