Alzheimer, alla "chiabà" apre il centro diurno
8 ottobre 2010
L'11 ottobre parte la formazione di operatori, medici generici, responsabili di Ambito e Distretto
Redazione, 8 ottobre 2010 - San Giorgio di Nogaro Persone sofferenti di demenza senile e malattia di Alzheimer, lAzienda per i servizi alla persona G. Chiabà di San Giorgio di Nogaro annuncia lapertura a breve di un Centro diurno rivolto a tutti gli anziani che soffrono di tale malattia degenerativa, ma anche ai loro familiari e più in generale a coloro i quali se ne prendono cura. Strettamente collegata allavvio del nuovo servizio è la giornata formativa interna, prevista lunedì 11 ottobre alle 14 presso la sede dellAsp, rivolta non solo agli operatori della Chiabà ma anche ai medici di medicina generale, ai responsabili del Distretto sanitario e dellAmbito socio assistenziale. Lincontro, che verterà sul tema Lambiente: determinante della qualità della vita per il malato e per chi lo assiste. Sinergie possibili tra architettura e sanità, è realizzato dalla Chiabà in collaborazione con il gruppo Ottima Senior. Il programma prevede gli interventi di tre luminari nei rispettivi settori: il dott. Piero Angelo Bonati, geriatra Area anziani - Dipartimento cure primarie Ausl - Distretto di Parma, Elena Bortolomiol, referente italiana del modello Gentlecare, e larchitetto Enzo Angiolini, Progettista specializzato in strutture assistenziali.
Lobiettivo principale che lAmministrazione dellAsp si propone con la prossima apertura del Centro diurno per laccoglimento di persone affette da morbo di Alzheimer e demenza senile premette la presidente del Consiglio di amministrazione, Daniela Corso - è quello di offrire ai pazienti e loro famigliari care givers risposte adeguate ai loro bisogni in un ambiente appositamente progettato per le necessità proprie della malattia.
Lauspicio è quello di un fattivo coinvolgimento anche di altri attori facenti parte del circuito socio sanitario, quali Azienda sanitaria, Ambito socio assistenziale, Associazioni di volontariato e di categoria, in quanto soggetti legati tutti da un comune denominatore rappresentato dalla malattia e dalle sue ricadute.
Obiettivo prioritario dellAsp è fornire agli operatori che dovranno assistere le persone ammalate e dare supporto ai loro care givers una visione completa di quello che rappresenta la malattia dovuta alla demenza. I destinatari del seminario dell11 ottobre sono infatti gli operatori assistenziali e socio sanitari dellAsp, i medici di medicina generale, i responsabili del Distretto sanitario e dellAmbito.
Attualmente nella cura delle persone anziane, in particolare affette da demenza o Alzheimer, lapproccio di assistenza può essere distinto in due modelli principali. Il primo spiega il geriatra Piero Angelo Bonati - è quello cosiddetto tradizionale, caratterizzato dalla cura dei sintomi, lenfatizzazione della efficienza, da uno staff emotivamamente distaccato, dalla valutazione quantitativa. Il secondo, invece, è quello protesico basato fondamentalmente sulla comprensione dei problemi, lenfatizzazione dei valori umani, con uno staff emotivamente coinvolto che applica strategie non invasive dove la valutazione qualitativa tende ad enfatizzare le abilità residue del singolo in una alleanza tra lo staff e la famiglia.
In questa prospettiva la progettazione dellambiente per i soggetti affetti da demenza possiede la stessa dignità scientifica della terapia farmacologica. Lambiente, quindi, ha un ruolo strategico per le scelte terapeutiche ed assistenziali sottolinea il dottor Bonati -. Dotato di caratteristiche di plasticità e flessibilità, può fornire un valido sostegno protesico ai deficit della persona assistita, facilitando al tempo stesso lattività del caregiver perché, se non si può pensare di cambiare la storia naturale della malattia, si potrà ad esempio ridurre alcuni sintomi quali i problemi del comportamento e rallentare il declino delle funzioni.
Il Gentlecare è un approccio centrato sulla persona. In base a questo modello spiega Elena Bortolomiol -, diventano aspetti importanti di ogni trattamento o approccio, non solo la risoluzione o la compensazione dei sintomi ma il benessere, la soddisfazione, la partecipazione e la qualità della vita della persona coinvolta. Lambiente cerca così di avvicinarsi quanto più possibile ad una casa, dove si cura e si rispettano il più possibile le esigenze della persona malata, che vive in questo ambiente, la maggior parte delle volte, per tutta la vita.
La quotidianità viene riempita di attività estremamente significative per la persona malata, le cui attività vengono improntate sui ruoli e sulle attitudini che hanno ne caratterizzato la vita, verificando che la persona, in parte, possa svolgerle effettivamente traendone tranquillità ed utilità nella gestione del tempo quotidiano ritmato dalla demenza.
Sotto questa angolazione, ben si inserisce il Gruppo Ottima Senior che da anni si occupa di progettazione e organizzazione di servizi per anziani in una prospettiva d'insieme: dalla progettazione alla ristrutturazione, dall'organizzazione dello spazio alla scelta dei materiali, dallo studio dell'illuminazione più adeguata alla scelta dei colori degli ambienti e tipologia degli arredi, dal progetto di gestione ai percorsi formativi per il personale. Solamente un progetto multidisciplinare ed integrato, concepito nella sua totale complessità e affidato ad un'unica regia, può garantire risultati efficaci e su misura, tanto più in un ambito dove regna molta frammentarietà. Ecco perché Ottima Senior promuove e realizza progetti basati sullintegrazione tra diverse professionalità, tratto specifico che rende il Gruppo una realtà unica in Italia.
Il programma dei lavori dell11 ottobre prevede nellordine gli interventi di Elena Bortolomiol, referente italiana del modello Gentlecare, Come adattare lambiente alle esigenze della persona malata: il metodo Gentlecare; dellarch. Enzo Angiolini, progettista specializzato in strutture assistenziali, Spazi, luci e colori per una migliore qualità della vita nellassistenza; e del dott. Piero Angelo Bonati, geriatra Area Anziani - Dipartimento Cure Primarie Ausl - Distretto di Parma, nonché presidente Associazione Geriatri extraospedalieri geriatria territoriale italiana sezione Emilia Romagna, La riorganizzazione dellambiente come strategia di cura.
Aggiornata il 16 maggio 2013