Allarme siti : dipartimenti di prevenzione a rischio
8 aprile 2013
I dipartimenti di prevenzione delle aziende sanitarie italiane sono passati in pochi anni da 180 a circa 140, sulla scia di sempre più stringenti politiche di revisione della spesa che hanno prodotto anche l'accorpamento di alcune Asl.
A dare l'allarme è la Società italiana di igiene, medicina preventiva e Sanità pubblica (Siti) che nella sua prima convention nazionale, a Bologna, ha posto con forza la necessità di rilanciare i Dipartimenti di prevenzione delle Asl, a breve oggetto di un riordino che rischia di produrre un ulteriore svuotamento di queste strutture, complice l'urgenza della spending review. L'incontro è stato organizzato in collaborazione con Simevep (Sindacato veterinari Medicina Pubblica) e Snop (Società nazionale degli operatori della Prevenzione).
Ma la spending review non é l'unico rischio a cui vanno incontro queste strutture tecnico funzionali delle aziende unità sanitarie locali preposte alla prevenzione e promozione della tutela della salute. Un altro rischio attuale è quello di svuotare i dipartimenti di prevenzione della loro imprescindibile funzione, attribuendo le diverse competenze ad altre articolazioni dello Stato.
« I direttori dei Dipartimenti di prevenzione non si vogliono sottrarre a misure di revisione della spesa - sottolinea Sandro Cinquetti, coordinatore del Collegio operatori della SItI - delle quali peraltro sono già stati protagonisti, ma contestano che tali misure vengano adottate con modalità che non garantiscono i diritti dei cittadini. I Dipartimenti di prevenzione sono stati già tagliati del 25%, seguendo anche le sorti delle aziende sanitarie accorpate, e sono passati in 6-7 anni da 180 a circa 140. Non possiamo accettare una spending review che svuoti i Dipartimenti di prevenzione della loro imprescindibile funzione».
La preoccupazione riguardo alla tenuta futura dei servizi è molto forte.
Un politica più lungimirante, secondo la Siti, dovrebbe invece ragionare in un'ottica di rafforzamento, anche alla luce dei recenti avvenimenti dell'Ilva di Taranto. « Il settore, da sempre sotto finanziato - sottolinea Michele Conversano, presidente della Siti - è oggetto di ulteriori forti ridimensionamenti in varie regioni italiane dove non si comprende che la prevenzione e la promozione della salute rappresentano oltre che un fattore di crescita sociale e culturale della società anche un elemento di sviluppo economico sia indirettamente in termini di eventi sanitari evitati, sia direttamente tramite gli investimenti in sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro, nonché per la tutela della salute dei cittadini/consumatori».
Inoltre, spiega la Siti, i tentativi in atto di smontarne le varie componenti facendole afferire ad altri livelli statali (i veterinari al ministero delle Politiche agricole, la sicurezza sui luoghi di lavoro a una agenzia nazionale) costruiscono un elemento di forte indebolimento delle tutele e dei diritti per la salute dei cittadini. Altro punto dolente sono i finanziamenti nel campo della prevenzione.
Nell'ambito del fondo sanitario nazionale il 5% della spesa sanitaria destinato alla prevenzione collettiva va interamente impiegato nel settore (primo Livello essenziale di assistenza - Lea) per assicurare gli strumenti indispensabili al funzionamento e il turn over necessario.
La proposta: realizzare, entro l'anno, in collaborazione con il Governo, le Regioni e gli Enti locali, una Conferenza nazionale per il rilancio del sistema nazionale, regionale e locale della prevenzione.
Aggiornata il 16 maggio 2013