Vaccinazione antinfluenzale. Appello degli igienisti: “Baluardo indispensabile contro il Covid-19”
27 luglio 2020
La pandemia da COVID-19 dal punto di vista sanitario ha avuto gravi ripercussioni non solo per gli effetti diretti in termini di morbosità e mortalità provocati dalla malattia causata dal SARS-CoV-2 ma anche per le gravi conseguenze indirettamente dovute al nuovo coronavirus, perché la paura di contagiarsi ha spinto molte persone a non rivolgersi agli ospedali in modo tempestivo pur in presenza di patologie severe come ictus ed infarti. Da qui anche un calo delle coperture vaccinali sia per le immunizzazioni dell’età pediatrico-adolescenziale che per quelle raccomandate nell’adulto e nell’anziano.
“Paradossalmente nello stesso periodo a livello globale è stato più volte ribadito come l’assenza di un vaccino contro COVID-19 rappresenti la principale causa della drammatica situazione sanitaria ed economica in cui si trova il nostro pianeta. Tale considerazione ci deve portare a riflettere come sarebbe il mondo senza i vaccini che ci hanno portato ad eliminare gravi malattie, talora mortali, che la memoria collettiva ha messo nel dimenticatoio quali difterite e poliomielite”, evidenzia una nota in cui la Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI), interviene per lanciare un appello alla vaccinazione antinfluenzale di massa nel prossimo autunno-inverno. La vaccinazione, spiegano infatti gli igienisti italiani, “è fondamentale proteggere la popolazione con particolare riguardo alle fasce fragili, utilizzando tutti i mezzi a nostra disposizione, compresi i vaccini già disponibili per altre patologie che rappresentano uno strumento formidabile di prevenzione primaria”.
L’incremento delle coperture vaccinali per influenza - e pneumococco - diventa preminente “considerato l’impatto che hanno le malattie provocate dai microrganismi responsabili di queste infezioni soprattutto sulla popolazione anziana e sui soggetti di qualsiasi età affetti da malattie croniche (cardiopatie, patologie croniche dell’apparato respiratorio, cancro, diabete, ecc.)”. Tra l’altro “assume primaria importanza abbassare l’incidenza di malattie respiratorie acute nella popolazione perché di fatto si agevola l’attività di chi deve fare diagnosi differenziale tra SARS-CoV-2 e altri patogeni respiratori, che causando sindromi caratterizzate da segni e sintomi quali febbre e tosse, sono indistinguibili dal punto di vista clinico”.
La SItI, dunque, “in sintonia con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, (OMS), ribadisce come la vaccinazione antinfluenzale costituisca una priorità sia in funzione dell’elevato impatto che hanno, in Italia, le sindromi similinfluenzali (ILI), con numeri che, in ogni stagione, sono stimati in circa 8-10 milioni di casi, sia in relazione alle insoddisfacenti coperture vaccinali raggiunte che sono intorno al 50% nella popolazione target dei soggetti oltre i 64 anni di età e circa il 25% nei pazienti con fattori di rischio, quindi ben distanti dal 75% quale obiettivo minimo perseguibile come indicato annualmente nella Circolare Ministeriale su Prevenzione e controllo dell’influenza”.
Un’ulteriore prospettiva che deve essere tenuta a mente riguarda la composizione del vaccino per la prossima stagione influenzale 2020-2021 che avrà due nuove varianti antigeniche di tipo A ed una nuova variante antigenica di tipo B, quindi “essendo un vaccino completamente diverso rispetto a quello dell’anno precedente si rafforza la raccomandazione di sottoporsi alla pratica vaccinale al fine di ridurre l’incidenza dell’influenza, le sue complicanze e la mortalità ad essa correlata”.
“Considerata la situazione epidemiologica relativa alla circolazione di SARS-CoV-2 - ribadisce la nota - , la già citata Circolare Ministeriale raccomanda di anticipare la conduzione delle campagne di vaccinazione antinfluenzale a partire dall’inizio di ottobre e le Regioni hanno opzionato quantitativi aumentati di vaccini antinfluenzali per raggiungere l’obiettivo di un significativo aumento delle coperture vaccinali. Tuttavia la pandemia da COVID-19 ha drammaticamente posto all’attenzione pubblica l’importanza di un’organizzazione sanitaria in grado di monitorare, coordinare, presidiare e gestire le emergenze sanitarie a livello territoriale, evidenziando di fatto il ruolo strategico dei Dipartimenti di Prevenzione”.
Gli Igienisti italiani e tutti gli operatori sanitari della prevenzione sostengono in modo deciso che “la tragica esperienza maturata nel corso dell’epidemia da SARS-COV-2, debba comunque costituire un prezioso patrimonio di conoscenze che deve essere attentamente valutato e servire quale riferimento per un presidio efficiente della salute pubblica nell’immediato futuro, a partire dalla imminente stagione invernale con un’adesione sempre più consapevole da parte della popolazione alla vaccinazione influenzale che rappresenta l’arma migliore che abbiamo a disposizione per combattere questa infezione”.
Aggiornata il 28 luglio 2020