Salute: Kosic, entro 2010 nuovo piano regionale prevenzione
15 settembre 2010
Trieste, 15 set - La Direzione regionale della salute è impegnata nella stesura del nuovo Piano regionale della prevenzione, la cui bozza sarà pronta entro la fine dell'anno. In questo contesto un importante capitolo sarà dedicato alle strategie vaccinali eD alla prevenzione delle malattie infettive, con particolare attenzione non solo a patologie note da tempo (morbillo, rosolia, pertosse, influenza) o alle pandemie (ultima, lo scorso inverno, quella dell'influenza A H1N1), ma anche a più recenti virosi che si stanno affacciando anche in Friuli Venezia Giulia, come quelle trasmesse dalle zanzare o dalle zecche.
Lo ha annunciato oggi a Trieste l'assessore regionale Vladimir Kosic, a margine di un seminario di sanità pubblica, nel corso del quale i tecnici del Laboratorio di Igiene e Medicina preventiva dell'Università di Trieste, che opera presso l'Irccs Burlo Garofolo, e quelli di tutti i dipartimenti di prevenzione delle Aziende sanitarie hanno messo a confronto esperienze e metodologie degli ultimi 10 anni di lavoro comune e analizzato le prospettive future di risposta ai bisogni che vengono dal territorio.
L'incontro è servito a focalizzare l'attenzione sulle malattie infettive, sia sotto il profilo epidemiologico che della prevenzione. Tre i filoni esaminati. Il primo ha riguardato influenza e altre virosi respiratorie, che vede una ventennale collaborazione tra territorio e laboratorio del Burlo, da tempo identificato come riferimento regionale e come laboratorio accreditato dall'Istituto superiore di sanità per la sorveglianza di queste patologie. Struttura - ha evidenziato Kosic - particolarmente attiva non solo annualmente durante l'influenza stagionale ma anche in occasione di allarmi epidemici più accentuati (Sars, Aviaria, pandemia del 2009).
Altro tema, le malattie infettive ben prevenibili attraverso la vaccinazione e divenute per questa ragione assai rare (morbillo, rosolia, parotite, pertosse); malattie che però danno talvolta luogo a piccole epidemie, dovute ad esempio a bambini i cui genitori rifiutano la vaccinazione. Importante, per esse, una indagine molecolare per capire se l'origine dei virus è legata a circolazione autoctona o aD importazione.
Ultimo filone trattato, quello delle infezioni trasmesse da vettori, come zecche o zanzare. In proposito, nel corso del seminario è stato sottolineato come l'Alto Friuli e l'area delle Alpi e Prealpi Carniche e Giulie è interessata dalla TBE, encefalite da morbo da zecca, peraltro non presente sul Carso, dove le zecche talvolta danno invece luogo al morbo di Lyme (Borelliosi).
Da qualche tempo, invece, anche in Friuli Venezia Giulia è cresciuta la sorveglianza verso fenomeni epidemici che appaiono dilaganti, dovuti a virus trasmessi da zanzare infette: Dengue (solo di provenienza estera), Chikungunya e West Nile che, avendo dato origine a piccole epidemie in un'area compresa tra Emilia, Lombardia e Veneto, sono da considerare ormai alle porte e quindi necessitano di una vigilanza molto attenta e di un approccio interdisciplinare tra operatori di sanità pubblica, veterinari e laboratoristi, come ha precisato il professor Cesare Campello, direttore del laboratorio del Burlo, che ha moderato l'incontro odierno insieme a Roberto Ferri, responsabile area della Prevenzione della Direzione regionale della Salute.
E se per la TBE la prevenzione è legata alla possibile vaccinazione, per evitare il diffondersi di Chikungunya e West Nile un rimedio consiste nel ridurre il numero dei vettori, ovvero la presenza di zanzare: non basta la disinfestazione, ma ogni cittadino può dare un proprio significativo contributo, specie evitando ristagni d'acqua. Da qui l'attenzione particolare che il prossimo Piano regionale della prevenzione riserverà a questi virus, nuovi alle nostre latitudini.
ARC/PPD
Aggiornata il 16 maggio 2013