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Nel 2014 aumentata del 3,8% la povertà sanitaria in Italia, richiesti oltre 3 milioni di farmaci

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26 novembre 2014

Presentato il Rapporto 2014 “Donare per curare – Povertà Sanitaria e Donazione Farmaci” stilato dall’Osservatorio del Banco Farmaceutico. L’aumento dell’incidenza percentuale della povertà assoluta non consente di curarsi adeguatamente. Aifa: È dovere etico e morale delle Istituzioni partecipare attivamente per sensibilizzare alle donazioni di farmaci.

Cresce in Italia la povertà sanitaria. Nel 2014, infatti, è aumentata del 3,86% la richiesta di farmaci da parte di quella fascia di popolazione che non è più in grado di acquistare medicinali nemmeno quelli con ricetta medica. In particolare si è passati dalle 2.943.659 confezioni di farmaci richieste nel 2013 alle 3.057.405 del 2014. È questo il dato emerso dal Rapporto 2014 “Donare per curare – Povertà Sanitaria e Donazione Farmaci” dell’Osservatorio sulla Donazione dei Farmaci del Banco Farmaceutico Onlus presentato oggi a Roma presso l’Agenzia Italiana del Farmaco. «L’Agenzia Italiana del Farmaco ospita oggi con soddisfazione la presentazione del Rapporto dell’Osservatorio Donazione Farmaci sulla povertà sanitaria, una condizione che costringe le persone a rinunciare per problemi economici alle spese sanitarie e ai farmaci. Essa mina l’articolo 32 della nostra Costituzione, produce un danno cognitivo e incide sulla capacità di prendere decisioni sulla vita in generale e, dunque, anche sulla salute. Per questo motivo riteniamo che sia un dovere etico e morale delle Istituzioni partecipare attivamente per sensibilizzare alle donazioni di farmaci, che, pur essendo aumentate nel corso del tempo, non riescono a coprire tutti i bisogni». Con queste parole il Direttore Generale Aifa Luca Pani è intervenuto alla presentazione del Rapporto. «Come Aifa» ha proseguito Pani, «abbiamo il dovere di tutelare la salute garantendo l’accesso ai farmaci da parte di tutti i cittadini e, in maniera particolare, per coloro che non hanno neppure il coraggio di chiederlo, perché la povertà genera vergogna e porta spesso ad automedicarsi, senza rivolgersi al medico. L’Agenzia è quindi impegnata al fine di stimolare la donazione di farmaci da parte delle aziende agli enti no profit, attraverso una maggiore collaborazione tra industrie produttrici, grossisti, distributori, farmacie, enti e Istituzioni e sempre nel rispetto di tutte le condizioni che assicurino la consegna di un prodotto che sia integro e sicuro. È da mesi che l’Agenzia Italiana del Farmaco lavora attivamente, convocando i rappresentanti di Assogenerici, Assosalute, Farmindustria e della Fondazione Banco Farmaceutico onlus per discutere sulla struttura di un documento condiviso e per ragionare su un modo per sensibilizzare alla donazione di una quota maggiore di farmaci agli enti no profit. L’obiettivo è quello di ridurre le domande di farmaci rimaste inevase e, dunque, la forbice – che purtroppo oggi esiste – tra bisogno e capacità di risposta attraverso le donazioni».
“L’analisi” spiega l’Osservatorio sulla Donazione dei Farmaci del Banco Farmaceutico “è stata elaborata a partire da un campione di 46 enti convenzionati con il Banco Farmaceutico dispensatori di farmaci e selezionati in base alla completezza ed alla qualità dei dati forniti. Per dare particolare rilievo ad eventuali differenze territoriali nella dispensazione dei farmaci, gli Enti sono stati aggregati in tre sottogruppi in base alla loro collocazione geografica nel Nord, Centro e Sud (comprendente la porzione insulare) del Paese.
La suddivisione in fasce di età dimostra che in tutte le aree geografiche gli assistiti sono prevalentemente adulti (59,3%), mentre sono meno numerosi i bambini (22%) e gli anziani (18,7%). Globalmente la popolazione assistita è composta soprattutto da soggetti immigrati (60,2%) e in misura inferiore da italiani (39,8%). Tale differenza è più sfumata al Nord e si accentua nelle regioni italiane centrali. La ripartizione in base al sesso evidenzia una prevalenza di maschi (54,3%), con l’eccezione dell’Italia centrale dove è maggiormente rappresentata la popolazione femminile. Il campione analizzato ha permesso di evidenziare come la modalità prevalente con cui i pazienti approdano agli Enti è rappresentata dal contatto spontaneo, mentre quote progressivamente inferiori sono inviate dai Servizi Sociali, da un Pronto Soccorso o da un Medico Curante.
Globalmente nel primo semestre del 2014 gli Enti selezionati hanno dispensato oltre875.000 dosi giornaliere di farmaci (DDD). In accordo con la distribuzione territoriale degli Enti, la maggior parte delle dispensazioni è avvenuta nelle regioni settentrionali.
Suddividendo i farmaci in base al loro codice ATC (codice internazionale anatomico-terapeutico-chimico), è possibile constatare che la categoria maggiormente dispensata è quella dei farmaci per l’apparato respiratorio (20,5 DDD). Seguono, in ordine decrescente, i prodotti per il sistema gastrointestinale ed il metabolismo, per l’apparato cardiovascolare, gli antimicrobici per uso sistemico e gli antiinfiammatori/per l’apparato cardiovascolare, gli antimicrobici per uso sistemico e gli antiinfiammatori/ antipiretici.
Tuttavia, considerando le aggregazioni degli Enti in base alla loro localizzazione geografica, è possibile osservare sensibili differenze: a) nelle regioni settentrionali prevale in modo più consistente (35,5 DDD) la dispensazione dei farmaci per l’apparato respiratorio seguiti da quelli per l’apparato gastrointestinale ed il metabolismo; b) nel Centro Italia i farmaci cardiovascolari occupano il primo posto (4 DDD) e quelli per l’apparato respiratorio la seconda posizione; c) nel meridione sono maggiormente richiesti i preparati antiinfiammatori/antipiretici per il sistema muscolo-scheletrico (7,7 DDD) seguiti da quelli per l’apparato respiratorio.
I dati derivanti dalla parte d’indagine effettuata in collaborazione con DoxaPharma confermano quanto ipotizzabile in base all’analisi delle categorie ATC maggiormente dispensate: i pazienti assistiti dagli Enti selezionati appaiono affetti principalmente da patologie dell’apparato respiratorio (46%) (soprattutto infezioni delle vie aeree), del tratto gastrointestinale (31%) (malattia da reflusso gastroesofageo e ulcera peptica), metaboliche (diabete mellito) e del sistema cardiovascolare (27%) (principalmente ipertensione arteriosa).
Emerge altresì che allo stato attuale oltre il 60% enti intervistati non è in grado di fornire una adeguata assistenza ai pazienti affetti da una o più patologie, principalmente di natura psichiatrica, oncologica e ginecologico-urologica.
I motivi del mancato trattamento sono rappresentati dalla mancanza di competenze specifiche (70% dei casi), ma anche dalla carenza di farmaci (9% dei casi),dall’orientamento prevalente dell’Ente verso determinate patologie (9%) e, più in generale, dalla presenza di problemi organizzativi. Deve però essere sottolineato” prosegue l’Osservatorio sulla Donazione dei Farmaci del Banco Farmaceutico “che i pazienti che non possono essere trattati non vengono abbandonati bensì, nella maggior parte dei casi, inviati ad un Pronto Soccorso/Ospedale, a Centri specializzati, oppure affidati alle cure di medici operanti volontariamente in supporto all’attività degli Enti. Solo in una minima percentuale di casi non è possibile alcun tipo di intervento. Inoltre, il 75% degli Enti opera un regolare monitoraggio dei pazienti mediante visite di controllo periodiche (54%), richiesta di analisi cliniche (11%), o invito a ripresentarsi (11%). È infatti degno di nota osservare che ben l’80% delle richieste viene soddisfatto”.

IL RAPPORTO IN SINTESI

Aggiornata il 27 novembre 2014