La Casa per anziani Umberto I compie 130 anni: viaggio sul vagone dei ricordi. La festa riunisce ospiti, famiglie e istituzioni. Nella struttura è stato realizzato uno spazio per il viaggio degli ospiti: un vagone vero per partire verso ricordi e emozioni
30 novembre 2025
30 novembre 2025
"Il Gazzettino"
La Casa per anziani Umberto I compie 130 anni: viaggio sul vagone dei ricordi. La festa riunisce ospiti, famiglie e istituzioni. Nella struttura è stato realizzato uno spazio per il viaggio degli ospiti: un vagone vero per partire verso ricordi e emozioni di Alessia Mellina Gottardo
PORDENONE - Nello stesso anno in cui i fratelli Lumière stupirono il pubblico parigino con la loro prima proiezione di brevi cortometraggi, momento di svolta storico che fissò la nascita del cinema, in piazza della Motta a Pordenone veniva aperta ufficialmente la Casa per Anziani Umberto I, ad oggi una struttura d'eccellenza riconosciuta nel territorio, punto di riferimento importante per la città e per le persone che la abitano. Aperta nel 1895, ieri la Casa per Anziani Umberto I ha spento 130 candeline. Un traguardo speciale che ha riunito ospiti e famigliari, personale e volontari, autorità politiche, dirigenti e associazioni nell'ampio atrio della struttura: oltre un centinaio i presenti, passeggeri tutti a bordo dello stesso treno, che hanno potuto godere di un veloce ma intenso viaggio lungo 130 anni di storia, cura e comunità della casa
Nata come struttura assistenziale, oggi la Casa per Anziani Umberto I è molto di più: pone a tutti gli effetti la persona al centro dell'attenzione, valorizzandola sotto ogni aspetto e facendola sentire a casa. Il nome della struttura lo suggerisce: chiamata precedentemente "casa di riposo", nel 1978 si decise di modificarla in "casa per anziani", dove relazioni, cura e amicizia si intrecciano. Anche i pannelli della mostra fotografica, inaugurata per l'occasione, e dedicata alla storia dell'edificio ne sono una dimostrazione. Scatti che, tratti dal libro "Storia dell'assistenza a Pordenone dal 1440 ad oggi", colpiscono l'occhio. Istanti che parlano del mercato delle capre davanti all'Umberto I agli inizi del 900, oggi dimenticato, oppure le due foto che mettono a confronto le stanze da letto degli anni '60, lunghe camerate che accoglievano decine di persone, rispetto a quelle di adesso dotate di ogni genere di comfort.
LA CERIMONIA
«Questa giornata rappresenta una tappa di un lungo viaggio - afferma Giovanni Di Prima, direttore generale dell'Asp Umberto I - queste istituzioni sono fondamentali e la vita si riconosce anche in queste strutture». Tra i numerosi interventi anche quello del sindaco di Pordenone, Alessandro Basso, che ha ribadito l'impegno del Comune, insieme alla Regione e agli altri soggetti competenti, nel garantire percorsi di cura e autonomia sempre più adeguati alla popolazione anziana. «La nostra sfida è trovare sistemi efficaci per gestire le diverse forme di autonomia dichiara alcune più semplici, altre più complesse, dentro un sistema di cura che oggi è molto più ampio rispetto al passato». Presente anche il sindaco di Porcia, Marco Sartini, che svela un possibile prossimo obiettivo del Comune. «Vorremo lavorare su un centro Alzheimer a Porcia, come altra sede per l'Umberto I riferisce il livello progettuale è avanzato, ma mancano dei fondi».
L'INSTALLAZIONE
D'ora in poi anche gli ospiti dell'Umberto I potranno viaggiare ogni volta che vorranno: un viaggio immaginario, tra memorie e ricordi, nel passato e nel futuro, che potrà nascere ogni qual volta decideranno di sedersi nel nuovo angolo comune inaugurato ieri durante le celebrazioni, un vagone. «Un'idea nata quasi per caso racconta Luca Graffiti, responsabile tecnico della casa che vuole essere una stanza del tempo per i nostri ospiti, fatta di immagini, oggetti, ricordi e profumi». Costruita con l'aiuto di Mario Marcolin, proprietario di un laboratorio di falegnameria a Zoppola, è stata successivamente arricchita con oggetti originali della ferrovia dello stato: panche in legno, portacenere e targa che ricorda di «non lanciare nessun oggetto dal finestrino». Sullo stesso tema, il Gruppo 835 di Fiume Veneto ha esposto sei dei venti modelli di treni d'epoca a vapore costruiti dal 1998, anno di fondazione del gruppo, fino ad oggi. «Una giornata di grande significato comincia il presidente del gruppo, Loris Toneguzzo dove il legame con la struttura è duplice». «Da un lato il figlio del dottor Graffiti, fondatore della nostra associazione, lavora presso è la struttura e aggiunge ma l'esposizione vuole dar far riemergere ricordi felici agli ospiti della casa, in quanto il vapore ha segnato la vita di tutte le persone presenti, chi per lavoro, amore o altri necessità».
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Aggiornata il 1 dicembre 2025


