ISS, REPORT "PASSI D'ARGENTO", DATI 2021-2022 per gli ANZIANI. TUTELA E SICUREZZA
21 dicembre 2023
https://www.epicentro.iss.it/
21/12/2023 - Tutela e sicurezza: i dati 2021-2022 per gli anziani
Nel biennio 2021-2022, il 31% degli ultra 65enni intervistati ha dichiarato di avere difficoltà nell’accesso ai servizi sociosanitari o ai negozi di generi alimentari e di prima necessità e il 7% riferisce il proprio quartiere come poco sicuro. Sono alcuni risultati della sorveglianza PASSI d’Argento che indaga molti aspetti legati alla tutela e sicurezza delle persone anziane: dall’accessibilità ai servizi per l’acquisto di generi alimentari e di prima necessità o ai servizi socio-sanitari, come lo studio del medico di famiglia o i servizi della ASL o del Comune, alla sicurezza dei contesti di vita, come le abitazioni o i quartieri. Inoltre, dal 2020, PASSI d’Argento rileva informazioni anche sulla rinuncia a visite mediche e/o esami diagnostici e le cause sottostanti. Il 24% degli ultra 65enni dichiara di aver rinunciato, nei 12 mesi precedenti l’intervista, ad almeno una visita medica o esame diagnostico di cui avrebbe avuto bisogno. Il 31% ha dichiarato di averlo fatto per timore del contagio da SARS-CoV-2, il 22% per sospensione del servizio a causa della pandemia di COVID-19 e il 36% a causa delle lunghe liste di attesa; il 7% ha rinunciato per difficoltà o scomodità nel raggiungere la struttura e il 5% perché non poteva sostenerne i costi. Per approfondire consulta le pagine di PASSI d’Argento (PdA) dedicate alla tutela e sicurezza.
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È importante tutelare il diritto e l’accesso alle cure delle persone che avanzano con l’età, facilitarne l’accesso ai servizi sociosanitari e rendere i contesti di vita, come le abitazioni o i quartieri, sicuri e favorenti l’autonomia e la socialità.
Le persone anziane devono poter raggiungere lo studio del medico di famiglia, i servizi della ASL, la farmacia o i negozi di generi alimentari o di prima necessità senza difficoltà. È importante che le condizioni di accesso ai servizi sociosanitari siano garantite e non dipendenti dalla loro capacità/autonomia economica.
È anche importante che vivano in abitazioni adatte ai loro bisogni individuali, senza barriere architettoniche, così da favorire la libertà di movimento in totale sicurezza, con riscaldamento e condizioni igienico sanitarie adeguate. Inoltre, per favorire l’autonomia ma anche la partecipazione alle attività sociali è importante che le persone anziane si sentano sicure nel proprio quartiere, così da affrontare con serenità e in autonomia le uscite.
PASSI d’Argento indaga molti di questi aspetti: l’accessibilità ai servizi sociosanitari, alcune caratteristiche dell’abitazione, la percezione della sicurezza del quartiere. Inoltre raccoglie informazioni anche sulla protezione dalle ondate di calore, che può anch’essa essere considerata una forma di tutela.
A partire dal 2020, con l’introduzione del modulo COVID che affiancava le domande standard del questionario e permetteva di indagare aspetti specifici correlati all’emergenza, Passi d’Argento rileva informazioni anche sulla rinuncia a visite mediche e/o esami diagnostici e le cause sottostanti.
Accessibilità ai servizi
Nel biennio 2021-2022 il 31% degli ultra 65enni intervistati ha dichiarato di avere difficoltà (qualche/molte) nell’accesso ai servizi sociosanitari o ai negozi di generi alimentari e di prima necessità. I servizi della ASL e i negozi sono quelli con le maggiori difficoltà di accesso, al contrario il medico di famiglia e le farmacie sono più facilmente raggiungibili. Queste difficoltà sono più frequentemente riscontrate con l’avanzare dell’età (il 70% degli ultra 85enni riferisce di averne), fra le donne (38% vs 22% degli uomini), fra le persone meno istruite (50% delle persone senza titolo di studio o al più con licenza elementare vs 13% laureati) e con molte difficoltà economiche (55% vs 23% di chi non ne ha). Anche il gradiente Nord-Sud è chiaro e netto: fra i residenti nel meridione la difficoltà di accesso a questi servizi è molto più frequente e viene riferito mediamente dal 38% degli intervistati (vs 22% dei residenti nel Nord Italia).
Rinuncia a visite mediche e/o esami diagnostici
Nel biennio 2020-2021 il 24% degli ultra 65enni dichiara di aver rinunciato, nei 12 mesi precedenti l’intervista, ad almeno una visita medica o a un esame diagnostico di cui avrebbe avuto bisogno. Il 51% ha dichiarato di non aver rinunciato, mentre il 25% ha affermato di non aver avuto bisogno né di visite né di esami. La rinuncia è stata più frequente tra gli anziani con età compresa tra i 65 e 74 anni (27% vs 22% tra gli over 85enni), tra le donne (29% vs 23% negli uomini), tra chi ha dichiarato di arrivare a fine mese con molte difficoltà (37% vs 24% tra chi non ne ha). Non emergono differenze significative tra le macroaree regionali.
Passi d’Argento indaga anche le principali ragioni legate alla rinuncia a visite o esami, necessari per la prevenzione o la cura della salute, con una domanda a risposta multipla che consente all’anziano di riportare una o più motivazioni.
Tra coloro che hanno dovuto rinunciare ad almeno una visita medica o a un esame diagnostico, il 31% ha dichiarato di averlo fatto per timore del contagio da SARS-Cov-2, il 22% per sospensione del servizio a causa della pandemia di COVID-19 (alcune attività del Sistema Sanitario sono state interrotte durante la pandemia per spostare le risorse nella gestione dell’emergenza), il 36% ha riferito di aver rinunciato a causa delle lunghe liste di attesa, il 7% per difficoltà di raggiungere la struttura (troppo distante o senza collegamenti e mezzi di trasporto adeguati) o scomodità degli orari proposti. Il 5% degli anziani ha riferito inoltre che la rinuncia è stata determinata dai costi troppo elevati e non sostenibili.
L’analisi temporale mostra una diminuzione, tra il 2020 e il 2022, della quota di over 65enni che hanno dichiarato di aver dovuto rinunciare a visite e/o esami diagnostici di cui avrebbe avuto bisogno: la stima pari al 34% nel 2020, scende al 26% nel 2021 e al 23% nel 2022.
Quartiere
Il 7% degli intervistati nel biennio 2021-2022 riferisce il proprio quartiere come poco sicuro. È più frequente che percepiscano come poco sicuro il proprio quartiere le persone con più difficoltà economiche (14% vs 6% di chi non riferisce alcuna difficoltà economica) e i residenti nel Centro Italia (11%) rispetto ai residenti nel resto del Paese. Minime invece le differenze per genere, con le donne che si sentono meno sicure nel loro quartiere, e non significative invece le differenze per età o istruzione.
Ondate di calore
Il 64% degli intervistati nel biennio 2021-2022 riferisce di aver ricevuto consigli su come proteggersi dalle ondate di calore; percentuale significativamentepiù alta nel Sud del Paese.
Abitazione
I dati di questa sessione dedicata all’ambiente di vita, l’abitazione, sono stati raccolti nel periodo pre-pandemia e si riferiscono al quadriennio 2016-2019. Da questi dati emerge che la stragrande maggioranza degli ultra 65enni in Italia (84%) vive in una casa di proprietà. Il 60% degli intervistati riferiva di avere almeno un problema strutturale nell’abitazione in cui vive, o perché la casa era troppo piccola (5%), o per irregolarità nell’erogazione dell’acqua (5%), o per cattive condizioni dovute a problemi agli infissi, a pareti o pavimenti o nei servizi igienici (5%), o perché insufficientemente riscaldata in inverno (12%). Tuttavia le riposte più frequenti facevano riferimento alla troppa distanza fra la propria abitazione e quella dei familiari (15%) e, soprattutto, alle spese domestiche troppo alte (46%). Le difficoltà economiche rappresentano l’unica dimensione correlata a queste risposte e le persone con molte difficoltà economiche più frequentemente di altri lamentavano problemi legati all’abitazione.
La pandemia non sembra aver avuto un impatto negativo nell’accessibilità ai servizi sociosanitari o di prima necessità, né sulla percezione della sicurezza del proprio quartiere, che continuano a migliorare nel tempo; tuttavia si nota nel biennio 2020-2021 un minor numero di intervistati che riferiscono di aver ricevuto un consiglio su come prevenire le ondate di calore.
Impatto della pandemia COVID-19 sulla lettura dei dati
La pandemia di COVID-19 non è priva di conseguenze sui fenomeni indagati dalle sorveglianze PASSI e PASSI d’Argento. Per questa ragione, quest’anno, si è scelto di fornire un aggiornamento al biennio 2020-2021 e non di quadriennio, come invece è stato fatto in passato. In questo modo, per ogni indicatore di ciascuna tematica si disporrà di analisi relative al periodo pre-pandemico, depurate da impatto pandemia (la più recente disponibile resterà riferita al quadriennio 2016-2019), e di una fotografia in piena pandemia, relativa al solo biennio 2020-21.
I dati relativi ai cambiamenti temporali, fino al periodo pandemico, potranno essere letti, come sempre, attraverso i dati di bienni mobili.
▇ peggiore del valore nazionale
▇ simile al valore nazionale
* Almeno una difficoltà nell'accedere ai seguenti servizi: servizi dell'AUSL, servizi del Comune, medico di famiglia, farmacia, negozi di generi alimentari, supermercati o centri commerciali
** Almeno un problema strutturale tra i seguenti: le spese per l'abitazione sono troppo alte, l'abitazione è troppo piccola, l'abitazione è troppo distante da quella di altri familiari, vi sono irregolarità nell'erogazione dell'acqua, l'abitazione è in cattive condizioni, es. infissi, pareti, pavimenti, servizi igienici, in inverno la casa non è sufficientemente riscaldata
Passi d'Argento a colpo d'occhio
PASSI d’Argento è il sistema di sorveglianza dedicato alla popolazione anziana, di 65 anni e più, che completa il quadro offerto dalla sorveglianza PASSI dedicata agli adulti.
Come il sistema di sorveglianza PASSI, anche PASSI d’Argento si caratterizza come una sorveglianza in Sanita Pubblica che raccoglie informazioni, dalla popolazione generale residente in Italia, su salute e fattori di rischio comportamentali connessi all’insorgenza o alle complicanze delle malattie croniche non trasmissibili.
PASSI d’Argento raccoglie anche informazioni su alcune condizioni peculiari della popolazione ultra65enne volte a descrivere la qualità di vita e i bisogni di cura e assistenza delle persone di questa fascia di età, ma con uno sguardo nuovo al fenomeno dell’invecchiamento, a partire dalla definizione di “invecchiamento sano e attivo” voluta dall’OMS.
Con PASSI d’Argento si “misura” infatti anche il contributo che gli anziani offrono alla società, attraverso lavoro retribuito o fornendo sostegno all’interno del proprio contesto familiare e della comunità (“anziano risorsa”) con attività di volontariato per i quali sono centrali non solo la salute fisica, l’autosufficienza, ma anche il benessere psicologico e sociale della persona. Questo sistema è dunque in grado di fornire informazioni utili alla programmazione di azioni e interventi per le scelte di politiche sanitarie volte a migliorare la qualità di vita degli anziani e a rafforzare le condizioni alla base di un “invecchiamento sano e attivo”.
Sperimentato per la prima volta nel 2009, realizzato nel 2012 come indagine trasversale, PASSI d’Argento è stato avviato come indagine in continuo dal 2016. Anch’esso disegnato come strumento interno al Sistema Sanitario Nazionale è coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e portato avanti da ASL e dalle Regioni ed è in grado di restituire informazioni utili a livello territoriale per guidare le azioni di prevenzione e valutarne l’efficacia nel tempo.
I temi indagati in PASSI d’Argento sono molteplici e consentono di disegnare il profilo della popolazione ultra65enne centrato sui tre pilastri dell’invecchiamento attivo, individuati dalla strategia Active Ageing dell’OMS: salute, partecipazione e sicurezza. Sulla salute e prevenzione vengono raccolte informazioni inerenti: la salute percepita, la soddisfazione per la propria vita, la qualità della vita connessa alla salute (unhealthy days), i sintomi di depressione (Patient Health Questionnaire-2) la presenza di patologie croniche e l’autonomia nelle attività funzionali e strumentali della vita quotidiana (ADL e IADL), la presenza di problemi sensoriali (di vista, udito, masticazione), le cadute, l’uso dei farmaci, la vaccinazione antiinfluenzale e fattori di rischio comportamentali (fumo, alcol, consumo di frutta/verdura, eccesso ponderale o perdita di peso involontaria, attività fisica (con lo strumento specifico PASE).
Nell’ambito della partecipazione vengono raccolte informazioni sullo svolgimento di attività lavorative retribuite, sul supporto fornito alla famiglia o alla collettività e sulla partecipazione eventi sociali o a corsi di formazione.
Infine sul tema della tutela vengono indagati aspetti inerenti l’accessibilità ai servizi socio-sanitari, alla qualità dell’ambiente di vita e alla sicurezza domestica, alla sicurezza del quartiere.
L’ulteriore ricchezza di informazioni socio-anagrafiche raccolte consente di far emergere e analizzare le disuguaglianze sociali nella salute, nella qualità della vita e nei bisogni di tutela e assistenza delle persone anziane.
Le informazioni vengono raccolte attraverso interviste telefoniche o vis a vis a campioni mensili rappresentativi per sesso ed età della popolazione ultra 65enne afferente al bacino di utenza delle ASL. Le interviste vengono effettuate, attraverso l’uso di un questionario standardizzato, da operatori socio-sanitari opportunamente formati.
I dati raccolti dalle ASL vengono riversati via web in un database nazionale, cui hanno accesso i coordinatori aziendali e regionali, secondo un approccio gerarchico ognuno per i dati di propria competenza.
Nel triennio 2016-2018, hanno partecipato tutte le Regioni e P.A. ad eccezione di Lombardia e Val d’Aosta. Il tasso di risposta supera l’85% del campione e il tasso di rifiuto è pari all’11%.
I dati si riferiscono alla popolazione generale di 65 anni ed oltre residente in Italia e iscritta alle anagrafi sanitarie Dall’indagine sono esclusi gli anziani istituzionalizzati (ovvero ospedalizzati o residenti in RSA, RSSA o Case di riposo.
Aggiornata il 22 dicembre 2023