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Case di riposo, aiuti per 107 milioni: aumenteranno le cure primarie per ridurre gli accessi alla rete ospedaliera

da Messaggero Veneto

24 luglio 2024

Rispetto al 2018 la Regione investe il 30 per cento in più. L’assessore Riccardi: «Il sistema della residenzialità per anziani è determinante nella programmazione sanitaria regionale.
 
Diecimila posti letto, più del doppio di quelli disponibili negli ospedali e quasi 109 milioni di finanziamento annuo, il 30 per cento in più rispetto al 2018. Sono i numeri che delineano il pianeta degli anziani non autosufficienti in regione, un sistema assistenziale che dovrà interfacciarsi con la riorganizzazione del sistema sanitario.
L’obiettivo è ridurre gli accessi degli anziani nei reparti ospedalieri potenziando le cure primarie all’interno delle case di riposo.

Su questi temi si è confrontato, martedì 23 luglio, l’assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, con le rappresentanze dei gestori delle strutture residenziali per anziani. Un mondo variegato composto da realtà gestite dai private, dagli enti pubblici, dal terzo settore e dalla rete cattolica.

La riorganizzazione
Avviata con la riforma di gestione dopo la pandemia, «la riorganizzazione dei servizi per anziani non autosufficienti è un percorso che la Regione sta portando avanti da tempo in una logica di equilibrio e gradualità, in risposta all’evoluzione della società e, conseguentemente, dei bisogni di salute a cui il sistema è chiamato a rispondere».

L’assessore lo ha ricordato illustrando ai gestori gli investimenti fatti negli ultimi sei anni. «Interverremo in assestamento con investimenti specifici, portando a oltre 107 milioni di euro le risorse complessivamente a disposizione per le strutture residenziali (il 30 percento in più rispetto al 2018) e da 28 a 35,5 euro al giorno per posto letto il finanziamento totale tra la quota di abbattimento retta di accoglienza nelle residenze convenzionate e il rimborso degli oneri sanitari».
Si tratta di interventi di rilievo che, come sottolinea Riccardi, non escludono «la revisione del sistema di accreditamento delle strutture e l’aumento dei posti letto in relazione alla determinazione di nuove quote di fabbisogno».
Il prossimo anno le risorse destinate alla rete dei servizi residenziali per anziani ammonteranno a 107.500.055 euro, di cui 69 milioni 300 mila euro per l’abbattimento rette e 38 milioni 200 mila euro per i rimborsi degli oneri sanitari: una quota complessiva che supera di 29 milioni di euro quella messa a disposizione nel 2018.

Non è da meno il raddoppio dei fondi per i servizi semiresidenziali, che passeranno da 700 mila euro del 2018 a 1 milione 400 mila euro nel 2025. Ma non è ancora tutto perché a queste cifre vanno aggiunti i quasi 30 milioni di euro accreditati dalla Regione a copertura dei maggiori costi sostenuti dai gestori delle strutture per gestire l’emergenza durante la pandemia. Una parte di questa cifra è stata utilizzata per compensare le minori entrate dovute al calo dei tassi di occupazione provocati dal Covid.
Parallelamente sono aumentati pure i posti letto convenzionati passando da 7.148 a 8.001 unità, con la prevista attivazione di altri cento. Da settembre, infine, scatterà l’aumento di 2 euro al giorno dell’abbattimento rette rispetto agli attuali 23,50 previsto in assestamento di bilancio, «dato questo – fa notare l’assessore – già superiore del 30 percento rispetto ai 18 euro al giorno garantiti nel 2018».


Gli obiettivi

«Il sistema della residenzialità per anziani è determinante nella programmazione sanitaria regionale, soprattutto se consideriamo come il numero di posti letto nelle strutture per non autosufficienti - circa 10 mila unità - sia oltre il doppio dei 4 mila presenti negli ospedali».
Di fronte a questi numeri, Riccardi ritiene fondamentale «contribuire ad aumentare l’offerta delle cure primarie all’interno delle case di riposo per alleggerire la pressione sulla rete ospedaliera».
Proprio perché la riprogrammazione del sistema sanitario non è disgiunta dalla revisione delle strutture residenziali che impattano nella domanda di servizi sanitari, l’obiettivo della Regione è quello di ampliare le cure primarie nelle case di riposo per ridurre gli accessi degli ospiti in ospedale. «Ci sono attività – sottolinea Riccardi – che possono essere svolte nelle strutture residenziali senza sottoporre gli ospiti al disagio del ricovero ospedaliero».
Non a caso ogni struttura si è già dotata del direttore sanitario. «Più velocemente si riuscirà a modificare l’impianto organizzativo in relazione alle mutate esigenze della società in tema di salute, migliore sarà la qualità della risposta che il sistema sanitario potrà garantire», aggiunge l’assessore nell’elencare i nodi da sciogliere tra cui la carenza di personale che non si limita solo al sistema ospedaliero regionale e nazionale. «L’impostazione della revisione è già stata definita – assicura Riccardi – e si basa sull’accreditamento delle strutture, sui maggiori controlli e sul riconoscimento dell’abbattimento della retta alle persone piuttosto che alle strutture. Questo consentirà ai pazienti di scegliere il servizio migliore».
Il percorso
Quella di martedì 23 luglio è stata una riunione interlocutoria per definire le prossime tappe. Il nuovo confronto è stato fissato per il 17 settembre. Da quella data la Cabina di regia si riunirà ogni secondo martedì del mese.

 

 

Aggiornata il 25 luglio 2024