Alzheimer, per esperti sfida economica numero uno assistenza 798 mld euro anno costo patologie cervello in Europa
19 settembre 2013
L'Alzheimer rappresenta ''la sfida economica numero uno per l'assistenza sanitaria in Europa, nel presente e nel prossimo futuro''. Ad affermarlo è Monica Di Luca, farmacologa e vice presidente di European Brain Council, sottolineando come ammonti oggi a circa 798 mld di euro l'anno il costo delle patologie del cervello per i servizi sanitari. ''Studi recentissimi - ha sottolineato l'esperta in occasione del Talk show 'Ti ricordi?', organizzato dall'Associazione Italiana Malattia di Alzheimer - dimostrano che l'Europa spende più per i disturbi cerebrali che per malattie cardiovascolari e cancro: il costo totale delle patologie del cervello, inclusi i costi diretti e indiretti, ammonta a 798 mld di euro all'anno. Questi nostri studi posizionano la malattia di Alzheimer tra le dodici patologie cerebrali a più alto costo sociale ed economico per la società europea''. Costi, ha avvertito, ''che continueranno ad aumentare nel quadro di un'aspettativa di vita della popolazione europea che aumenta''. Siamo quindi di fronte, ha affermato la farmacologa, ''alla sfida economica numero uno per l'assistenza sanitaria in Europa''. A questo proposito, va però ricordato, ha concluso l'esperta, che ''una diagnosi precoce e una terapia tempestiva possono contribuire a rallentare la progressione di malattia e l'istituzionalizzazione dei pazienti, oltre che ridurre la prevalenza di malattia nella popolazione del 30%. Tutto questo è stato stimato per i pazienti in 6 anni in più di vita serena senza aumentare l'aspettativa di vita''.(ANSA).
Alzheimer, in Italia un ammalato ogni 10 minuti Esperti,in 30 anni 3mln italiani colpiti,pochi test e formazione
Ogni 10 minuti un italiano si ammala di Alzheimer, per un totale ad oggi di 7-800 mila casi, ma i numeri saranno doppi nel 2020 e tripli nel 2050. In trent'anni, in Italia vi saranno infatti oltre 3 milioni di persone che avranno bisogno di cure e di assistenza ininterrotta. Ad oggi, però, mancano test diagnostici, farmaci incisivi e una formazione 'su misura' per familiari e badanti, mentre la malattia è ancora caratterizzata da mancata diagnosi iniziale nel 43% dei casi. Questi alcuni dei dati emersi dall'International Alzheimer's Disease Physicians Survey, un'indagine realizzata da Eli Lilly, che quest'anno celebra i 25 anni di ricerca e sviluppo di nuove soluzioni terapeutiche per la malattia. L'indagine è stata presentata a Roma in occasione del Talk Show 'Ti ricordi?', organizzato dall'Associazione Italiana Malattia di Alzheimer (Aima). L'indagine ha coinvolto medici di 5 Nazioni (Usa, Gran Bretagna, Italia, Francia e Giappone). ''L'indagine internazionale - commenta Carlo Caltagirone, Neurologo all'Università di Roma Tor Vergata - ha evidenziato che l'Alzheimer è la più comune forma di demenza con un tasso in costante crescita. Nel 2010, 35.6 milioni di persone nel mondo ne erano affette, un dato destinato a raddoppiarsi nell'arco di 20 anni, con già nel 2030 65.7 milioni di casi e 115.4 milioni di diagnosi nel 2050. Una proporzione trasferibile in Italia, dove si registrano all'incirca 700 mila ammalati, con circa 80 mila nuovi casi ogni anno. Ma sono cifre sottostimate''. Altro aspetto da considerare è, poi, che ''questa patologia - sottolinea Patrizia Spadin, presidente dell'Aima - determina un impatto elevatissimo sulla qualità della vita dei caregiver e dei familiari, con un cambio radicale delle abitudini di vita, la riduzione del tempo e delle risorse da dedicare al resto della famiglia e al lavoro''.(ANSA).
Aggiornata il 20 settembre 2013