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Accordi italia - cina su emergenze sanitarie

2 settembre 2004

Grazie al patto fra Italia e Cina, siglato oggi, potremo intervenire più rapidamente in caso di emergenze sanitarie come quelle dell’ influenza dei polli o della Sars¨. Lo ha detto il ministro della Salute Girolamo Sirchia, in missione in Cina con una delegazione italiana.

¨ Abbiamo stabilito un canale diretto di informazione - ha spiegato - che ci permetterà di studiare le situazioni epidemiologiche e virologiche da fronteggiare, e di mettere a punto insieme sistemi di prevenzione, allerta rapida e difesa contro le infezioni virali già note o che si presenteranno in futuro¨.

Il ministro è convinto che si potrà ¨ evitare quello che è successo durante l’ emergenza Sars. Si sapeva poco dalla Cina e mentre le organizzazioni internazionali chiedevano filtri in uscita, questi non erano organizzati adeguatamente, e arrivavano nei nostri Paesi, Italia compresa, persone già malate. Poter organizzare invece insieme i filtri sanitari, verificare le modalità di prevenzione, cambiare le cose se necessario, porterà un importante vantaggio. I virus si stanno globalizzando - commenta Sirchia - per questo bisogna globalizzare anche la difesa. Le organizzazioni internazionali, come l’ Oms, e l’ Unione europea si stanno organizzando, ma avere un canale diretto di informazioni e di lavoro comune rappresenta per noi un valore aggiunto¨. Il ministro tiene a precisare l’ importanza di un simile accordo con la Cina. ¨ Questo Paese, non dimentichiamolo è il primo serbatoio al mondo di infezioni¨.

Tra gli altri accordi raggiunti, anche un collegamento operativo tra strutture italiane e cinesi. Il Centro italiano di controllo delle malattie, il cosiddetto Cdc, che sarà operativo da fine settembre avrà infatti un referente orientale: il neonato Cdc cinese. ¨ Dopo la designazione dei componenti regionali, prevista per il 23 settembre - ha spiegato il ministro - a fine mese, il Cdc italiano sarà pienamente operativo. E la recente inaugurazione di un analogo centro in Cina farà da ponte ideale di collegamento fra i nostri esperti e quelli cinesi, come accade già con gli americani e altri centri europei¨.

 

Il Sole 24 Ore

Aggiornata il 16 maggio 2013