Istat: nuovo record negativo per le nascite. Popolazione in calo. L’Italia è sempre più «un Paese per vecchi»
6 marzo 2017
Con gli over 65 che coprono il 22,3% della poplazione totale, con gli ultra ottantenni che prendono il 6,8% , con gli ultranovantenni che aggiungono un altro 1,2%, l’Italia si conferma un Paese decisamente anziano. E, se il trend sarà confermato, destinato a rimanere tale. La natalità conferma infatti la tendenza a diminuire, con le sue poche 464mila nascite del 2016, che superano il livello minimo delle 486mila del 2015. L’ultima fotografia degli indicatori demografici arriva dalle “stime 2016” pubblicate dall’Istat, l’Istituto di statistica.
Nel complesso, le proiezioni al 2017 danno una popolazione del Paese pari a 60 milioni 579mila residenti, cioè 86mila unità in meno rispetto all’anno prima (-1,4 per mille). E del resto, l’invecchiamento crescente comporta delle conseguenze anche sul saldo naturale (nascite meno decessi): registra nel 2016 un valore negativo (-134 mila) che rappresenta il secondo maggior calo di sempre, superiore soltanto a quello del 2015 (-162 mila).
La fecondità totale scende a 1,34 figli per donna (da 1,35 del 2015); ciò è dovuto al calo delle donne in età feconda per le italiane e al processo d'invecchiamento per le straniere: le straniere hanno avuto in media 1,95 figli nel 2016 (contro 1,94 nel 2015); le italiane sono rimaste sul valore del 2015 di 1,27 figli. L’età media delle donne al parto è di 31,7 anni.
La vita media per gli uomini raggiunge 80,6 anni (+0,5 sul 2015, +0,3 sul 2014), per le donne 85,1 anni (+0,5 e +0,1).
Al 1° gennaio 2017 continuerà a crescere l’età media dei residenti: 44,9 anni, due decimi in più rispetto alla stessa data del 2016. a 17 mila. Il saldo migratorio estero nel 2016 è pari a +135 mila, un livello analogo a quello dell’anno precedente ma, rispetto a quest’ultimo, è determinato da un maggior numero di ingressi (293 mila), e da un nuovo massimo di uscite per l’epoca recente (157 mila).
Aggiornata il 7 marzo 2017