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Tutti i dati sull'emergenza Covid-19 in Friuli Venezia Giulia

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7 maggio 2020

 La “fase 1” dell’emergenza coronavirus è andata in archivio, in Friuli Venezia Giulia, con il doppio dei tamponi effettuati – in proporzione alla popolazione – rispetto al resto del Paese, oltre 34 milioni di dispositivi di protezione acquisiti dalla Regione in un quadrimestre, un tasso di contagio tra i sanitari inferiore al 2% e l’età media dei deceduti che sfiora gli 85 anni.

CORONAVIRUS, I DATI
Numeri e dati, alcuni validi al 30 aprile altri al 3 maggio, presentati in Aula dal vicepresidente e assessore alla Salute Riccardo Riccardi in risposta a numerose interrogazioni presentate dalle opposizioni e che hanno permesso di tracciare una linea di come sia stata gestita la prima parte dell’emergenza, quella più strettamente sanitaria, in Friuli Venezia Giulia.
Partiamo dal numero dei tamponi che ha toccato quota 76 mila e 60 complessivamente per un totale di 5 mila 608 riscontri positivi pari a 3 mila e 24 casi (a fine aprile). La maggioranza dei tamponi – quasi il 50%, cioè 35 mila 683 test – è stata effettuata a Udine dove però il dato dei positivi è stato molto basso (4,5%) a differenza, invece, di Trieste con una percentuale di contagi del 13,8% a fronte di 17 mila 441 test.
«È stato inviato a tutti gli enti del Servizio sanitario regionale – ha detto Riccardi – il protocollo per l’effettuazione dei test microbiologici, nel quale sono contenute le modalità di effettuazione dei tamponi e quali categorie di pazienti e di operatori sanitari devono essere monitorate. In base alle linee guida adottate in Friuli Venezia Giulia sono stati ad oggi effettuati, analizzati e refertati oltre 76 mila tamponi che coprono una media del 4% della popolazione, ben sopra la media nazionale del 2,4%, prossima a quella del Veneto (4,4%)».

Lo spettro d’azione, poi, si può allargare anche all’analisi all’interno degli ospedali dove è stato eseguito quasi un quarto dei tamponi totali – 22 mila 519 – di cui la metà all’interno dell’Azienda Friuli Centrale (11 mila 512). Dividendo i casi positivi per singola zona, si trova il numero maggiore all’interno dell’Azienda Giuliano Isontina (156), seguita da quella di Udine (57), Pordenone (51), dal Burlo Garofolo (2) e dal Cro di Aviano (1).

 

Complessivamente, dunque, sono stati contagiati 267 operatori all’interno degli ospedali e nel dettaglio si sono registrati 117 casi di Covid-19 tra gli infermieri (cioè l’1,54% dei 7 mila 616 a libro paga del sistema sanitario), 51 tra i medici (1,76% su una base di 2 mila 899) e 56 tra gli operatori socio-sanitari (1,88% sui 2 mila 983 di dipendenti complessivi) con il resto dei positivi (43) che non fa parte del personale sanitario.
 
E se l’età media dei circa 300 decessi di persone con presenza di coronavirus è di 85 anni, un’altra indagine interessante è quella relativa al personale contagiato all’interno delle case di riposo. In questo caso parliamo di 287 casi positivi – 2 medici, 27 medici, 171 operatori socio-sanitari e 87 tra il resto del personale impegnato negli ospizi – di cui la stragrande maggioranza (197) a Trieste.
Lo sforzo della Regione nell’acquisto di dispositivi di protezione si è tradotto, inoltre, in oltre 34 milioni di pezzi assicurati al Friuli Venezia Giulia. Riccardi ha dato conto nel dettaglio di come i 34 milioni 415 mila 206 dispositivi di protezione e medici siano stati acquisiti, da gennaio ad aprile, per l’82% pari a 28 milioni 286 mila 314 unità da Arcs (gel disinfettanti, mascherine, camici ecc), per il 5% pari a 1 milione 786 mila 502 articoli dalla Protezione civile regionale nel periodo marzo-aprile e, nello stesso arco temporale, per il 13%, pari 4 milioni 342 mila 390 dispositivi, da quella nazionale.
Riccardi ha sostenuto come nel trimestre febbraio-aprile la Regione sia riuscita ad acquisire quasi totalmente in autonomia, 30 milioni 218 mila 439 dispositivi per il settore sanitario, a fronte di un fabbisogno stimato pari a 36 milioni 900 mila.
 

Aggiornata il 7 maggio 2020