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Sicurezza sul lavoro, definite priorità

6 aprile 2009

Trieste, 6 apr - Poco meno di 30 mila infortuni sul lavoro nel 2006, di cui 28 a esito mortale, con una leggera tendenza alla diminuzione numerica rispetto ai cinque anni precedenti, cui si accompagna però un incremento dei casi più gravi. E, nello stesso anno, 1169 malattie professionali accertate, con addirittura 98 casi mortali.

Sono questi i principali dati pubblicati nell'atlante degli infortuni sul lavoro in Friuli Venezia Giulia, curato dalle Agenzie regionali della sanità e del lavoro, e presentato oggi da Silvia Birri in occasione della seduta di insediamento, a Trieste, del " Comitato regionale di coordinamento in materia di salute e sicurezza sul lavoro". Il lavoro è reso disponibile sul sito internet dell'Agenzia regionale della Sanità: www. ars. sanita. fvg. it

Anche nella nostra regione, dunque, quella della sicurezza sul lavoro è un'emergenza da affrontare attraverso uno sforzo di tutti e un impegno congiunto delle diverse componenti della società civile.

Ecco dunque che il Comitato, istituito dalla Giunta regionale a metà febbraio, "è il luogo - come ha detto l'assessore regionale alla Salute e protezione sociale, Vladimir Kosic, che lo presiede - in cui le responsabilità di ciascuno devono emergere, perché ciascuno può e deve dare il proprio contributo su un aspetto drammatico" del vivere quotidiano.

Per l'assessore alla Salute, presente oggi assieme alla collega al Lavoro, Alessia Rosolen, compito del Comitato, di cui fanno parte rappresentanti degli enti locali, dei datori di lavoro, delle organizzazioni sindacali, dei servizi di prevenzione e sicurezza delle aziende sanitarie, di Inps, Inail, Ipsema, Ispel, Anmil ma non solo, si tratta infatti di indirizzare e programmare attività di prevenzione e di vigilanza, promuovere a tutto campo iniziative di formazione e informazione per accrescere la cultura della sicurezza e la consapevolezza - anche dei lavoratori - sui rischi, proporre soluzioni operative per ridurre il fenomeno degli infortuni e delle malattie professionali.

" In questa sede - ha affermato l'assessore - bisogna saper investire sui saperi e sulle conoscenze, condividendo gli stessi dati", e quindi partendo dall'analisi affrontata attraverso l'atlante, che aiuta a individuare le strategie da mettere in campo. E occorre avere fiducia nei risultati che possono essere raggiunti, mettendo da parte condizionamenti e pregiudizi".

Sulla base di queste premesse è stato deciso di imprimere un'accelerazione sugli aspetti della formazione, che trasversalmente competono ai diversi soggetti del tavolo di coordinamento, coinvolgendo anche il mondo della scuola. A questo tema sarà presto dedicata una specifica seduta dello stesso comitato.

Parallelamente, anche sulla base delle esigenze delle associazioni datoriali, che hanno parlato di periodi troppo lunghi di assenza legati non tanto agli infortuni quanto ai tempi d'attesa per prestazioni diagnostiche o riabilitazioni, è stato deciso di individuare su questi temi modalità operative più funzionali dando incarico alla Direzione Centrale della Salute di incontrare l'INAIL regionale.

La stessa Direzione si è infine impegnata a promuovere un incontro tra gli organismi che si occupano di vigilanza per coordinarne gli interventi, attraverso una migliore definizione degli ambiti di competenza.

Nel corso dell'incontro, durante il quale è stato tra l'altro evidenziato come siano in progressivo aumento i controlli (che riguardano prevalentemente i cantieri edili dove maggiore è il numero di infortuni), l'assessore Kosic ha anche ricordato i contenuti del protocollo d'intesa recentemente sottoscritto con le Procure della Repubblica, che assegna un ruolo primario di indagine ai servizi di prevenzione e di sicurezza delle Aziende sanitarie da svolgersi nell'immediatezza dei fatti onde consentire alla Magistratura di concentrasi sui casi più gravi.

ARC/PPD

 

Aggiornata il 16 maggio 2013