Federsanità ANCI FVG
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Sicurezza alimentare e prodotti tipici locali: confronto tra i soggetti interessati del nord est a venezia

21 marzo 2002

Ricollegare la fiducia tra i produttori e i consumatori rivalutando il ruolo che possono avere i Comuni, “veri custodi” delle peculiarità e dei prodotti tipici particolari, di nicchia, che anche perchè realizzati spesso da piccole aziende o in zone limitate offrono maggiori garanzie di certificazione, sicurezza, salubrità e igiene alimentare. Questi in sintesi i contenuti del convegno organizzato dall’Anci e dalla Federsanità Anci del Friuli-Venezia Giulia e del Veneto, dall’associazione dei Comuni di Trento e dalle Associazioni regionali della Stampa agricola (Arga) del Friuli-Venezia Giulia e del Veneto, svoltosi a Venezia nell’ambito di “Dire & fare Nord Est”, la rassegna dell’innovazione della Pubblica Amministrazione in corso alla stazione marittima. In apertura, dopo i saluti dei presidenti dell’Anci e di Federsanità F-VG Flavio Pertoldi e Giuseppe Napoli, mentre l’assessore alla Sanità del F-VG è stato rappresentato dalla dottoressa Nora Coppola, essendo impegnato a Roma in sede ministeriale, il presidente dell’Arga F-VG Carlo Morandini ha ricordato che questa iniziativa congressuale rappresenta il seguito del convegno tenutosi in apertura di Friuli Doc a Udine, dal tema “E tu sai cosa mangi”? Iniziativa che allora ebbe notevole successo dimostrato dalla presenza qualificata di relatori anche a questo secondo appuntamento. Morandini ha ricordato come gli italiani che mangiano fuori casa si possano dividere in due fasce. L’una, circa la metà degli interessati, alla ricerca dei prodotti e dei cibi particolari, Doc, delle primizie eccellenti. L’altra accoglie coloro che scelgono di cibarsi di prodotti meno qualificati, magari “assemblaggi” di sostanze benefiche con altre dalle buone caratteristiche organolettiche. Manca dunque un’educazione alimentare per poter avvicinare i consumatori ai prodotti di pregio e di qualità. Mimmo Vita, presidente dell’Arga Veneto ha poi ricordato il ruolo che in questo contesto ha la stampa agricola, impegnata a formarsi e a formare i cittadini, a concorrere a tutelare i prodotti tipici, anche affiancando il ruolo dei Comuni. Quindi la dottoressa Nora Coppola della direzione regionale Sanità del F-VG ha ricordato le iniziative per formare gli operatori, specialmente della ristorazione collettiva, e i controlli attenti (3 / 4.000 l’anno) svolti dalla Regione. Dino Spolaor, di Veneto Agricoltura, ha parlato degli Haccp, dei provvedimenti comunitari che inizialmente misero in crisi diversi aspetti delle produzioni tipiche (per esempio la stagionatura nelle grotte o nelle antiche cantine) per poi essere annullati all’ultim’ora prima della scadenza dei termini per l’adeguamento delle strutture aziendali. Una situazione, ha affermato Piero Ballico direttore dell’associazione delle cooperative friulane, “che ha messo in crisi l’intero sistema delle produzioni tipiche”. Rolando Manfredini, della Coldiretti, ha ricordato che la superficie agricola utilizzata italiana (Sau) è soltanto il 3 per mille di quella mondiale. “Dunque salvaguardare il nostro settore primario – ha detto significa puntare sulle produzioni di nicchia, di alto pregio, che non possono essere ‘clonate’ altrove”. Mentre Severino Del Giudice presidente dell’Associazione produttori biologici (Aprobio F-VG) ha ricordato le difficoltà ambientali e logistiche legate alla realizzazione di prodotti intatti, privi di trattamenti, ma purtroppo spesso esposti a fonti di inquinamento ambientale. Infine Martina Bosello, dell’Ordine dei dottori agronomi e forestali del Veneto ha Parlato del ruolo delle professionalità. In conclusione, dopo la presentazione del progetto di legge la creazione della denominazione comunale di origine da parte del moderatore Giuseppe Napoli, unanimemente è stato auspicato che un analogo convegno venga esportato su scala nazionale estendendo il raffronto interessante e costruttivo di esperienze con le altre realtà italiane.

Aggiornata il 16 maggio 2013