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Rimane il fumo la causa principale dei tumori maligni

IL PICCOLO

11 febbraio 2014

di MAURO GIACCA Nelle prossime due decadi, il numero di persone cui viene diagnosticato un tumore maligno è destinato a crescere dai 14 milioni all’anno odierni a più di 22 milioni. Nello stesso periodo, questo si tradurrà in una aumento delle morti da 8.2 milioni a più di 13 milioni. Queste cifre allarmanti sono state rilasciate dall’International Agency for Research on Cancer (Iarc), l’agenzia specializzata dell’Oms per la ricerca sui tumori, in occasione della giornata mondiale sul cancro. L’impatto proporzionalmente più pesante sarà a carico delle nazioni con reddito più basso in Asia, Africa e America Latina, ed è sostanzialmente attribuibile all’aumentata aspettativa di vita che si riscontra in queste aree geografiche, in assenza di una politica sanitaria di prevenzione e diagnosi precoce. L’analisi dello Iarc sottolinea anche come almeno la metà dei tumori maligni sia oggi prevenibile. Il principale killer è il carcinoma del polmone, attualmente con 1.8 milioni di casi, il 13% del totale; di questi, l’80-90% potrebbe essere evitato semplicemente smettendo di fumare. Ma il numero di fumatori rimane estremamente alto in Asia e in Africa; la Cina, dove secondo l’Oms viene consumato un terzo delle sigarette fumate al mondo, soltanto recentemente ha iniziato a bandire il fumo dai locali pubblici. L’incidenza di ben altri 12 tipi di tumori viene ridotta cambiando lo stile di vita, in particolare combattendo l’obesità e moderando il consumo di alcool. Due tumori, l’epatocarcinoma e il tumore dell’utero, sono prevenibili in maniera estremamente efficace con la vaccinazione, rispettivamente contro il virus dell’epatite B e quello del papilloma, due straordinari traguardi, questi, raggiunti grazie alle biotecnologie. Lo stretto rapporto tra l’aumento della lunghezza della vita e lo sviluppo dei tumori è una diretta conseguenza del meccanismo responsabile della trasformazione di una cellula normale in una tumorale. I tumori, infatti, sono delle vere e proprie malattie genetiche, dovute al progressivo accumulo di mutazioni nel Dna dei geni che controllano la proliferazione delle cellule, la loro capacità di sfuggire al controllo immunitario, l’invasione dei tessuti e la formazione di metastasi. Più passa il tempo, più diventa probabile che queste mutazioni si accumulino. Ed inoltre, molti dei geni che, una volta mutati, causano i tumori sono gli stessi che normalmente regolano la rigenerazione dei tessuti e sono quindi responsabili anche del loro invecchiamento. Una teoria molto accreditata suggerisce che l’evoluzione abbia selezionato l’invecchiamento stesso come il meccanismo più efficace proprio per prevenire l’insorgenza dei tumori. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Aggiornata il 11 febbraio 2014