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Quando comunicare e’ difficile o impossibile: venerdi’ 17 dicembre una giornata organizzata dal servizio di neuropsichiatria infantile dell’ass 6 per promuovere anche in provincia di Pordenone la comunicazione aumentativa

14 dicembre 2004

Vocalizzazioni, gesti, segni, linguaggio verbale residuo, comunicazioni con ausili, tecnologia avanzata: sono tanti i modi in cui un individuo può comunicare compensando così una condizione di disabilità temporanea o permanente. Si pensi a chi è affetto da patologie motorie ma anche autismo, ritardo mentale, sindromi genetiche, disfasia grave, malattie progressive. E anche a quegli adulti che presentano esiti di patologie cerebrali acute e croniche o pazienti in rianimazione e terapia intensiva.

In alcuni casi può succedere che la differenza tra il bisogno di comunicare e la possibilità di farlo diventi troppo grande, in particolare in bambini che stanno crescendo e che quindi hanno bisogno di poter interagire continuamente per sviluppare le relazioni con gli altri e l’intelligenza.

Diventa allora necessario potenziare le modalità di comunicazione esistenti, affiancandole con interventi di quella che in termini scientifici si chiama “comunicazione aumentativa

Possono essere utilizzati sistemi di simboli o di immagini, strumenti programmati per “prestare” la voce quando necessario, tecnologie informatiche e strumenti computerizzati appositamente adattati, o modalità che consentano di leggere o scrivere anche a coloro che non sono in grado di usare l’alfabeto o la penna.

Ecco, allora, la giornata organizzata dal Servizio di Neuropsichiatria Infantile dell’ Ass6, VENERDI’ 17 DICEMBRE, dalle 9 alle 18, nella sala Appi della Casa dello studente di Pordenone, che nasce per offrire una prima base formativa a neuropsichiatri infantili, psicologi, terapisti, educatori, insegnanti, genitori e promuovere lo sviluppo, anche nella nostra provincia, di nuove opportunità nell’ ambito della comunicazione aumentativa e alternativa.

“Non si tratta però di applicare una tecnica riabilitativa – dice Ferruccio Giaccherini – responsabile del Servizio di Neuropsichiatria infantile dell’Ass 6 - ma di costruire un sistema flessibile su misura per ogni bambino, da mettere in campo in tutti i momenti e luoghi della vita poiché la comunicazione è per ognuno di noi necessaria ed indispensabile in ogni momento, e non solo nella stanza di terapia.

Si tratta di interventi molto diffusi all’estero, in particolare nei paesi di lingua inglese che da sempre sono molto attenti al problema della qualità di vita, ma ancora poco presenti in Italia.

Su questo tema relazioneranno la dott. ssa Antonella Costantino e l’ educatrice Mara Marini, del Centro sovrazonale di Comunicazione aumentativa di Verdello (BG), uno dei pochissimi centri pubblici di riferimento per queste problematiche strutturato dall’Azienda Ospedaliera di Treviglio grazie ad un progetto di ricerca intervento finanziato da Fondazione Cariplo negli anni 2001 e 2003, per un totale di quasi 300.000 euro.

Del Centro fa parte anche un servizio prestito ausili, che grazie al supporto di Fondazione Cariplo, Associazione Futura, Banca di Credito Cooperativo di Treviglio e dell’Adda, Ass. ne Nazionale Alpini, Ass. ne Bersaglieri, Inner Wheel di Treviglio e dell’Adda e di altre associazioni consente la prova e il prestito temporaneo degli ausili tecnologici eventualmente necessari per i bambini e ragazzi seguiti.

 

•Ferruccio Giaccherini, Servizio di NPI Ass6 Pordenone 0434 369892

 

Aggiornata il 16 maggio 2013