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Pol. sociali: dalla giunta regionale ok modalità affidamento interventi e servizi sociali

www.regione.fvg.it Trieste

17 febbraio 2011

La Giunta del Friuli Venezia Giulia ha approvato oggi in via preliminare, su proposta dell'assessore a Salute e Politiche sociali, Vladimir Kosic, l'Atto di indirizzo riguardante le modalità di affidamento degli interventi e dei servizi sociali per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza sociale, come previsto dalla legge regionale 6 del 2006 (art.35, comma 6).

Il documento sarà ora portato all'attenzione della competente Commissione del Consiglio regionale, che dovrà esprimersi entro 30 giorni dal ricevimento del testo, e del Consiglio delle Autonomie locali.

Come anche indicato dalla legislazione nazionale in materia (legge 328 del 2000), alla quale lo strumento regionale fa riferimento, con l'Atto di indirizzo vengono stabiliti i criteri e le indicazioni che debbono guidare le procedure di affidamento dei servizi alla persona da parte della pubblica amministrazione al cosiddetto terzo settore, alle associazioni ed agli enti attivi nel sociale, comprendendo tra essi - ha fissato la Regione - anche i soggetti privati a scopo di lucro operanti nel settore sociale, ovviamente fermo restando (viene sottolineato nell'Atto di indirizzo) la garanzia dei livelli di qualità delle prestazioni.

Nel documento vengono così determinate le finalità principali del provvedimento: stabilire indirizzi per l'affidamento dei servizi, fornire alle amministrazioni criteri uniformi per la valutazione delle offerte economicamente e qualitativamente più vantaggiose, valorizzare il ruolo del terzo settore (cooperative, volontariato, ecc.) e, infine, favorire le forme di coinvolgimento attivo dei soggetti del terzo settore e di altri soggetti privati per sviluppare rapporti che diano concreta attuazione al principio di sussidiarietà.

L'Atto di indirizzo, inoltre, tratta ed analizza le modalità degli affidamenti dei servizi, sia mediante lo strumento dell'appalto (la forma più nota) sia attraverso forma alternative, ad esempio con la nascita di rapporti di partnership con i soggetti privati, andando anche a regolare la disciplina degli appalti alle cooperative di tipo B, cioè quelle dedicate all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate che, comunque per legge, non possono svolgere servizi sociale ed alla persona. ARC/RM

Aggiornata il 16 maggio 2013