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Mercoledi’ primo dicembre giornata mondiale contro l’aids dedicata alla donna, oggi il vero cuore del problema i servizi offerti dall’ass 6 Friuli occidentale

29 novembre 2004

Non se ne parla più molto, ma non per questo il problema è scomparso. Anzi. E’ che viene oscurato da altri argomenti e la sua scarsa presenza nel dibattito pubblico può indurre ad abbassare la guardia. Ma guai a calare la soglia dell’attenzione. L´Aids c’è sempre, è che ha un volto nuovo.

Non ha più il viso di un uomo bianco, omosessuale, di età media come è stato finora: sta assumendo i tratti di una donna giovane, spesso ancora una ragazzina, con la pelle scura dei popoli dell´Africa.

Dei 40 milioni di persone infette nel mondo quasi la metà è di sesso femminile sempre secondo Unaids. E la Giornata mondiale che si celebra domani sarà dedicata proprio a loro.

Il numero di donne infette è in continua crescita: quasi il 50% dei 38 milioni di persone affette da Hiv è di sesso femminile, rispetto al 41% del 1997. In alcuni Paesi africani una donna gravida su quattro è infetta. Nei Caraibi il 49% dei casi positivi è rappresentato da donne, rispetto al 30% del 1999; in India la percentuale è del 38% rispetto al 25% di qualche anno fa. Negli Usa l’ Hiv/Aids è la principale causa di morte tra le donne afroamericane di età compresa tra i 25 e i 34 anni e la settima causa di morte tra le donne bianche americane appartenenti alla stessa fascia di età. In Russia cresce il numero di donne a cui viene diagnosticata l’ infezione: da una su quattro nel 2001 a una su tre nel 2003.

 

 

Le donne, dunque, sono diventate il cuore del problema.

Per la prima volta, il numero delle sieropositive si avvicina al 50% del totale, fissandosi al 48%. Percentuale superata nell´Africa sub-sahariana, dove già il 57% dei malati è donna e ben il 76% dei malati di età compresa fra i 15 e i 24 anni è costituito da ragazze. Sulla stessa strada sono avviate l´Europa dell´Est e l´Asia orientale: qui il numero delle donne contagiate è cresciuto rispettivamente del 48 e del 56% negli ultimi due anni. È questo il dato che fa scattare l´allarme maggiore per il futuro: secondo una stima dell´Unicef, il 50% delle ragazze nei paesi a rischio non sa nulla su come evitare la trasmissione della malattia. Quanto più questa generazione si affaccia alla vita sessuale, tanto più il rischio di nuovi contagi aumenta.

I bambini. 2,2 milioni di bambini nel mondo sono sieropositivi: 640mila hanno contratto il virus nel 2004. Seguendo le raccomandazioni inviate da Unaids, Unicef, Organizzazione mondiale della Sanità e ong come Medici senza frontiere e ActionAid, le Nazioni Unite sottolineano la necessità di sviluppare farmaci pediatrici per fermare lo sviluppo dell´Aids. Non ci sono medicine specifiche per i bambini: i cui medici sono costretti a ¨ sperimentare¨ di volta in volta dosaggi ridotti dei medicinali per adulti.

 

La disparità tra i sessi espone ormai maggiormente le donne al contagio con l’ Aids.

Oggigiorno nella Confederazione il 54% delle infezioni con l’ HIV sono dovute a rapporti eterosessuali. Per le donne, questi sono la prima via di contagio. ¨È la mancanza di autodeterminazione fisica e sessuale, accompagnata dalla diseguaglianza economica e sociale, a rafforzare la vulnerabilità delle donne di fronte all’ aids¨.

A livello mondiale, la tendenza è più marcata: nelle regioni dell’ Africa subsahariana il 57% degli adulti contagiati sono donne e il tasso sale al 75% per le ragazze tra i 15 e i 24 anni. In Thailandia, è il matrimonio a rappresentare un fattore di rischio: 75% delle donne sieropositive sono verosimilmente state contagiate dal marito, secondo il rapporto 2004 dell’ ONUSIDA.

 

Cattiva formazione, lavoro a tempo parziale, madri che crescono da sole i figli - il rischio di cadere nella povertà è maggiore per le donne sia all’ estero che in Italia. Povertà, disoccupazione, prostituzione, violenza e dipendenza dagli uomini sono altri fattori che incrementano il rischio di essere confrontate con l’ aids.

A questo va aggiunto il fatto che fisicamente le donne sono più propense al contagio (un uomo ha il doppio di possibilità di contagiare la partner durante un rapporto sessuale di quante non ne abbia una donna) e che la prostituzione è un fenomeno prevalentemente femminile. In alcune aree del mondo, vanno poi considerati problemi culturali: in molti paesi, le mogli non hanno la possibilità di chiedere al marito - che magari lavora lontano e frequenta prostitute - di usare il preservativo durante un rapporto sessuale: è questo lo schema tipo del contagio in molti paesi dell´Africa sub-sahariana. «C´è urgente bisogno di strategie che riescano a influire sulla diversità di genere», ha riassunto Peter Piot, direttore esecutivo di Unaids, l´agenzia Onu per la lotta alla malattia.

 

LA SITUAZIONE IN REGIONE

Nella nostra Regione, come in Italia, l’andamento del tasso per incidenza per anno di diagnosi di AIDS mostra un incremento dei casi fino al 1995, seguito da una diminuzione continua fino al 2001 e da uno stabilizzarsi dei casi diagnosticati fino ad oggi.

 

Aggiornata il 16 maggio 2013