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Il ssn tiene ancora

7 settembre 2007

DOCTOR NEWS – 7 settembre 2007 La sanità italiana regge abbastanza bene i confronti internazionali. In termini di efficacia, il nostro SSN è collocato dall'Organizzazione Mondiale di Sanità tra i migliori del mondo. Esistono tuttavia ampi spazi di miglioramento, in due direzioni: aumentando la prevenzione in senso lato e la medicina territoriale a scapito dei ricoveri, che pesano per il 48% della spesa totale; elevando l'efficienza e l'efficacia dell'attività ospedaliera in diverse regioni, in particolare nel Centro-Sud. La media nazionale nasconde infatti una forte variabilità regionale, di cui è indice anche la significativa mobilità dei pazienti. E' quanto si legge nel 'Libro verde sulla spesa pubblica', elaborato dal ministero dell'Economia. Il 'Libro' ricorda innanzitutto che l'Italia destina alla sanità una quota del PIL solo di poco inferiore alla media dei 30 Paesi dell'OCSE (8,9% contro 9%). Tuttavia, se si considera la spesa sanitaria complessiva (pubblica e privata) pro capite, l'Italia si colloca al 18esimo posto nella classifica OCSE e piuttosto al di sotto della media. Quanto ai livelli di spesa per differenti tipologie di assistenza, " in Italia - si legge - si osserva una prevalenza della spesa ospedaliera che rappresenta il 48% della spesa pubblica totale, e una ridotta spesa per la prevenzione, benché gli ultimi Piani sanitari nazionali abbiano evidenziato l'importanza di un riequilibrio delle risorse utilizzate a favore delle attività territoriali e di prevenzione. La spesa pubblica per i soli ricoveri rappresenta circa il 42% della spesa pubblica totale contro una media OCSE del 35%". Dunque, secondo il Libro verde, il SSN " sembra evidenziare a livello macro un buon rapporto tra risorse pubbliche impegnate e outcome di salute. Tuttavia - soprattutto in una prospettiva di sostenibilità di medio-lungo periodo - appare necessario puntare sull'accrescimento dell'efficienza e della qualità della spesa sanitaria".

Il Rapporto si concentra poi sull'assistenza ospedaliera, " più rilevante in termini di risorse impegnate" e raccoglie, sulla base dei dati disponibili, alcuni " segnali circa l'esistenza o meno di problemi di appropriatezza dei servizi erogati e di economicità di gestione". Da qui, alcuni dati sui costi. In particolare, fra le aziende ospedaliere, a fronte di un costo per posto letto pari a 200.076 euro, a livello nazionale - sottolinea il 'Libro Verde' - il valore più alto si registra nel Lazio, con un importo pari a 278.115, mentre il posto letto meno caro è in Lombardia con un importo di 166.228. Valori piuttosto elevati anche in Piemonte (262.751 euro), Toscana (245.958 euro) e Campania (243.353 euro). Fra gli ospedali, poi, il 'primato' del costo più elevato per posto letto (327.521 euro) spetta al San Camillo Forlanini di Roma, seguito dalle Molinette di Torino (322.603 euro) e dal CTO-CRF Maria Adelaide di Torino (309.379 euro). Diversi, da Regione a regione, anche i costi di ogni singolo ricovero: se la media nazionale è di 3.450 euro (dati 2004), la regione dove il ricovero (pesato) costa di più è il Lazio con un importo pari a 5.083 euro, seguito dal Piemonte (4.459). Tutte le altre regioni presentano valori relativamente più bassi, compresi tra il minimo di 2.842 euro della Sicilia e i 3.881 euro della Toscana. Fra le singole aziende ospedaliere, il costo maggiore per ricovero si registra al Cto-Crf Maria Adelaide di Torino (6.223 euro), ospedale specializzato nella traumatologia, seguito dal San Camillo Forlanini di Roma (5.473 euro) e dal San Giovanni Battista Molinette di Torino (5.318). I costi minori, invece, si registrano a Treviglio Caravaggio in provincia di Bergamo (1.590 euro), seguito dal Vittorio Emanuele di Gela (2.082) e dal S. Elia di Caltanissetta (2.121).

Aggiornata il 16 maggio 2013