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Governance: operazione qualità per il ssn

3 aprile 2007

Il rapporto esclusivo senza appelli per i primari (ma non solo), con nuovi metodi di selezione. I manager obbligati a formarsi, pena la decadenza. Le unità di rischio clinico obbligatorie, con copertura dei danni garantita. Le camere di conciliazione per le vertenze aperte dai pazienti. I cittadini protagonisti e con " poteri" di partecipazione. Il commissariamento per le regioni che non adottano i Piani sanitari. Le unità di cure primarie per medici di base e pediatri. I Lea (livelli essenziali di assistenza) da fissare contestualmente al finanziamento.

Doveva essere solo la governance clinica del Ssn, è quasi una riforma quater. Sono per il momento 22 gli articoli della bozza di Ddl di «ammodernamento» del Ssn del ministro della Salute, Livia Turco. Ma il testo è destinato ad arricchirsi, anche con nuove regole per le farmacie. E il titolo è eloquente: «Interventi per la qualità e la sicurezza del Ssn».

Fervono i lavori alla Salute. L'obiettivo è di ultimare il testo entro fine aprile. Dopo Pasqua ci sarà il confronto con le Regioni. E ancora con le categorie, medici in testa. La tappa successiva sarà il Consiglio dei ministri. Poi, con tutte le incognite del caso (e di tempo), il Parlamento. La strada indicata dalla bozza del testo —i cui contenuti sono anticipati dal prossimo numero del settimanale «Il Sole 24 Ore Sanit໗ormai è stata scelta. E gliindirizzi del ministro sono chiari.

Primari in esclusiva

Esclusiva secca per gli ex primari (i direttori di struttura complessa) per la durata dell'incarico. Ma anche per i dirigenti di struttura semplice di unità con specifiche caratteristiche organizzative e gestionali. Per gli altri medici resta l'opzione, ma non più annuale: solo al termine dell'incarico (35 anni). Novità importanti per la nomina e la selezione dei primari: il bando indicherà i requisiti a seconda della funzione da ricoprire; non più il direttore generale, ma una commissione —un terzo composta da donne — selezionerà i candidati (34), garantendo l'anonimato dei curricula. Al termine di un colloquio attitudinale e in base ai curricula (da pubblicare sui siti) il direttore generale potrà scegliere il migliore. Con motivazione scritta.

Manager e cure primarie

Si cambia anche per i manager. I neo Dg dovranno possedere entro 18 mesi un attestato di frequenza a corsi di formazione regionali, quelli già in carica entro 24 mesi: altrimenti decadranno. Le Regioni, sentiti anche gli utenti, dovranno indicare preventivamente i criteri di valutazione. Al momento non si parla di Albo.

Altro capitolo importante è poi quello dedicato ai distretti: saranno dotati di budget e di autonomia gestionale, inglobando tra l'altro anche le attività di salute mentale.

Nascono le unità di cure primarie, che sono inserite nel distretto: dovranno essere costituite, a seconda delle esigenze, da almeno 20 tra medici di base e pediatri; potranno partecipare anche gli specialisti delle Asl.

Assicurazioni e pazienti

Responsabilità civile e conciliazione. Esclusi i casi di dolo o colpa grave (l'azienda può rivalersi), la responsabilità civile per danni a persone provocati dal personale è sempre e del tutto a carico delle aziende. In ciascuna Regione viene istituita una o più camera di conciliazione a cui il paziente potrà rivolgersi, del tutto gratuitamente, per arrivare alla soluzione della vertenza.

Capitolo importante è quello sui diritti dei pazienti. Tutte le aziende dovranno avere una struttura per la gestione del rischio clinico e la sicurezza: il controllo superiore è affidato al centro nazionale di riferimento per la sicurezza dei pazienti. Ma per i cittadini si prevede una massima partecipazione, fino a ipotizzare un «Consiglio» nelle aziende. I cittadini e le loro associazioni potranno controllare la qualità dei servizi, il gradimento degli stessi, le liste d'attesa, il comfort, la semplificazione burocratica. Stato e Regioni sono chiamati a un «patto» con le associazioni dei cittadini per indicare tutti gli impegni da mantenere per garantire le forme di partecipazione e valutazione civica.

La Assr (Agenzia per i servizi sanitari regionali) cambia nome: si chiamerà Anss, Agenzia nazionale per i servizi sanitari. Con compiti più articolati e un ruolo " autonomo" di consulenza a ministero della Salute e Regioni. Tra l'altro si occuperà di programmazione, monitoraggi, formazione continua (Ecm), certificazione dei manager ai corsi. Il rapporto esclusivo senza appelli per i primari (ma non solo), con nuovi metodi di selezione. I manager obbligati a formarsi, pena la decadenza. Le unità di rischio clinico obbligatorie, con copertura dei danni garantita. Le camere di conciliazione per le vertenze aperte dai pazienti. I cittadini protagonisti e con " poteri" di partecipazione. Il commissariamento per le regioni che non adottano i Piani sanitari. Le unità di cure primarie per medici di base e pediatri. I Lea (livelli essenziali di assistenza) da fissare contestualmente al finanziamento.

Doveva essere solo la governance clinica del Ssn, è quasi una riforma quater. Sono per il momento 22 gli articoli della bozza di Ddl di «ammodernamento» del Ssn del ministro della Salute, Livia Turco. Ma il testo è destinato ad arricchirsi, anche con nuove regole per le farmacie. E il titolo è eloquente: «Interventi per la qualità e la sicurezza del Ssn».

Fervono i lavori alla Salute. L'obiettivo è di ultimare il testo entro fine aprile. Dopo Pasqua ci sarà il confronto con le Regioni. E ancora con le categorie, medici in testa. La tappa successiva sarà il Consiglio dei ministri. Poi, con tutte le incognite del caso (e di tempo), il Parlamento. La strada indicata dalla bozza del testo —i cui contenuti sono anticipati dal prossimo numero del settimanale «Il Sole 24 Ore Sanit໗ormai è stata scelta. E gliindirizzi del ministro sono chiari.

Primari in esclusiva

Esclusiva secca per gli ex primari (i direttori di struttura complessa) per la durata dell'incarico. Ma anche per i dirigenti di struttura semplice di unità con specifiche caratteristiche organizzative e gestionali. Per gli altri medici resta l'opzione, ma non più annuale: solo al termine dell'incarico (35 anni). Novità importanti per la nomina e la selezione dei primari: il bando indicherà i requisiti a seconda della funzione da ricoprire; non più il direttore generale, ma una commissione —un terzo composta da donne — selezionerà i candidati (34), garantendo l'anonimato dei curricula. Al termine di un colloquio attitudinale e in base ai curricula (da pubblicare sui siti) il direttore generale potrà scegliere il migliore. Con motivazione scritta.

Manager e cure primarie

Si cambia anche per i manager. I neo Dg dovranno possedere entro 18 mesi un attestato di frequenza a corsi di formazione regionali, quelli già in carica entro 24 mesi: altrimenti decadranno. Le Regioni, sentiti anche gli utenti, dovranno indicare preventivamente i criteri di valutazione. Al momento non si parla di Albo.

Altro capitolo importante è poi quello dedicato ai distretti: saranno dotati di budget e di autonomia gestionale, inglobando tra l'altro anche le attività di salute mentale.

Nascono le unità di cure primarie, che sono inserite nel distretto: dovranno essere costituite, a seconda delle esigenze, da almeno 20 tra medici di base e pediatri; potranno partecipare anche gli specialisti delle Asl.

Assicurazioni e pazienti

Responsabilità civile e conciliazione. Esclusi i casi di dolo o colpa grave (l'azienda può rivalersi), la responsabilità civile per danni a persone provocati dal personale è sempre e del tutto a carico delle aziende. In ciascuna Regione viene istituita una o più camera di conciliazione a cui il paziente potrà rivolgersi, del tutto gratuitamente, per arrivare alla soluzione della vertenza.

Capitolo importante è quello sui diritti dei pazienti. Tutte le aziende dovranno avere una struttura per la gestione del rischio clinico e la sicurezza: il controllo superiore è affidato al centro nazionale di riferimento per la sicurezza dei pazienti. Ma per i cittadini si prevede una massima partecipazione, fino a ipotizzare un «Consiglio» nelle aziende. I cittadini e le loro associazioni potranno controllare la qualità dei servizi, il gradimento degli stessi, le liste d'attesa, il comfort, la semplificazione burocratica. Stato e Regioni sono chiamati a un «patto» con le associazioni dei cittadini per indicare tutti gli impegni da mantenere per garantire le forme di partecipazione e valutazione civica.

La Assr (Agenzia per i servizi sanitari regionali) cambia nome: si chiamerà Anss, Agenzia nazionale per i servizi sanitari. Con compiti più articolati e un ruolo " autonomo" di consulenza a ministero della Salute e Regioni. Tra l'altro si occuperà di programmazione, monitoraggi, formazione continua (Ecm), certificazione dei manager ai corsi.

Il rapporto esclusivo senza appelli per i primari (ma non solo), con nuovi metodi di selezione. I manager obbligati a formarsi, pena la decadenza. Le unità di rischio clinico obbligatorie, con copertura dei danni garantita. Le camere di conciliazione per le vertenze aperte dai pazienti. I cittadini protagonisti e con " poteri" di partecipazione. Il commissariamento per le regioni che non adottano i Piani sanitari. Le unità di cure primarie per medici di base e pediatri. I Lea (livelli essenziali di assistenza) da fissare contestualmente al finanziamento.

Doveva essere solo la governance clinica del Ssn, è quasi una riforma quater. Sono per il momento 22 gli articoli della bozza di Ddl di «ammodernamento» del Ssn del ministro della Salute, Livia Turco. Ma il testo è destinato ad arricchirsi, anche con nuove regole per le farmacie. E il titolo è eloquente: «Interventi per la qualità e la sicurezza del Ssn».

Fervono i lavori alla Salute. L'obiettivo è di ultimare il testo entro fine aprile. Dopo Pasqua ci sarà il confronto con le Regioni. E ancora con le categorie, medici in testa. La tappa successiva sarà il Consiglio dei ministri. Poi, con tutte le incognite del caso (e di tempo), il Parlamento. La strada indicata dalla bozza del testo —i cui contenuti sono anticipati dal prossimo numero del settimanale «Il Sole 24 Ore Sanit໗ormai è stata scelta. E gliindirizzi del ministro sono chiari.

Primari in esclusiva

Esclusiva secca per gli ex primari (i direttori di struttura complessa) per la durata dell'incarico. Ma anche per i dirigenti di struttura semplice di unità con specifiche caratteristiche organizzative e gestionali. Per gli altri medici resta l'opzione, ma non più annuale: solo al termine dell'incarico (35 anni). Novità importanti per la nomina e la selezione dei primari: il bando indicherà i requisiti a seconda della funzione da ricoprire; non più il direttore generale, ma una commissione —un terzo composta da donne — selezionerà i candidati (34), garantendo l'anonimato dei curricula. Al termine di un colloquio attitudinale e in base ai curricula (da pubblicare sui siti) il direttore generale potrà scegliere il migliore. Con motivazione scritta.

Manager e cure primarie

Si cambia anche per i manager. I neo Dg dovranno possedere entro 18 mesi un attestato di frequenza a corsi di formazione regionali, quelli già in carica entro 24 mesi: altrimenti decadranno. Le Regioni, sentiti anche gli utenti, dovranno indicare preventivamente i criteri di valutazione. Al momento non si parla di Albo.

Altro capitolo importante è poi quello dedicato ai distretti: saranno dotati di budget e di autonomia gestionale, inglobando tra l'altro anche le attività di salute mentale.

Nascono le unità di cure primarie, che sono inserite nel distretto: dovranno essere costituite, a seconda delle esigenze, da almeno 20 tra medici di base e pediatri; potranno partecipare anche gli specialisti delle Asl.

Assicurazioni e pazienti

Responsabilità civile e conciliazione. Esclusi i casi di dolo o colpa grave (l'azienda può rivalersi), la responsabilità civile per danni a persone provocati dal personale è sempre e del tutto a carico delle aziende. In ciascuna Regione viene istituita una o più camera di conciliazione a cui il paziente potrà rivolgersi, del tutto gratuitamente, per arrivare alla soluzione della vertenza.

Capitolo importante è quello sui diritti dei pazienti. Tutte le aziende dovranno avere una struttura per la gestione del rischio clinico e la sicurezza: il controllo superiore è affidato al centro nazionale di riferimento per la sicurezza dei pazienti. Ma per i cittadini si prevede una massima partecipazione, fino a ipotizzare un «Consiglio» nelle aziende. I cittadini e le loro associazioni potranno controllare la qualità dei servizi, il gradimento degli stessi, le liste d'attesa, il comfort, la semplificazione burocratica. Stato e Regioni sono chiamati a un «patto» con le associazioni dei cittadini per indicare tutti gli impegni da mantenere per garantire le forme di partecipazione e valutazione civica.

La Assr (Agenzia per i servizi sanitari regionali) cambia nome: si chiamerà Anss, Agenzia nazionale per i servizi sanitari. Con compiti più articolati e un ruolo " autonomo" di consulenza a ministero della Salute e Regioni. Tra l'altro si occuperà di programmazione, monitoraggi, formazione continua (Ecm), certificazione dei manager ai corsi.

di Roberto Turno (da Il Sole-24 Ore)

 

 

 

 

 

 

 

Aggiornata il 16 maggio 2013