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Donazione di organi, appello anche ai ‘nonni’

9 agosto 2022

 7 agosto 2022

www.ilfriuli.it
 
Sono 123 le persone che, in questa bollente estate, sono in attesa di un trapianto d’organo in Friuli Venezia Giulia. La maggior parte aspetta un rene, per il quale, però, dovrà attendere in media quasi tre anni. Un anno e mezzo aspetteranno, invece, quelli che hanno bisogno di un cuore o un fegato nuovo.
Questi i dati forniti da Centro nazionale trapianti del Ministero della salute. Per venire incontro il più possibile alle necessità di cura, l’arma più efficace è il coinvolgimento della popolazione, attraverso le dichiarazioni di volontà da parte dei cittadini. Con una semplice nota, sottoscritta all’Ufficio anagrafe dei Comuni aderenti, il cittadino può esprimere il proprio consenso o la propria obiezione alla donazione di organi.
In questo senso la situazione in Fvg è positiva: ben 214 paesi, infatti, hanno aderito all’iniziativa, ‘Un dono in Comune’, sostenuta da Federsanità e Anci, formando il personale e raccogliendo in totale oltre 267.000 dichiarazioni, delle quali 181.000 sono consensi. E’ un’ulteriore conferma della sensibilità dei friulani alla cultura del dono, anche se ci sono ancora margini di miglioramento.
 
Ne abbiamo parlato con Roberto Peressutti, direttore del Centro regionale trapianti Fvg, che sottolinea che “oggi è possibile donare i propri organi anche in età molto avanzata e, in questo modo, salvare vite umane e dare più serenità alle famiglie dei donatori. Invece oltre la metà delle opposizioni registrate, viene da persone ultra 65enni e tale dato cresce ancor più oltre gli 80 anni”.
Come se lo spiega? “Con la scarsa informazione. Quando non si sa bene in cosa consista e come si effettua la donazione di organi, se ne ha paura e la si rifiuta. Attualmente in Fvg più del 28% delle dichiarazioni sono contrarie. Ecco perché vogliamo puntare sulla divulgazione per far comprendere a più persone possibile le metodiche, le possibilità e soprattutto il fatto che la normativa italiana garantisce tutti. L’obiettivo che ci prefiggiamo è ridurre di almeno il 20% la quota delle opposizioni”.
Quali iniziative avvierete per cercare incrementare i consensi? “Su proposta del presidente di Federsanità, Giuseppe Napoli, si è deciso di proseguire la collaborazione tra Centro regionale trapianti, Anci, Aziende sanitarie, Comuni, associazioni, ambiti sociosanitari e farmacie per nuove iniziative di informazione e formazione. La novità che abbiamo in programma sono proprio gli incontri nelle strutture per anziani, per informare anche i ‘nonni’ sulla possibilità che i propri organi salvino altre vite”.
Come? “Oggi siamo in grado di utilizzare organi che fino a qualche anno fa non sarebbero mai stati prelevati a scopo di trapianto. Le donazioni di ultra ottantenni, per il fegato e il rene, non sono più fatti aneddotici. Inoltre, gli organi di pazienti anziani non vengono impiantati su giovani, ma su persone con una differenza d’età di 10-15 anni al massimo”.
In generale, che bilancio traccia del Centro regionale trapianti? “Direi positivo. I lockdown hanno certamente influenzato i numeri negli ultimi due anni, ma anche nei mesi più duri abbiamo cercato di mantenere l’operatività, di trapiantare organi e tessuti disponibili, di non allungare ulteriormente i tempi per chi è in attesa di un trapianto. E’ stato davvero difficile, ma ci siamo impegnati molto per mantenere gli standard di una regione come la nostra che si è sempre distinta per i risultati. Basti pensare che la media di interventi effettuati in Fvg è di 81 trapianti per milione di abitanti, mentre la media italiana è di 56. Una differenza che siamo orgogliosi di sottolineare, e che deriva anche dalla generosità dei friulani”.
  • AUTORE: Valentina Viviani

Aggiornata il 22 agosto 2022