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Diecimila test rapidi per le case di riposo. L'iniziativa di Federsanità Anci Fvg e dell'Asp Umberto I di Pordenone a favore di 22 tra Comuni e strutture per anziani

MESSAGGERO VENETO

30 novembre 2020

Diecimila tamponi rapidi sono stati acquistati - grazie all'intervento di Federsanità Anci Fvg e dell'Asp Umberto I di Pordenone - da 22 tra Comuni, case di riposo e altri soggetti del sistema sociosanitario regionale, organizzati in due gruppi d'acquisto.

L'iniziativa risponde alla crescente richiesta di test avanzata dalle strutture residenziali per anziani alla luce del sensibile incremento dei casi di positività al Covid 19. Aumento che suggerisce l'opportunità di effettuare controlli costanti, ravvicinati nel tempo, così da poter individuare e isolare possibilmente in tempo reale nuovi casi di contagio.

Un obiettivo ambizioso, difficile da centrare, a meno di non disporre di test "in casa", da potersi fare all'interno delle strutture, cosa che oggi è nelle possibilità di 24 tra case di riposo, Asp e Comuni Fvg. Tanti sono quelli che hanno risposto alla mano tesa da Federsanità Anci Fvg e Asp Umberto I di Pordenone: al primo gruppo d'acquisto, cui hanno aderito in 13 soggetti, soprattutto case di riposo, se n'è aggiunto poi un secondo, forte di ulteriori 11 soggetti, tutti enti locali, per un totale di 10 mila test acquistati, rispettivamente 5 mila andati al primo gruppo, altrettanti al secondo.

I Comuni che hanno acquistato i tamponi, nella maggior parte dei casi con l'intento di destinarli alle strutture residenziali comunali, sono quelli di Tricesimo, Monfalcone, Maniago, Mortegliano, Gemona, Gradisca, San Canzian oltre all'Uti Dolomiti friulane, all'infine l'Ater di Gorizia e a due coop che gestiscono case di riposo.

«I test rapidi - commenta il presidente di Federsanità Anci Fvg, Giuseppe Napoli - costituiscono uno strumento importante di prevenzione e contrasto della diffusione dell'infezione Covid-19, come è stato evidenziato anche in occasione della recente videoconferenza con il vicepresidente della Regione, Riccardo Riccardi, che ha auspicato "più test rapidi nelle case di riposo nell'intento di individuare, con velocità, eventuali casi positivi e, quindi, bloccare la diffusione del contagio"».

Un auspicio che come detto Federsanità ha raccolto insieme all'Asp Umberto I di Pordenone, «una struttura - sottolinea ancora Napoli - che grazie all'applicazione di protocolli di prevenzione quasi "ossessivi" è riuscita a tener fuori il virus accorgendosi he più tamponi facevano e più riuscivano a tenere monitorata la situazione; hanno applicato per primi una sorta di prevenzione quasi ossessiva».

Il direttore dell'Asp pordenonese, Giovanni Di Prima, conferma: «La diagnostica rapida permetterà alle strutture protette per anziani del territorio di monitorare la diffusione dell'infezione al loro interno in maniera più efficace. Il relativo costo del tampone (circa 7 euro contro i 90 del molecolare) e la velocità di risposta consentono infatti ai soggetti gestori di contrastare il virus alla stessa velocità con cui il contagio si diffonde e di utilizzare i tamponi molecolari solo per le situazioni più incerte o critiche, evitando al contempo di congestionare i laboratori dei dipartimenti di prevenzione delle Aziende sanitarie».

A effettuare i tamponi saranno gli infermieri presenti in struttura che a cadenza settimanale eseguiranno il test su ospiti e dipendenti potendo contare sul risultato nel giro di 10-15 minuti. «Sono gli stessi test - conclude Di Prima - che stanno usando in Alto Adige per la mappatura territoriale».

Aggiornata il 30 novembre 2020