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Beltrame a convegno su liste d’attesa

4 marzo 2005

Un’occasione concreta per fare chiarezza sul problema delle liste d’attesa rispetto alle prestazioni sanitarie è stata offerta dal convegno svoltosi a Udine Fiere, organizzato dalla Regione con l’obiettivo di mettere a confronto cittadini e operatori su un problema sentito, attorno al quale l’assessore regionale alla Salute e Protezione Sociale Ezio Beltrame ha sviluppato alcune riflessioni.

 

Riflessioni partite dal presupposto che per affrontare il problema delle liste d’attesa occorre piena responsabilità e un’adeguata conoscenza della realtà sanitaria da parte di tutte le componenti interessate, dai cittadini, ai medici professionisti, all’apparato pubblico.

 

Si tratta si situazioni, ha detto Beltrame, ¨comuni ai sistemi sanitari di tutti i Paesi occidentali, che non si possono risolvere con una ricetta unica, né vanno però banalizzate¨.

 

E’ un problema complesso, dunque, quello delle liste d’attesa, rispetto al quale la Regione è impegnata nei diversi settori che possono contribuire a snellire l’apparato e ad assicurare un servizio efficace, per ottenere il quale, ha aggiunto Beltrame, ¨occorre comunque una forte sinergia tra i soggetti della domanda (i cittadini), il prescrittore delle cure (il medico), gli erogatori delle prestazioni e l’organizzazione della sanità¨.

 

Serve anche appropriatezza nelle cure, ma se l’accessso dei cittadini alle prestazioni è aumentato esponenzialmente, ecco che è cresciuto nel contempo anche l’accesso alle visite della medicina di base. E ciò, secondo Beltrame, rende più difficile la selezione delle prestazioni.

 

Dal canto suo la Regione sta lavorando per restringere la forbice delle richieste di accesso al sistema sanitario attraverso la prevenzione. Per esempio con lo screening per la mammografia a chiamata, che partirà tra breve, o mediante la definizione di taluni parametri per l’utilizzo della Pet e della camera iperbarica.

 

Per comprendere il fenomeno delle liste d’attesa, accettarlo e viverlo consapevolmente, ma anche risolverlo almeno in parte, risulta fondamentale, ha concluso Beltrame, ¨una completa e corretta informazione sia dei cittadini, che all’interno dell’intero sistema sanitario, per ottimizzarne l’efficacia e nel contempo la fruizione¨.

 

Le assise hanno dato modo di riportare la verità su un tema che risente, è stato detto, anche di un clima emotivo, visto che, come ha precisato Giorgio Simon, direttore dell’area Percorsi Cura dell’Agenzia regionale della Sanità (Ars), le prestazioni per sindromi importati vengono erogate nell’arco di pochi giorni.

 

Nel Friuli Venezia Giulia la situazione è dunque buona, com’è emerso anche dal raffronto con le esperienze di altre realtà come quella dell’Agenzia regionale della Sanità dell’Emilia Romagna citata, paragonandola anche a quella di altri Paesi, da Roberto Grilli. Oppure dalle esperienze della divisione cardiologica riabilitativa A. O. ¨G. Salvini¨ di Garbagnate Milanese, illustrata da Carlo Schweiger.

 

I lavori, introdotti da Oreste Brusori, vicedirettore centrale della Salute e Protezione Sociale della Regione, hanno consentito al pubblico, numerosi gli operatori sanitari presenti ma anche gli amministratori locali, anche di sfatare, dati alla mano, ipotesi risolutive semplicistiche.

 

Gino Tosolini, direttore dell’Ars, ha invece sviluppato il suo intervento attorno alle casistiche riscontrate dall’Agenzia negli ultimi anni, ricordando che la situazione è diversa nelle varie Aziende sanitarie e affermando che puntare esclusivamente sui servizi offerti dalle realtà privatistiche sarebbe errato.

 

Ma le liste d’attesa sono anche dovute a un problema di cultura della sanità, come è emerso dalla generalità degli interventi, e occorre che l’intero sistema sanitario si impegni per poter individuare correttivi e soluzioni. Anche se, come ha commentato Carlo Saitto direttore dell’area epidemiologica dell’Ars, le liste d’attesa sono un problema strutturale dell’apparato sanitario, difficili da eliminare. Mentre un sistema di monitoraggio adeguato, la scelta delle prestazioni critiche, un sistema omogeneo di priorità possono garantire un maggior equilibrio tra la domanda e l’offerta delle prestazioni.

 

ARC/Carlo Morandini

 

 

 

 

Aggiornata il 16 maggio 2013