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Assistenza: la riforma del sociale partita da esperienze positive come quella del CAMPP

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10 febbraio 2015

Cervignano del Friuli, 10 feb - "Dopo aver definito e avviato la Riforma della Sanità regionale, ora abbiamo il dovere di ragionare su come modificare il sistema dei servizi sociali per migliorarli e rafforzarli, per renderli sempre più coerenti, per sviluppare una vera integrazione socio-sanitaria, individuando risposte adeguate alle mutate esigenze e a richieste sempre crescenti. In questo percorso partiremo dalle esperienze positive, radicate sul territorio, come quella del C.A.M.P.P.".

Lo ha detto oggi, a Cervignano del Friuli, l'assessore regionale alla Salute, alle Politiche sociali e all'Integrazione socio-sanitaria del Friuli Venezia Giulia Maria Sandra Telesca che ha fatto visita ad uno dei sette centri diurni del Consorzio per l'Assistenza Medico PsicoPedagogica (C.A.M.P.P.), istituito nel 1966 per dare una risposta ai bisogni dei bambini svantaggiati psichici della provincia di Udine e che attualmente opera per conto di 31 Comuni della Bassa Friulana e dell'Amministrazione provinciale di Udine, garantendo assistenza diretta a 141 persone con disabilità più o meno gravi e favorendo, parallelamente, l'inserimento lavorativo di altre 400 persone.

Rivolgendosi al presidente del Consorzio Avellino Masutto, ai consiglieri di amministrazione, a diversi operatori e al consigliere regionale Pietro Paviotti, l'assessore regionale Telesca, nell'esprimere "grande apprezzamento" per quanto fa il C.A.M.P.P., ha ribadito che ogni riforma avviata dalla Giunta regionale ha l'unico obiettivo di "utilizzare al meglio le risorse pubbliche".

"Specie per garantire la salute dei cittadini, per affrontare le fragilità e le disabilità, l'unica vera preoccupazione - ha evidenziato Telesca - consiste nel verificare, passo dopo passo, se stiamo spendendo bene ciò che abbiamo a disposizione, nell'interesse dell'intera nostra comunità regionale".

In merito a certe preoccupazioni, manifestate oggi, rispetto alle novità determinate dalla Riforma della Sanità regionale (che tra l'altro ha definito una nuova articolazione dell'Azienda per l'Assistenza Sanitaria (AAS) n. 2 "Bassa Friulana-Isontina" in cui opera il Consorzio) e dalla Riforma delle Autonomie locali, con le Unioni Territoriali Intercomunali (UTI) e con il previsto superamento della Provincia di Udine, che è uno dei soci del Consorzio, Telesca ha fornito ampie rassicurazioni, definite dal presidente Masutto "preziose parole di rasserenamento".

"Il fatto che sia in atto una riorganizzazione del modello territoriale comunale e si vada verso il superamento delle Province non significa che si interromperanno delle funzioni, ma semplicemente che si trasferiranno le competenze alle nuove realtà. Avremo cura di far sì che questo percorso si sviluppi senza traumi", ha affermato l'assessore regionale, ricordando tra l'altro che la proposta della Giunta regionale sulle UTI non a caso parte dal positivo modello degli Ambiti socio-sanitari.

E nel frattempo "nulla si interrompe. Non abbiamo fretta. Intendiamo sviluppare un ragionamento e un confronto con tutti i portatori d'interesse, e quindi con gli Enti locali, le AAS e realtà importanti come la vostra", ha aggiunto Telesca, invitando anche il presidente Masutto e il Consiglio di Amministrazione del C.A.M.P.P. al dialogo con l'altro Consorzio che opera nel contesto territoriale della nuova AAS n. 2, il Consorzio Isontino Servizi Integrati (CISI). "Mi aspetto proposte per individuare formule nuove", ha concluso Telesca.

Promozione della persona con disabilità e dei suoi diritti civili, nel rispetto della dignità umana; permanenza in famiglia, integrazione nel contesto socio-culturale e territoriale di appartenenza e inserimento nel mondo del lavoro; prevenzione e riduzione degli stati di emarginazione; superamento delle logiche di assistenzialismo sono le finalità del C.A.M.P.P. che conta su una struttura residenziale, a Sottoselva (Palmanova) per i casi più gravi, e in sette centri diurni.

Ha un Bilancio annuo di 6 milioni di euro, di cui la metà è messa a disposizione dalla Regione FVG. La restante parte è frutto del contributo della Provincia, dei Comuni e delle rette di degenza.

ARC/PPD

 

Aggiornata il 11 febbraio 2015